C’è il prete Don Antonio Coluccia, che nelle periferie di Roma combatte la criminalità organizzata con una casa di accoglienza e una palestra sociale che offra un’alternativa ai giovani del quartiere. C’è la giornalista Federica Angeli, cronista di cronaca nera e giudiziaria per il quotidiano La Repubblica, autrice di inchieste sulla criminalità organizzata a Ostia. C’è il pizzaiolo Raffaele Vitale, che nel 2016, dopo aver subito una richiesta estorsiva di 2.500 euro, ha deciso di denunciare e fare da esca per far arrestare i malavitosi. Ma ci sono anche sindache, magistrate, forze dell’ordine, presidi, operatrici sanitarie, parenti di vittime della mafia, associazioni virtuose. Cittadini e cittadine che hanno deciso di resistere e militare per i diritti di tutte e tutti, proponendo un esempio di integrità, responsabilità e professionalità. Proprio i tre cardini su cui si fonda il premio Giorgio Ambrosoli, che ha riconosciuto e celebrato questi esempi durante la cerimonia dell’undicesima edizione, tenutasi al Piccolo Teatro – Teatro d’Europa di Milano l’8 luglio, alcuni giorni prima del quarantacinquesimo anniversario dell’omicidio dell’avvocato e commissario liquidatore della banca Privata Italia, avvenuto l’11 luglio 1979.

L’undicesima edizione, organizzata sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, si è aperta con la performance teatrale di Loft Theater, di Chiara Spoletini e Sebastiano Gavasso. Un dialogo sui cittadini “attivi, che non abbassano la testa, che non si piegano, che anche trasparenti vivono con il coraggio della legge, onorando i doveri, onorando i diritti”, un invito a riappropriarsi del senso delle parole rubate dalla storia: “Cosa nostra sono la libertà, la dignità, vivere nell’uguaglianza di fronte alla legge”. Un’apertura simbolica, un manifesto del premio e dell’associazione che lo gestisce, a cui sono seguite le storie dei quindici premiati, tutte personalità che hanno tutelato la legge in condizioni di pressioni, pericolo e intimidazioni, e che si vanno ad aggiungere alle altre 66 targhe consegnate dal 2012 al 2023.

Nell’edizione del 2024 sono stati assegnati, nello specifico, 5 premi, 7 menzioni speciali e 3 riconoscimenti all’impegno civile. I premi sono andati al Sacrario della Polizia di Stato, alla memoria di don Giuseppe Peppe Diana, assassinato dalla camorra nel 1994, a don Antonio Coluccia, sacerdote che combatte il crimine organizzato locale con la sua “Bat mobile”, a Tiziana Ronzio, presidente dell’associazione “Torpiùbella”, a Carla e Bruno Caccia, magistrato italiano ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1983. Le menzioni, invece, sono andate a Caffè Guglielmo e associazione Tazzina della legalità, al magistrato di Latina Lucia Aielli, alla giornalista Federica Angeli, ad Antonella Di Bartolo, preside dell’istituto “Sperone – Pertini”, a Giacomo Di Girolamo, direttore del portale Tp24.it e radio RMC 101, a Raffaele Vitale, da vittima e denunciante di estorsione e a Giovanna Bruno, sindaca di Andria. I riconoscimenti all’impegno civile sono stati infine consegnati al Circolo Società Civile di Milano, all’associazione Annalisa Durante e all’associazione Cascina Caccia.

Sono storie di persone che resistono e lottano, unite dal ricordo e dall’esempio dell’’eroe borghese’ Giorgio Ambrosoli, secondo la nota definizione dello scrittore Corrado Stajano. Persone che, come nella lettera del 25 febbraio 1975 dell’avvocato alla moglie Anna Lori, presente anche quest’anno alla premiazione, vivono “nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto”; persone che, nonostante nemici e pressioni, hanno sempre agito “solo nell’interesse del paese” e con “coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa”.

Una coscienza che segue i diritti e i principi, e che agisce per applicarli e realizzarli nel reale. “È sempre più cruciale maturare la consapevolezza, da parte della società civile, delle imprese, della finanza, dei corpi sociali, ma anche per certi aspetti da parte delle istituzioni stesse, che non sono sufficienti le leggi scritte, anche quando sono ben concepite, ma è indispensabile al contempo un contesto di cultura, competenze, comportamenti, meccanismi che ne assicurino la corretta applicazione effettiva”, ha spiegato infatti il presidente della fondazione Premio Giorgio Ambrosoli Mario Carlo Ferrario. “In questo senso, il ruolo dei singoli cittadini, in particolare nell’esercizio delle loro professioni, diviene uno dei fattori determinanti. Le norme non vivono in astratto, ma calate nella realtà che le circonda”.

Proprio il presidente Ferrario ha inoltre moderato la tavola rotonda conclusiva, un momento di riflessione e confronto dal respiro internazionale, a cui hanno preso parte Serena Ibrahim, rappresentante libanese del YOUTH GRACE Program della UNODC, l’Agenzia Anticrimine delle Nazioni Unite con sede a Vienna, per la promozione del ruolo dei giovani, Gennaro Migliore, Direttore del Centro Ricerche della PAM, l’Assemblea dei Parlamentari del Mediterraneo, organizzazione multilaterale sempre più proattiva negli ultimi anni, e Daniel Brombacher, Direttore di GITOC, l’organizzazione non governativa internazionale di riferimento sui temi del crimine organizzata.

Una conclusione che ha ampliato a livello europeo, come probabilmente avrebbe apprezzato Ambrosoli stesso, la portata dell’evento, particolarmente rilevante anche per la corrispondenza con il quarantacinquesimo anniversario della morte dell’avvocato. Proprio per questa ricorrenza – come ricordato alla fine dell’evento dal nipote Stefano Mattacchini – Libera, in collaborazione con Comune di Milano, Fondazione Premio Ambrosoli, Macró Maudit Teater, associazione Amici della Nave OdV, e con l’adesione del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, si terranno lo spettacolo teatrale “La Forza di un No”, un corteo silenzioso che dal Museo raggiungerà via Morozzo della Rocca e infine la commemorazione sul luogo del delitto. Interverranno, tra gli altri, il referente regionale di Libera Lorenzo Frigerio, il presidente della Commissione antimafia del Comune di Milano Rosario Pantaleo, il professore emerito dell’Università Bocconi Vittorio Coda, e l’ex magistrato e fondatore dell’associazione SulleRegole Gherardo Colombo, presente anche alla premiazione dell’8 luglio.

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