Ospite del talk show politico In Onda, su La7, la segretaria del Pd Elly Schlein commenta la foto che la immortala assieme agli esponenti delle opposizioni (tranne Calenda), all’ex ministra Rosy Bindi e al segretario della Cgil Maurizio Landini nel giorno in cui è stao depositato alla Corte di Cassazione di Roma il quesito referendario finalizzato ad abrogare la riforma dell’autonomia differenziata. Il giornalista Paolo Mieli, sull’onda dei risultati delle elezioni francesi, chiede alla leader dem se il disegno di un eventuale campo largo possa andare da Maria Elena Boschi a Rosy Bindi, entrambe presenti nella foto davanti alla Cassazione.

“Io dico sempre che sarebbe sbagliato costruire un’alleanza in provetta sul perimetro delle forze politiche – risponde Schlein – figurarsi se riesco a farla sul perimetro delle singole personalità. Io credo una cosa diversa: tutte le forze politiche rappresentate in quella foto non condividono solo la battaglia contro quest’autonomia differenziata“.
E spiega: “Ad esempio condividono anche il contrasto ai tagli alla sanità pubblica che sta portando avanti Giorgia Meloni mentre le persone a casa aspettano un anno e mezzo per fare una gastroscopia. Condividono l’idea che la scuola pubblica sia la prima grande leva di emancipazione sociale e che questo governo in un anno e mezzo non abbia messo un euro sul diritto allo studio”.

Mieli la incalza e chiede a bruciapelo: “Se Matteo Renzi condivide la battaglia sulla gastroscopia e sul diritto allo studio, è compreso in una potenziale maggioranza?”.
“Beh, del resto lo abbiamo fatto anche in diverse città e così abbiamo vinto. Uniti si vince“, risponde Schlein.
“Quindi la risposta è sì”, commenta Mieli.
Schlein sottolinea: “Certamente non possiamo applicare gli stessi modelli di altri paesi con contesti politici e sociali così diversi, ma attenzione, un dato emerge chiaramente: uniti si vince, divisi si perde. Ma non bisogna rincorrere l’unità fine a se stessa, bisogna costruirla sui bisogni concreti delle persone”.

“Questo lo dicono tutti ma lei è la prima che lo fa – replica Mieli – Le elezioni politiche del 2022 sono state perse perché Enrico Letta prima diceva ‘uniti si vince’, però poi mise delle barriere. Anche lei?”.
Non pongo veti – risponde Schlein – e non intendo però nemmeno subirne, perché il tempo dei veti è finito con l’esito delle europee. Il Pd è rafforzato nel suo ruolo di perno di costruzione dell’alternativa ma abbiamo l’umiltà e non la presunzione, che magari in passato c’è stata, di sapere che da soli non bastiamo. Non mettiamo veti su nessuno, però vogliamo costruire insieme un progetto coerente che dica cosa facciamo sul lavoro, sui diritti, sulle politiche industriali, sulla scuola e sulla sanità”.

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Rainews oscura il voto in Francia, Schlein a La7: “Dovrebbe dimettersi il direttore Petrecca, non Baldi. Così non è più servizio pubblico”

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