Televisione

“Su Rai2 avevo ospite fisso Morgan, disse una cosa su Berlusconi e la P2. Non mandarono in onda la puntata”: parla Daria Bignardi

"La situazione di oggi in televisione? Come sempre ma peggio, non è un bel segno quello che sta succedendo", racconta la giornalista e conduttrice ricordando poi la censura subita su Rai2, ospite del BSMT di Gianluca Gazzoli

Giornalista, conduttrice, scrittrice: Daria Bignardi è passata dal “Basement” di Gianluca Gazzoli. Un lungo curriculum, tanti titoli storici e il legame, lungo e duraturo, con il titolo cult “Le Invasioni Barbariche” in onda su La7. Un format, sostanzialmente identico, era approdato su Rai2 con un titolo diverso “L’Era Glaciale“, trasmesso in seconda serata al venerdì su Rai2 e in onda dal 20 marzo al 4 dicembre 2009 per un totale di ventiquattro puntate.

“La situazione di oggi in televisione? Come sempre ma peggio, non è un bel segno quello che sta succedendo”, racconta Bignardi ricordando poi la censura subita su Rai2: “A me è successo tantissimi anni fa quando ero passata su Rai2 con L’Era Glaciale. Avevo ospite fisso Morgan quindici anni fa che suonava il pianoforte e diceva la sua su vari temi. Quella sera eravamo in differita, registravamo mezz’ora prima, e lui disse una cosa su Berlusconi e la P2. Finisce il programma, andati tutti pizzeria, accendiamo la tv e al posto dell’Era Glaciale c’erano i cartoni animati. Cominciamo a telefonare e ci dicono errore tecnico: eravamo stati censurati”.

La giornalista aveva scelto di non protestare pubblicamente ma solo di andar via dal servizio pubblico: “Oggi forse farei diversamente, sono stata abbastanza riservata e discreta, quello che ho fatto è stato andarmene. Sono tornata a La7, guadagnando la metà, ma non ho fatto casino. Non lo so perché, sono tornata da dove ero venuta e lì sono sempre stata libera di fare e dire quello che volevo.”

In Rai è tornata anni dopo con un ruolo dirigenziale, come direttrice di Rai3 dal 18 febbraio 2016 al 26 luglio 2017: “Non è stata una bella esperienza perché non ero proprio adatta a lavorare in un’azienda pubblica con il mio carattere, con il modo in cui lavoro. Abbiamo fatto un sacco di belle cose, ma non è il mio. Tu devi essere un manager per fare il direttore di rete e io non ho quell’attitudine. Io ho sempre lavorato a Milano, sono padana, di Ferrara e ho sempre lavorato qui e c’è un modo di lavorare qui che è molto incentrato sul prodotto, su quello che fai. Io lì ho visto un modo di lavorare che ha a che fare anche con chi sei, con chi conosci. Io non ho gli anticorpi per quel mondo, non ho i codici per capirlo. Ho incontrato un sacco di gente bravissima, soprattutto a Rai Tre, ma non è il ruolo per me“.

Nel corso della chiacchierata con Gazzoli, Bignardi ha ricordato anche la sua malattia vissuta sempre con discrezione e riservatezza: “Quando ho cominciato a fare la direttrice di Rai 3 avevo la parrucca perché avevo appena finito il mio quarto ciclo di chemioterapia e ho cominciato a fare la direttrice con una parrucca abbastanza carina. Facevo questa vita Roma-Milano e non riuscivo a gestire questa parrucca. Il lavoro a Roma, la famiglia a Milano e, insomma, un bel giorno decido di togliermi la parrucca e sotto avevo i capelli corti. Non dico niente e tutti hanno scritto di tutto: ‘Se la tira, vuole fare l’intellettuale’. Io non ho detto niente. La malattia è una cosa privata e personale, c’è chi sta meglio se la condivide e chi no. A me non è venuto di farlo”.