In questa testimonianza da Gaza, l’operatrice di Oxfam, Ghada, racconta cosa significa camminare per le strade che prima percorreva per andare al lavoro e che ora sono invase dalle macerie. “Prima le case e i negozi erano animati, ora il paesaggio è completamente cambiato. Ci sono case demolite e così tanti rifugi e tende che non riesco a contarli. Le famiglie che hanno perso tutto faticano a trovare un tetto. L’odore della acque reflue e stagnanti riempie l’aria”. Ma ciò che è “più straziante“, racconta, è “vedere persone, adulti e bambini, che hanno perso un arto in questa guerra“. Quella che “vedo e incontro ogni giorno è una realtà devastante“.

Questo racconto fa parte di una serie di testimonianze Voci di Gaza’ raccolte dagli operatori e dai manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che stanno pagando il prezzo più alto del conflitto.

LA PETIZIONE – Oxfam ha lanciato una raccolta firme (si può aderire qui) per “fermare tutti i trasferimenti di armi, componenti e munizioni utilizzate per alimentare la crisi a Gaza”. Un appello rivolto ai governi perché non siano “complici delle continue violazioni del diritto internazionale, adempiendo ai loro obblighi legali e garantendo un cessate il fuoco permanente al più presto”.

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