Mafie

“A Roma la mafia c’è, s’infiltra ovunque. Ma a mancare sono i magistrati”: l’allarme del procuratore capo Lo Voi a San Macuto

A Roma c’è la mafia, ma a mancare sono i magistrati. Lo ha spiegato oggi Francesco Lo Voi, procuratore capo della Capitale, durante la sua aduzione davanti alla commissione Antimafia. “A Roma e dintorni la mafia c’è. Eravamo contenti quando Csm ci ha fatto omaggio di nove posti di sostituti che non sono ancora arrivati ma altri se ne stanno già andando. La Dda dovrebbe avere 24 sostituti ma non riusciamo ad averne più di 13 per un distretto che come confermano le cronache è impegnato a fronteggiare una situazione complessa”, ha detto il capo dell’ufficio inquirente capitolino, sentito insieme a Ilaria Calò, procuratrice aggiunta con delega alla Dda. Secondo Lo Voi a Roma c’è “una situazione non semplice perché in forme varie la presenza di criminalità di tipo mafioso continua a farsi sentire in città, nei centri dell’area metropolitana e in altre provincie del Lazio con le caratteristiche delle mafie tradizionali come la mafia, camorra e ‘ndrangheta”.

Risale ad appena 24 ore fa l’ultima inchiesta della procura capitolina, che ha scoperto una “centrale” per il riciclaggio del denaro sporco, al servizio dei clan. “Le modalità operative della mafia siciliana, le ho ritrovate a Roma, operano con le stesse modalità, si infiltrano in tutti i settori, pubblica amministrazione compresa, dove c’è stata una occupazione”, ha detto Lo Voi. Il procuratore capo ha spiegato che “la criminalità organizzata si espande in tutti i settori che hanno un facile reinvestimento del denaro, quindi riciclaggio e autoriclaggio nelle forme più svariate. Non più solo l’edilizia, anche la ristorazione, il settore alberghiero, i servizi e l logistica, sempre di maggiore sviluppo. Ecco perché le preoccupazione che i fondi del Pnrr e per il Giubileo, diventino stimoli per la criminalità e di cui l’utilizzo di qualche ‘faccia pulita‘, ne è la modalità”.

A questo proposito Lo Voi ha lanciato un appello ai commissari: “Quello che di continuate a fornire, in quanto legislatori, gli strumenti per intervenire, perché la criminalità influisce negativamente sull’economia e sui rapporti sociali. In mancanza degli strumenti che ci fornite voi non potremmo continuare ad andare avanti. È opportuno mantenere alcuni reati e non abrogarli perché sono reati spia”. Proprio oggi è diventata legge la riforma della giustizia penale del ministro Carlo Nordio, che prevede l’abolizione del reato di abuso d’ufficio. “Non mi pongo il problema se abrogarlo o meno, sottolineo che questi non sono reati ‘spia’ ma reati fine dell’associazione mafiosa. . L’affidamento dell’appalto che proviene dal condizionamento è un reato fine di quelli di mafia. Se veniamo privati della possibilità di perseguire i reati rischiamo di non accorgerci dei reati spia”, ha detto Lo Voi, definendo “un errore” la scelta di eliminare “alcuni reati che costituiscono la finalità delle associazioni mafiose”. E anche dopo l’abrogazione decisa da Nordio, “nessuno cestinerà le denunce che arrivano in procura”.

Dei diversi tentativi di stabilire una pax criminale tra clan diversi, autoctoni e stranieri, ha parlato la procuratrice Calò. “Con il defunto Fabrizio Piscitelli” alias Diabolik “era stata tentata la cosiddetta pax criminale tra i gruppi di Ostia e della Capitale.”Nelle varie inchieste è emerso che alcune figure criminali fungevano da arbitri, non solo per redimere le controversie tra clan ma anche per organizzare recuperi di denaro per partite di droga non pagate. Massima attenzione va posta anche alla criminalità straniera, albanese e cinese, per il riciclaggio e il narcotraffico”, ha detto l’aggiunta. “Lo scorso anno, nel quartiere Esquilino sono state individuate alcune attività che, apparentemente pulite, servivano in realtà a trasferire grosse somme di denaro all’estero, senza che i soldi varcassero i confini. Nell’ultimo decennio i gruppi oggetto d’attenzione nel nostro territorio c’è anche la criminalità albanese. Quei soggetti che dieci anni fa li trovavamo come fornitori di droga, ad Aprilia, Tor Bella Monca e Ponte Milvio, sono evoluti e li abbiamo ritrovati come broker internazionali”. Infine Lo Voi ha aggiunto: “Se in presenza di una situazione criminale già particolarmente complessa, come quella di Roma e nel Lazio, si dovesse creare una unificazione di intenti tra aspetti puramente criminali e sfruttamento di alcuni settori politici sarebbe pericoloso. Uno scenario su cui occorrono però ulteriori verifiche investigative”.