Ci ha messo “solo” sei mesi, addirittura undici per la misura dedicata ai cosiddetti “occupabili”. Ma alla fine il governo ha deciso di ammettere il disastro. A sancirlo ci pensa l’Inps, nel primo “Osservatorio sulle misure di contrasto alla povertà e di inclusione sociale Assegno di inclusione e Supporto Formazione Lavoro“, che snocciola i dati fino a ieri chiesti dalla stampa e negati dal ministero del Lavoro. “Dati in linea con i target“, si affretta a commentare la ministra del Lavoro Marina Calderone. Ma i numeri pubblicati dall’Istituto indicano che per il nuovo Reddito di cittadinanza, l’Assegno di inclusione (Adi) partito a gennaio, i beneficiari sono la metà rispetto agli anni scorsi. Un problema enorme visto che nel frattempo i poveri non si sono certo ridotti, anzi. Quanto alle persone in grado di lavorare perché così aveva deciso il governo, a maggio sono state appena 56mila le beneficiarie dell’indennità di formazione da 350 euro, un quinto della platea inizialmente ipotizzata dal governo.
I numeri dell’Inps – Nei primi sei mesi dell’anno, le famiglie con domanda accolta per l’Assegno di inclusione sono state 697.640, per un totale di 1.681.380 individui. Nel Sud Italia hanno beneficiato dell’Adi 436.181 famiglie (69,82% del totale), rispetto a 80.051 famiglie nel Centro e 108.480 nel Nord. Napoli si conferma la provincia con il maggior numero di beneficiari, con 100.665 famiglie (287.581 persone) riceventi l’Adi, un numero che quasi eguaglia quello dell’intero Nord Italia. L’assegno medio a Napoli è di 680 euro, superiore alla media del Sud (631 euro), a quella del Nord (578 euro), ma anche a quella nazionale di 617 euro. Su 624.712 assegni erogati a maggio, 238.512 sono stati destinati a nuclei in cui sono presenti persone con disabilità, pari al 38,18% dei nuclei coinvolti, contro il 25,14% di famiglie con disabili che ricevevano il Rdc a dicembre. L’importo medio per queste famiglie è aumentato, passando da 497 euro del Rdc a 654 euro dell’Adi. Aumentano anche le famiglie con minori beneficiarie dell’Adi: 260.298 (41,67% del totale), rispetto alle 250.650 famiglie con minori che ricevevano il Rdc (34,47%). Si tratta di variazioni dovute in gran parte alle nuove regole: per ottenere l’Adi nel nucleo devono essere presenti persone disabili, over 60, minori o situazioni di disagio già accertate. Scelta che ha ridotto la percentuale di famiglie monocomponenti, dai 319.846 nuclei del Rdc (43,99% del totale) ai 214.763 nuclei dell’Adi (34,38%). In questo caso l’importo medio per le famiglie con minori registrato a maggio è stato di 691 euro, leggermente inferiore ai 709 euro del Rdc a dicembre.
Il bagno di realtà – “Al 30 giugno erano 698mila i nuclei familiari con diritto all’Assegno di inclusione, per un totale di quasi 1,7 milioni di persone, siamo vicini ai target annuali della misura”, ha commentato la ministra Calderone, che in passato aveva fissato a 737mila nuclei il target del governo per la nuova misura di contrasto alla povertà. Un target ancora da raggiungere nonostante la scarsa ambizione in termini di contrasto alla povertà. Anzi, in controtendenza rispetto alla realtà, come rileva anche l’Ocse analizzando i dati sui salari reali in Italia. Nel rapporto 2024, l’Istat ha registrato il peggioramento degli indicatori sulla povertà assoluta, che nel 2023 hanno raggiunto “livelli mai toccati negli ultimi 10 anni“, mentre crescono i lavoratori poveri perché il reddito da lavoro è sempre meno capace di difendere le famiglie dal disagio economico. E mentre a risentire del peggioramento sono soprattutto i più giovani, con 1,3 milioni di minori in condizioni di povertà assoluta. Il record raggiunto l’anno scorso dice che in povertà assoluta sono il 9,8% degli italiani e l’8,5% delle famiglie, per un totale di 2 milioni 235mila famiglie e di 5 milioni 752mila individui in povertà. Sempre secondo l’Istat, il vecchio Reddito di cittadinanza non è mai arrivato a coprire nemmeno il 50% delle famiglie in povertà assoluta, e tuttavia negli anni scorsi la misura aveva raggiunto quasi 4 milioni di beneficiari nel 2021, durante la pandemia Covid-19, tornando poi ai livelli iniziali con 1.363.095 nuclei e 2.884.865 individui beneficiari nel 2023, ultimo anno del Rdc con i cosiddetti “occupabili”, 18-59enni senza minori, disabili, over 60 o situazioni di disagio accertate nel proprio nucleo, che già da agosto 2023 avevano viste interrotte le erogazioni secondo le novità introdotte dal governo nella sua prima legge di bilancio.
Beneficiari dimezzati – Di fronte alla povertà che aumenta, soprattutto per le fasce di popolazione in età da lavoro, il governo ha dunque dimezzato i beneficiari del contrasto alla povertà: a maggio l’Adi è stato erogato a 624.712 famiglie, coinvolgendo 1,5 milioni di persone, mentre l’anno scorso erano state 2,9 milioni. Ci sono poi gli “occupabili“, persone in povertà assoluta che, a patto di poter esibire un Isee ancora più basso (6mila euro) rispetto a quello necessario per l’Adi (9.360), dallo scorso settembre possono richiedere il Supporto formazione e lavoro (Sul), 350 euro a mese a fronte di percorsi di formazione e partecipazione a progetti utili alla collettività. Secondo l’Osservatorio appena pubblicato dall’Inps, nel complesso è stato pari a 96mila il numero di soggetti con domanda Sfl accolta dallo scorso settembre e fino al 30 giugno 2024. Lo scorso gennaio la ministra Calderone aveva parlato di una platea potenziale di 250mila persone, già ridotta dalle nuove regole che per il Sfl pretendono un Isee sotto i 6mila euro, mentre per Rdc e Adi il limite è di 9.360 euro. A maggio 2024, 11 mesi dopo, sono state 56.796 le indennità erogate, un quinto della platea. Gli altri? Il Fatto ha raccontato in più occasioni le difficoltà burocratiche e informatiche che hanno ostacolato i potenziali percettori, compresi quelli già iscritti ai corsi di formazione o ad altre politiche attive, spingendo molti a lasciar perdere, a cercare altri modi per sopravvivere. Deterrente nel deterrente, il Sfl dura al massimo 12 mesi: chi ha iniziato a percepirlo lo scorso settembre sta per perderlo definitivamente e se non ha trovato lavoro, secondo le nuove regole del governo non avrà più di che vivere. Quante siano queste persone, l’Osservatorio non lo dice. Silenzio che si somma a quello sui tanti working poor, la parte dei beneficiari Rdc che un reddito da lavoro ce l’aveva, anche se insufficiente, e che secondo l’Istat sono in aumento. Sempre secondo l’Istat, l’erogazione del Reddito di cittadinanza negli anni passati “ha permesso di uscire dalla povertà a 404 mila famiglie nel 2020, 484 mila nel 2021 e 451 mila nel 2022”. Visti i risultati appena resi pubblici dal governo, e la povertà in aumento, non si può che attendere i numeri sull’efficacia del nuovo Assegno di inclusione nel contrasto alla povertà. Sperando di non dover attendere un altro anno.
Economia
La povertà aumenta, ma il governo ha dimezzato i beneficiari del Reddito di cittadinanza. Ecco i dati Inps su Adi e Sfl
Ci ha messo “solo” sei mesi, addirittura undici per la misura dedicata ai cosiddetti “occupabili”. Ma alla fine il governo ha deciso di ammettere il disastro. A sancirlo ci pensa l’Inps, nel primo “Osservatorio sulle misure di contrasto alla povertà e di inclusione sociale Assegno di inclusione e Supporto Formazione Lavoro“, che snocciola i dati fino a ieri chiesti dalla stampa e negati dal ministero del Lavoro. “Dati in linea con i target“, si affretta a commentare la ministra del Lavoro Marina Calderone. Ma i numeri pubblicati dall’Istituto indicano che per il nuovo Reddito di cittadinanza, l’Assegno di inclusione (Adi) partito a gennaio, i beneficiari sono la metà rispetto agli anni scorsi. Un problema enorme visto che nel frattempo i poveri non si sono certo ridotti, anzi. Quanto alle persone in grado di lavorare perché così aveva deciso il governo, a maggio sono state appena 56mila le beneficiarie dell’indennità di formazione da 350 euro, un quinto della platea inizialmente ipotizzata dal governo.
I numeri dell’Inps – Nei primi sei mesi dell’anno, le famiglie con domanda accolta per l’Assegno di inclusione sono state 697.640, per un totale di 1.681.380 individui. Nel Sud Italia hanno beneficiato dell’Adi 436.181 famiglie (69,82% del totale), rispetto a 80.051 famiglie nel Centro e 108.480 nel Nord. Napoli si conferma la provincia con il maggior numero di beneficiari, con 100.665 famiglie (287.581 persone) riceventi l’Adi, un numero che quasi eguaglia quello dell’intero Nord Italia. L’assegno medio a Napoli è di 680 euro, superiore alla media del Sud (631 euro), a quella del Nord (578 euro), ma anche a quella nazionale di 617 euro. Su 624.712 assegni erogati a maggio, 238.512 sono stati destinati a nuclei in cui sono presenti persone con disabilità, pari al 38,18% dei nuclei coinvolti, contro il 25,14% di famiglie con disabili che ricevevano il Rdc a dicembre. L’importo medio per queste famiglie è aumentato, passando da 497 euro del Rdc a 654 euro dell’Adi. Aumentano anche le famiglie con minori beneficiarie dell’Adi: 260.298 (41,67% del totale), rispetto alle 250.650 famiglie con minori che ricevevano il Rdc (34,47%). Si tratta di variazioni dovute in gran parte alle nuove regole: per ottenere l’Adi nel nucleo devono essere presenti persone disabili, over 60, minori o situazioni di disagio già accertate. Scelta che ha ridotto la percentuale di famiglie monocomponenti, dai 319.846 nuclei del Rdc (43,99% del totale) ai 214.763 nuclei dell’Adi (34,38%). In questo caso l’importo medio per le famiglie con minori registrato a maggio è stato di 691 euro, leggermente inferiore ai 709 euro del Rdc a dicembre.
Il bagno di realtà – “Al 30 giugno erano 698mila i nuclei familiari con diritto all’Assegno di inclusione, per un totale di quasi 1,7 milioni di persone, siamo vicini ai target annuali della misura”, ha commentato la ministra Calderone, che in passato aveva fissato a 737mila nuclei il target del governo per la nuova misura di contrasto alla povertà. Un target ancora da raggiungere nonostante la scarsa ambizione in termini di contrasto alla povertà. Anzi, in controtendenza rispetto alla realtà, come rileva anche l’Ocse analizzando i dati sui salari reali in Italia. Nel rapporto 2024, l’Istat ha registrato il peggioramento degli indicatori sulla povertà assoluta, che nel 2023 hanno raggiunto “livelli mai toccati negli ultimi 10 anni“, mentre crescono i lavoratori poveri perché il reddito da lavoro è sempre meno capace di difendere le famiglie dal disagio economico. E mentre a risentire del peggioramento sono soprattutto i più giovani, con 1,3 milioni di minori in condizioni di povertà assoluta. Il record raggiunto l’anno scorso dice che in povertà assoluta sono il 9,8% degli italiani e l’8,5% delle famiglie, per un totale di 2 milioni 235mila famiglie e di 5 milioni 752mila individui in povertà. Sempre secondo l’Istat, il vecchio Reddito di cittadinanza non è mai arrivato a coprire nemmeno il 50% delle famiglie in povertà assoluta, e tuttavia negli anni scorsi la misura aveva raggiunto quasi 4 milioni di beneficiari nel 2021, durante la pandemia Covid-19, tornando poi ai livelli iniziali con 1.363.095 nuclei e 2.884.865 individui beneficiari nel 2023, ultimo anno del Rdc con i cosiddetti “occupabili”, 18-59enni senza minori, disabili, over 60 o situazioni di disagio accertate nel proprio nucleo, che già da agosto 2023 avevano viste interrotte le erogazioni secondo le novità introdotte dal governo nella sua prima legge di bilancio.
Beneficiari dimezzati – Di fronte alla povertà che aumenta, soprattutto per le fasce di popolazione in età da lavoro, il governo ha dunque dimezzato i beneficiari del contrasto alla povertà: a maggio l’Adi è stato erogato a 624.712 famiglie, coinvolgendo 1,5 milioni di persone, mentre l’anno scorso erano state 2,9 milioni. Ci sono poi gli “occupabili“, persone in povertà assoluta che, a patto di poter esibire un Isee ancora più basso (6mila euro) rispetto a quello necessario per l’Adi (9.360), dallo scorso settembre possono richiedere il Supporto formazione e lavoro (Sul), 350 euro a mese a fronte di percorsi di formazione e partecipazione a progetti utili alla collettività. Secondo l’Osservatorio appena pubblicato dall’Inps, nel complesso è stato pari a 96mila il numero di soggetti con domanda Sfl accolta dallo scorso settembre e fino al 30 giugno 2024. Lo scorso gennaio la ministra Calderone aveva parlato di una platea potenziale di 250mila persone, già ridotta dalle nuove regole che per il Sfl pretendono un Isee sotto i 6mila euro, mentre per Rdc e Adi il limite è di 9.360 euro. A maggio 2024, 11 mesi dopo, sono state 56.796 le indennità erogate, un quinto della platea. Gli altri? Il Fatto ha raccontato in più occasioni le difficoltà burocratiche e informatiche che hanno ostacolato i potenziali percettori, compresi quelli già iscritti ai corsi di formazione o ad altre politiche attive, spingendo molti a lasciar perdere, a cercare altri modi per sopravvivere. Deterrente nel deterrente, il Sfl dura al massimo 12 mesi: chi ha iniziato a percepirlo lo scorso settembre sta per perderlo definitivamente e se non ha trovato lavoro, secondo le nuove regole del governo non avrà più di che vivere. Quante siano queste persone, l’Osservatorio non lo dice. Silenzio che si somma a quello sui tanti working poor, la parte dei beneficiari Rdc che un reddito da lavoro ce l’aveva, anche se insufficiente, e che secondo l’Istat sono in aumento. Sempre secondo l’Istat, l’erogazione del Reddito di cittadinanza negli anni passati “ha permesso di uscire dalla povertà a 404 mila famiglie nel 2020, 484 mila nel 2021 e 451 mila nel 2022”. Visti i risultati appena resi pubblici dal governo, e la povertà in aumento, non si può che attendere i numeri sull’efficacia del nuovo Assegno di inclusione nel contrasto alla povertà. Sperando di non dover attendere un altro anno.
Articolo Precedente
Ponte sullo Stretto, Anac boccia di nuovo il governo: “Lo Stato si assume rischi che non gli competono e i costi potrebbero lievitare”
Articolo Successivo
Mense scolastiche e ospedaliere, Anir: “Serve un Tavolo nazionale per discutere di welfare e sostenibilità”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
“Vendo io le borse Hermès false a Santanchè”. Perché ora la ministra del Turismo rischia
Mondo
Germania al voto tra industria in crisi e lo spettro Afd. Per il nuovo leader Merz il governo sarà un rebus. “Non farà di Trump il suo avversario” | L’intervista
Cronaca
Autovelox, la stessa sezione della Cassazione ora cambia idea: ma sull’omologazione crea altro caos. Intanto il Mit annuncia un decreto
Roma, 22 feb. (Adnkronos Salute) - Ansia e depressione, nei pazienti con cancro, peggiorano la risposta alle cure e riducono la sopravvivenza. Lo evidenziano i risultati di uno studio (Stress Lung) pubblicato su 'Nature Medicine' e condotto su 227 pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato e trattati in prima linea con farmaci immunoterapici. A 2 anni, solo il 46% dei pazienti con distress emozionale, in particolare ansia e depressione, era vivo rispetto al 65% delle persone colpite dal carcinoma polmonare, ma senza segni di disagio psicologico. In Italia lo psicologo dedicato all'oncologia è presente, sulla carta, in circa la metà dei centri, in realtà solo il 20% delle strutture dispone di professionisti formati per affrontare il disagio mentale determinato dal cancro. Per contribuire a colmare questa lacuna nasce 'In buona salute', la prima piattaforma online di psiconcologia in Italia (inbuonasalute.eu), presentata ieri a Milano, in un incontro con la stampa. Si tratta di un luogo sicuro, accessibile e altamente professionale - riporta una nota - dove pazienti, caregiver e operatori sanitari possono ricevere un aiuto qualificato, senza limiti di tempo o spazio.
"Si stima che più del 50% dei pazienti oncologici sviluppi livelli significativi di distress emozionale che hanno un impatto negativo sulla qualità di vita, sull'adesione ai trattamenti e, quindi, sulla sopravvivenza - spiega Gabriella Pravettoni, responsabile scientifico di 'In buona salute', direttrice della divisione di Psiconcologia dell'Istituto europeo di oncologia e professoressa di Psicologia delle decisioni all'Università degli Studi di Milano - Il sostegno psiconcologico è fondamentale prima, durante e dopo le cure. Sono contenta che ci siano iniziative di questo genere dove si possa offrire un supporto concreto e personalizzato a chi affronta il tumore, attraverso un percorso di cura psicologica mirato e focalizzato al miglioramento del benessere mentale durante ogni fase della malattia".
Dopo aver completato un questionario online, la piattaforma suggerisce lo specialista più in linea con le necessità di ogni persona. E' infatti disponibile un team di psiconcologi certificati, impegnati a fornire un aiuto prezioso a pazienti, caregiver e operatori sanitari. Nella piattaforma è possibile trovare risorse, supporto emotivo e informazioni affidabili. E' consigliato un ciclo di 10 sedute online di 50 minuti.
"Troppo spesso i risvolti psicologici di una diagnosi di cancro sono lasciati in seconda linea, rispetto ai bisogni strettamente clinici - continua Pravettoni - Vanno considerate le difficoltà dei medici a discutere di questi argomenti durante la visita, anche per mancanza di tempo, e la riluttanza dei pazienti a confidarli, talvolta per lo stigma ancora associato ai problemi legati alla salute mentale. Anche quando i problemi psicologici vengono riconosciuti, non è facile gestirli nella pratica clinica. Non esiste, infatti, un modello di valutazione e intervento adatto a tutte le circostanze. Anche il supporto psiconcologico deve adeguarsi e rispondere ai bisogni dei pazienti, adottando tutti gli strumenti utili, incluse le sedute online".
Nel 2024, nel nostro Paese, sono stati stimati 390.100 nuovi casi di tumore. Grazie ai programmi di screening e ai progressi nelle terapie, aumenta il numero di persone che vivono dopo la diagnosi: nel 2024 erano circa 3,7 milioni. "La cura a 360 gradi di questi cittadini deve implicare una maggiore attenzione alle conseguenze psicologiche della malattia - afferma Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore della Clinica di Oncologia medica dell'Irccs Ospedale policlinico San Martino, Università di Genova - Il distress emozionale nelle persone colpite dal cancro è una condizione frequente, che ha un impatto negativo sulla qualità della vita e sulla sopravvivenza. I pazienti oncologici con sintomi depressivi mostrano, inoltre, una minor aderenza ai protocolli terapeutici. Uno studio retrospettivo ha indagato il grado di accettazione della chemioterapia adiuvante in donne con carcinoma della mammella: tra le pazienti con depressione che non hanno richiesto aiuto psicologico, solo il 51% ha accettato di sottoporsi alla chemioterapia. L'associazione tra sintomi depressivi e riduzione della sopravvivenza può essere dovuta non solo alla mancata aderenza terapeutica, ma anche alla risposta allo stress cronico e ai meccanismi immunitari implicati".
Per garantire "servizi adeguati di psiconcologia - prosegue Del Mastro - serve non solo un potenziamento delle risorse, ma anche riconoscere il ruolo dello psiconcologo all'interno del team multidisciplinare. Inoltre, i pazienti devono essere informati di più e meglio sull'opportunità di beneficiare di questi servizi. Ad esempio, la norma che ha istituito in Italia le Breast unit ha stabilito che, all'interno dei team multidisciplinari, siano inclusi gli psiconcologi, ma troppo spesso nei centri di senologia mancano professionisti strutturati, sostituiti da figure che lavorano con contratti precari. Ecco perché sono importanti progetti come 'In buona salute', che possono rispondere alle esigenze di supporto emotivo dei pazienti. Va considerata anche la facilità di accesso al servizio online, perché non è necessario spostarsi per accedere alle strutture, vantaggio importante soprattutto quando si tratta di pazienti fragili in trattamento".
Aggiunge Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia: "Già dalla diagnosi la donna si trova a affrontare una serie di problematiche che afferiscono all'ambito psicologico. Stress, disturbi d'ansia, depressione, immagine corporea alterata, difficoltà nella sfera emotiva, familiare e di coppia, sono le più comuni di un elenco purtroppo molto lungo. Grazie anche all'aiuto dello psiconcologo, è possibile per la paziente sviluppare una capacità di adattamento e di autogestione di fronte alla malattia, arrivare cioè a quello stato di resilienza necessario a superare le difficoltà nel percorso di cura. Lo psiconcologo dovrebbe essere presente, insieme all'oncologo medico, fin dall'inizio, ad ogni colloquio, anche se siamo ben consapevoli della carenza di personale dedicato e della precarietà degli incarichi".
"Mentre ci impegniamo con forza affinché questi limiti vengano superati e si rispettino le linee guida europee che prevedono la presenza dello psiconcologo in tutte le Breast Unit, accogliamo con favore la disponibilità di una piattaforma online con figure specializzate - conclude - a cui pazienti e familiari possano rivolgersi con la certezza di trovare un supporto qualificato".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sono vicino all’amico Mario Occhiuto con tutti i senatori di Forza Italia in questo momento di immenso dolore per la scomparsa del figlio". Lo scrive sul suo profilo X il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri per la morte di Francesco Occhiuto, figlio 30enne del senatore ed ex sindaco di Cosenza.
"Gli siamo vicini nella preghiera e con la fraterna amicizia, che gli testimoniamo per essergli accanto in un momento drammatico per lui e per la sua famiglia. Che abbracciamo tutta, con un pensiero a Roberto", conclude.
Mosca, 22 feb. (Adnkronos) - Un secondo incontro tra i rappresentanti di Russia e Stati Uniti è previsto entro le prossime due settimane. Lo ha annunciato il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, citato dall'agenzia di stampa statale Ria, aggiungendo che l'incontro avrà luogo in un paese terzo.
Reggio Emilia, 22 feb. - (Adnkronos) - Residui di amianto e carni in stato di decomposizione. E' cresciuta la preoccupazione dei cittadini di Reggio Emilia nei dieci giorni trascorsi dalla mattina dell’11 febbraio, quando si sono svegliati osservando una nube di fumo in cielo causata dall’incendio dello stabilimento della multinazionale Inalca, tra i leader internazionali per la lavorazione di carni fresche.
Nelle ultime ore, in seguito al parziale dissequestro dell’area, il sindaco reggiano Marco Massari ha quindi emanato un’ordinanza di bonificaper la presenza di residui di amianto e carni in stato di decomposizione negli spazi dove si era sviluppato l’incendio (VIDEO).
L’ordinanza si fonda sul referto del Dipartimento di Sanità ed Igiene pubblica dell’Ausl di Reggio Emilia, da cui emerge che “l’area scoperta dell’impianto identificata come area cortiliva, contenuta nel perimetro esterno del complesso e non sottoposta a sequestro giudiziario, risulta interessata da frammenti di cemento amianto ed è necessario adottare misure precauzionali atte ad impedire la dispersione di fibre attraverso la raccolta ad umido o con aspiratori a filtro assoluto”.
Inoltre, dallo stesso referto emerge che diversi alimenti di varia origine - tra cui consistenti quantità di provenienza animale, stoccati nel magazzino della ditta Quanta Stock&Go, anch’esso parzialmente coinvolto nell'incendio - stanno subendo un “normale processo di putrefazione che determina la necessità di provvedere con urgenza alla rimozione e smaltimento degli stessi”.
Gaza City, 22 feb. (Adnkronos) - Ha doppia cittadinanza israeliano e austriaca Tal Shoham, rapito insieme alla sua famiglia il 7 ottobre del 2023 dal kibbutz Be'eri. Era invece tenuto in prigionia da 11 anni Avera Mengistu, ebreo di origini etiopi entrato per errore nella Striscia di Gaza nel 2014. Sono loro i primi ostaggi rilasciati oggi da Hamas a Rafah, dopo essere fatti salire sul palco allestito davanti alla folla con le stesse modalità adottate in precedenza.
Il primo a salire sul palco è stato Tal Shoham, 39 anni, rapito dalla sua casa insieme ad altri otto membri della sua famiglia Tra questi c'erano Shoshan Haran, 67 anni, Avshalom Haran, 66 anni, Lilach Lea Kipnis, 60 anni, Adi Shoham, 38 anni, Naveh Shoham, 8 anni, Yahel Gani Shoham, 3 anni, Sharon Avigdori, 52 anni e Noam Avigdori, 12 anni. Il 7 ottobre Shoham era in visita a Be'eri per la festività di Simchat Torah con la moglie e i figli perché sua moglie era cresciuta lì. Anche la moglie e i figli di Shoham sono stati presi in ostaggio da Hamas e tenuti insieme, ma separati da Tal. Sua moglie Adi e i figli Naveh e Yahel, ora di 9 e 4 anni, sono stati rilasciati nel primo accordo di sequestro il 25 novembre 2023, dopo 50 giorni.
Il secondo a essere rilasciato oggi da Hamas è stato Mengistu, un ebreo israeliano di origine etiope che secondo i medici soffriva di una malattia psichiatrica quando attraversò il confine con la Striscia di Gaza il 7 settembre 2014. Nato in Etiopia, emigrato in Israele all'età di cinque anni con la sua famiglia come parte dell'Operazione Salomone. E' cresciuto ad Ashkelon con i suoi otto fratelli e sorelle. Dopo che suo fratello maggiore, Michael, ha sofferto di anoressia ed è morto all'età di 29 anni, il suo stato mentale è peggiorato e ha iniziato a condurre lunghe marce da solo in tutto Israele.
L'uomo, ora 38enne, aveva 28 anni quando è entrato nella parte settentrionale della Striscia di Gaza dopo aver litigato con la madre, secondo Human Rights Watch. Hamas sostiene che sia un soldato, un'affermazione contestata sia da Human Rights Watch sia dalla sua famiglia. Nel gennaio 2023 Hamas diffuse un video in cui chiedeva a Israele di negoziare la sua liberazione.
Gaza, 22 feb. (Adnkronos) - Gli ostaggi israeliani Tal Shoham e Abera Mengistu sfilano sul palco a Rafah davanti ad Hamas prima della loro liberazione dalla prigionia. Un rappresentante della Croce Rossa Internazionale sta firmando i documenti per il loro rilascio.
Tel Aviv, 22 feb. (Adnkronos) - Israele ha pubblicato l'elenco dei 602 prigionieri palestinesi che intende liberare oggi dopo la restituzione degli ostaggi da parte di Hamas. Tra questi, 60 prigionieri erano stati condannati a lunghe pene detentive, 50 a ergastolo.