Una protesta è esplosa nel carcere di Viterbo dopo il ritrovamento di un detenuto morto nel suo letto forse per cause naturali. La rivolta interessa una sezione che ospita circa 50 detenuti: sono stati incendiati suppellettili e materassi. All’esterno della struttura carceraria oltre alle forze dell’ordine anche i vigili del fuoco e il personale sanitario. La polizia penitenziaria ha lavorato per circoscrivere la sommossa ma si è reso necessario anche il supporto dell’intervento del gruppo specializzato arrivato da Roma. “Da questa mattina i detenuti del reparto comune di Viterbo stanno inscenando proteste che man mano sono andate peggiorando, visto che da poco è in atto una vera e propria rivolta con la distruzione di tutto il reparto D1″, ha spiegato Giuseppe Proietti Consalvi, vice segretario generale Osapp.

La protesta è scattata dopo il ritrovamento del corpo senza vita di un detenuto di 32 anni, originario dell’est. In base a quanto si apprende l’uomo, tossicodipendente, era detenuto da pochi giorni. Al momento si esclude che la morte sia legata a un gesto volontario o a un evento violento. Sul corpo non sarebbero individuate ferite. Il decesso potrebbe essere legato, ma è solo una primissima ipotesi, all’uso di sostanze stupefacenti. Risposte arriveranno dalla indagine che verrà avviata dalla Procura della Tuscia che affiderà incarico, come avviene in questi casi, per procedere con l’autopsia.

Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria S.PP, parla di “detenuti asserragliati in una sezione che lanciano bombolette a gas incendiarie contro i poliziotti penitenziari”. Poi il richiamo alla politica: “Tutti i nostri avvertimenti sono rimasti inascoltati. Questa di Viterbo sarà una delle tante rivolte che caratterizzeranno l’estate”.

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