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Ue, nessun provvedimento contro Orbán dopo le visite a Putin e Xi Jinping: dal Coreper solo un avvertimento

Solo una protesta formale, un avvertimento, ma per l’Ungheria, presidente di turno dell’Ue, non verrà preso alcun provvedimento dopo i viaggi istituzionali non concordati che hanno visto il primo ministro, Viktor Orbán, recarsi prima a Kiev per incontrare Volodymyr Zelensky e successivamente a Mosca e Pechino, dove ha avuto bilaterali con Vladimir Putin e Xi Jinping. È quanto avvenuto nel corso della riunione dei rappresentanti permanenti (Coreper) nella quale 25 ambasciatori in Ue si sono lamentati con l’omologo di Budapest, ma nessuno ha sollevato la questione della fine o della riduzione della durata della presidenza né sono state presentate o adottate misure concrete.

Nel corso dell’incontro, il rappresentante ungherese ha sostenuto che le visite del primo ministro erano “strettamente bilaterali” e solo per “sondare la fattibilità e le condizioni per un cessate il fuoco“. Ma 25 ambasciatori hanno detto molto chiaramente che tale argomentazione “non era credibile”. Lo dimostrano le parole di Putin che lo ha accolto “come rappresentante dell’Unione europea” senza essere smentito da Orbán e anche il fatto che nelle foto istituzionali sia stato inserito il logo della presidenza ungherese dell’Ue.

Inoltre, Orbán si è comunque sentito nella posizione di dover informare il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sui risultati degli incontri. Si tratta di informazioni confidenziali, ha detto Janos Boka, ministro ungherese per gli Affari Europei, e tocca ora alle istituzioni europee e gli Stati membri decidere cosa fare con queste informazioni. “Orban non ha mai parlato a nome dell’Ue ed è a conoscenza delle sue responsabilità”, ha detto sottolineando che non è stato possibile informare prima i partner o le istituzioni vista “la natura delicata delle visite” che sono state possibili “in questa sequenza” solo ora.

Boka ha poi aggiunto che, comunque, tra gli Stati dell’Ue “non c’è alcun protocollo fissato per coordinare le visite. Ci sono incontri bilaterali dei quali non siamo informati, non c’è un protocollo concordato che dobbiamo rispettare. Il coordinamento non è sempre possibile, specie nel caso di visite così delicate. Il primo ministro ha informato” il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e i capi di Stato e di governo “in uno spirito di cooperazione, dopo le visite, anche se non era suo obbligo” farlo.