All’Ucraina arriveranno nuovi sistemi di difesa aerea Patriot e un sistema Samp-T donato dall’Italia. È l’annuncio di Joe Biden dal palco del Mellon Auditorium durante il vertice della Nato a Washington. Dal luogo dove fu firmato il trattato che sancì la nascita dell’Alleanza nel 1949 il presidente Usa assicura che “la Russia non prevarrà“. E il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha anche fatto sapere che gli alleati della Nato hanno iniziato il trasferimento degli aerei da combattimento F-16 all’Ucraina che “saranno operativi già questa estate“.
Trasferimento degli F-16 in corso – “Mentre parliamo, è in corso il trasferimento di jet F-16, provenienti dalla Danimarca e dai Paesi Bassi” alle forze di Kiev, ha detto Blinken al vertice organizzato a Washington per il 75esimo anniversario della Nato. “I governi di Danimarca e Olanda stanno donando all’Ucraina F-16 di fabbricazione americana, con il sostegno degli Stati Uniti. Il processo di trasferimento di questi F-16 è ora in corso e l’Ucraina volerà con F-16 operativi quest’estate”, riferiscono in una dichiarazione congiunta il presidente Biden, il premier olandese Dick Schoof e la premier danese Mette Frederiksen, aggiungendo che al momento non possono fornire ulteriori dettagli “a causa di problemi di sicurezza operativa“. “Siamo impegnati a potenziare ulteriormente le capacità aeree dell’Ucraina, che includeranno squadroni di moderni aerei multiruolo F-16 di quarta generazione. La coalizione intende sostenere il loro sostentamento e armamento, nonché l’addestramento dei piloti per migliorare l’efficacia operativa”, precisano ancora Biden, Schoof e Frederiksen.
Nuove operazioni nel 2026 – Non solo. L’amministrazione statunitense ha fatto anche sapere che gli Usa dal 2026 inizieranno il dispiegamento episodico in Germania di capacità di fuoco a lungo raggio nell’ambito della Multi-Domain Task Force. Tra queste ci saranno SM6 e Tomahawk. L’operazione, si legge in una nota della Casa Bianca, dimostrerà l’impegno degli Stati Uniti nei confronti della Nato e il suo contributo alla deterrenza integrata europea.
I Patriot e il Samp-T – Ad apertura di vertice il presidente Usa aveva annunciato l’invio di altri sistemi di difesa. “Collettivamente, forniremo all’Ucraina ulteriori sistemi di difesa aerea strategica, comprese batterie Patriot aggiuntive donate da Stati Uniti, Germania e Romania; componenti Patriot donati da Olanda e da altri partner per consentire il funzionamento di una batteria Patriot aggiuntiva; e un ulteriore sistema Samp-T donato dall’Italia“, si legge in una nota della Casa Bianca. Il governo italiano plaude per la “presa d’atto” dell’Alleanza “dell’importante contributo” italiano e Giorgia Meloni ribadisce che l’Italia “terrà fede ai suoi impegni” di spendere il 2% del pil per la spesa militare, spendendo 800 milioni in più nel 2024. Ma il ministro Guido Crosetto prende tempo e annuncia che ripresenterà la richiesta alla nuova Commissione Ue per una deroga al patto di stabilità, proprio per raggiungere quell’obiettivo.
Biden: “Oggi la Nato è più forte che mai” – Biden si gode gli applausi degli altri leader della Nato e prova a zittire le richieste di ritiro dalla corsa alla Casa Bianca arrivate dal suo stesso partito dopo la disastrosa performance al dibattito con Trump. Questa volta non perde il filo del discorso: “L’Ucraina può e fermerà Putin”, ha ribadito il presidente Usa. “La Nato fu fondata per proteggere la democrazia e noi siamo qui per rinnovare quell’impegno, oggi la Nato è più potente che mai“, ha aggiunto il presidente americano consegnando al segretario generale della Nato la Medal of Freedom, la più alta onorificenza civile americana. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ringrazia ma fa sapere che questo non è sufficiente. Donald Trump, invece, segue da lontano il vertice e attacca: “Gli Stati Uniti sono quelli che stanno pagando di più per aiutare l’Ucraina”: l’Europa dovrebbe mandare a Kiev 100 miliardi di dollari per “pareggiare” con gli Usa, ha detto sul suo social Truth. L’ex presidente si è preso poi il merito dell’attuale forza della Nato, osservando come “miliardi di dollari” sono piovuti nell’Alleanza dopo il suo pressing sugli alleati affinché spendessero il loro 2% di pil in difesa. Quando si è insediato Biden nel 2020 a spendere tale cifra erano solo nove paesi membri, ora sono 23.
L’impegno italiano per aumentare la spesa militare – E proprio su quest’ultimo aspetto Giorgia Meloni, a margine del summit a Washington, ha ribadito che l’Italia “terrà fede ai suoi impegni” di spendere il 2% del pil per la difesa “ovviamente con i tempi e le possibilità che abbiamo” e considerando anche “l’impegno l’impegno complessivo del Paese nella Nato”, dove siamo “tra i maggiori contributori di personale in quasi tutte le missioni e le operazioni di pace perché il nostro know how è molto richiesto”. “L’Italia ha contribuito più di ogni altro Paese in proporzione alle possibilità che aveva e sono lieto che anche l’Alleanza Atlantica, dopo l’Ucraina, abbia preso atto di quanto sia stato importante il nostro contributo”, ha aggiunto il ministro della Difesa Guido Crosetto che però prova a prendere tempo: per rispettare l’impegno Nato del 2% del pil per le spese militari o per accelerarlo l’Italia, ha detto Crosetto, chiederà “probabilmente alla nuova commissione Ue di interpretare come fattore rilevante gli investimenti per la difesa e quindi di escluderli dal patto di stabilità“. Una richiesta già avanzata con la commissione uscente. “In caso diverso resta l’impegno a rispettare la scadenza del 2028 e a raggiungere l’obiettivo in ogni modo“, ha sottolineato.
La lettera di intenti sui missili a lungo raggio – Nella serata di mercoledì l’ambasciata francese a Washington ha annunciato che giovedì, a margine del summit, Francia, Germania, Italia e Polonia firmeranno una lettera di intenti sul cosiddetto Elsa, l’approccio europeo sugli attacchi a lungo raggio. L’intesa “aprirà la strada a una cooperazione a lungo termine, globale e inclusiva nel campo degli attacchi a lungo raggio, con l’obiettivo di migliorare le nostre capacità militari rafforzando al contempo la difesa e la base industriale europea”. Alla cerimonia della firma è prevista la presenza dei ministri della difesa dei quattro Paesi.