I reati ambientali aumentano di oltre il 15 per cento. E domina il ciclo illegale del cemento (oltre 13mila reati, con un aumento del 6,5 per cento). Il rischio, in questo contesto, è che il ‘Salva casa’, decreto bandiera del ministro Matteo Salvini, alimenti nuovi abusi nel Paese dove continuano a mancare norme importanti. Per esempio, quelle che dovrebbero semplificare gli abbattimenti degli ecomostri. Ma il settore edilizio non è l’unico problema, come emerge dal nuovo report di Legambiente “Ecomafia 2024. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”, nel 30esimo anno dalla sua prima pubblicazione. Nel 2023 c’è stata un’impennata, con oltre 35mila illeciti penali e una media che sale a oltre 97 reati al giorno per un fatturato di 8,8 miliardi intascato dalle ecomafie. Sono 378 i clan mafiosi censiti.

Tutti gli aumenti – Il ciclo illegale del cemento si conferma al primo posto tra i reati ambientali, ma preoccupa l’aumento degli illeciti nel ciclo dei rifiuti, che superano i 9mila con un aumento del 66% e salgono al secondo posto. Al terzo posto, con oltre 6mila reati, la filiera degli illeciti contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti), seguita dagli incendi dolosi, colposi e generici. Crescono anche i numeri dell’aggressione al patrimonio culturale (642 i furti alle opere d’arte, +58,9% rispetto al 2022) e degli illeciti nelle filiere agroalimentari (oltre 45mila illeciti amministrativi, con un aumento del 9%), a cominciare dal caporalato sul quale in questi anni ci sono state diverse mancanze da parte delle istituzioni.

La geografia delle Ecomafie – A livello regionale la Campania si conferma al primo posto della classifica con più illeciti ambientali (quasi 5mila, il 14% del totale nazionale), seguita da Sicilia (che sale di una posizione con 3.922 reati, +35% rispetto al 2022), Puglia (scesa al terzo posto, con 3.643 illeciti penali, +19,2%) e Calabria (2.912 reati, +31,4%). La Toscana sale dal settimo al quinto posto, seguita dal Lazio. Tra le regioni del Nord, la Lombardia è sempre prima. A livello provinciale, Napoli torna al primo posto, a quota con 1.494 reati, seguita da Avellino (in forte crescita con 1.203 reati, pari al +72,9%) e Bari. Roma scende al quarto posto, con 867 illeciti penali. Continua l’applicazione della legge 68/2015 sugli ecoreati che nel 2023 ha superato la quota 600. Il delitto di inquinamento ambientale resta nel 2023 quello più contestato. Altro dato riguarda i comuni commissariati che sono attualmente 19.

La lotta all’abusivismo – In occasione dell’ultimo giorno di tappa laziale di Goletta Verde, campagna storica che monitora ogni estate lo stato di salute di mare e coste, per dire “No Ecomostri, No Ecomafie”, Legambiente lancia il suo appello al Governo Meloni, affinché dia un segnale di continuità, dal recepimento della nuova direttiva in materia di tutela penale dell’ambiente alla lotta all’abusivismo edilizio, da sanzioni più gravi contro i trafficanti di rifiuti ai reati contro gli animali e quelli per contrastare le agromafie. “C’è ancora molto da fare nel nostro Paese – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – dove continuano a mancare norme importanti, come quelle che dovrebbero semplificare gli abbattimenti degli ecomostri, assegnando ai Prefetti l’esecuzione delle ordinanze di demolizione mai eseguite nei decenni passati”. La voce più pesante dell’illegalità legata al ciclo del cemento è quella dovuta alla miriade di abusi edilizi realizzata nel nostro Paese. La conferma arriva anche dai dati ribaditi nella Relazione del 2024 sugli indicatori del Bes (Benessere equo e sostenibile). Soprattutto al Sud, dove si concentra il 48,8% delle nuove costruzioni abusive. Troppo poche, invece, le demolizioni eseguite, anche se non mancano casi in controtendenza, come l’abbattimento, a dicembre 2023, del Palazzo Mangeruca, l’ecomostro di Torre Melissa, in provincia di Crotone. “In provincia di Catanzaro, a Staletti, le ruspe demolitrici sono entrate in azione contro una delle villette costruite illegalmente su demanio marittimo”, racconta il report. In Sicilia prosegue il lavoro portato avanti dal sindaco di Carini, Giovi Monteleone, con l’abbattimento di immobili, villette, miniappartamenti realizzati abusivamente lungo il litorale.

Il rischi del decreto ‘Salva-Casa’ – “Con il decreto ‘Salva casa’ a cui Legambiente ha presentato una serie di emendamenti – aggiunge Enrico Fontana, responsabile Osservatorio Ambiente e legalità – si corre il rischio di alimentare nuovi abusi”. In queste ore dovrebbe concludersi presso la Commissione Ambiente della Camera la disamina dei 522 emendamenti depositati per la maggior parte proprio dalla maggioranza (solo la Lega ne ha presentati 105), contenenti proposte di modifiche al decreto. La discussione dovrebbe invece iniziare il 15 luglio, per poi arrivare all’approvazione il 28 luglio. Tra le proposte contenute negli emendamenti quelle sul perimetro dell’abitabilità negli edifici antecedenti al 1975, la regolarizzazione di difformità tramite una multa (fino a 25mila euro) e una Scia in sanatoria, anche senza osservare i parametri urbanistici, le modifiche sul recupero dei sottotetti, sullo snellimento nelle procedure per i cambi di destinazione d’uso e il provvedimento ‘Salva Milano’, che dovrebbe sbloccare le autorizzazioni edilizie nel capoluogo lombardo alle prese con una decina di inchieste aperte e circa 150 progetti bloccati perché oggetto di ristrutturazioni ritenute abusive. E se c’è chi lo ritiene un “condono indiscriminato”, i Consigli nazionali di architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, degli ingegneri e la Fondazione Inarcassa hanno già segnalato come, con il decreto ‘Salva casa’, “il dichiarato obiettivo di agevolazione della regolarizzazione di piccole difformità dei fabbricati esistenti si traduce in alcuni casi in un affidamento improprio di responsabilità ai tecnici abilitati, architetti e ingegneri liberi professionisti”.

Dalle agromafie alla gestione dei rifiuti – Per Ciafani sono ugualmente importanti altri provvedimenti, come “l’inserimento nel Codice penale dei delitti commessi dalle agromafie oppure l’approvazione dei decreti attuativi della legge istitutiva del Sistema nazionale di protezione dell’Ambiente per rendere più efficaci i controlli pubblici delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente”. Ma anche il recepimento della nuova direttiva europea in materia di tutela penale dell’ambiente, approvata dal Parlamento Ue a febbraio 2024 e che introduce nuove fattispecie di reato rispetto a quelle già previste dal Codice penale. “Dal Governo Meloni – commenta – ci aspettiamo un segnale di discontinuità”. Altra nota dolente arriva dal settore dei rifiuti. “Deve preoccupare molto anche la crescita dei reati nella gestione dei rifiuti – spiega Fontana – con pratiche illegali che minacciano l’economia circolare”. Tanto che Legambiente chiede di inasprire le sanzioni. “Seguiremo poi con attenzione quanto sta accadendo nella raccolta dei Raee, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche – aggiunge – perché diminuisce la quantità di quelli avviati al riciclo e aumentano le esportazioni illegali, verso Asia e Africa. E manterremo sotto osservazione il mercato illecito degli F-gas, i gas refrigeranti, che vede l’Italia tra i paesi più esposti”. L’edizione Ecomafia 2024 (dedicata a Massimo Scalia tra i fondatori di Legambiente, presidente delle prime due Commissioni parlamentari d’inchiesta sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti) è un’edizione speciale. Tra i temi portati in primo piano anche lo scandalo delle navi a perdere, la morte di Natale De Grazia, il duplice omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, a 30 anni dalla loro uccisione.

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