Scontro con Pechino, quindi anche con Mosca. Il documento finale del vertice Nato a Washington non fa altro che alimentare i venti di guerra, provocando le ennesime reazioni incendiarie da parte di Pechino e del Cremlino. Tutto nasce dall’ultimo monito alla Cina: nella dichiarazione degli Alleati si sostiene che il Paese guidato da Xi Jinping, in quanto membro del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, “deve smettere qualsiasi forma si sostegno politico e materiale” alla Russia e si sottolinea inoltre che il Dragone “costituisce un pericolo per l’Europa e la sicurezza”. Il documento nomina anche gli altri nemici del patto, dalla Corea del Nord all’Iran.
La risposta della Russia – Immediate le repliche di Cina e Russia, che hanno il merito (si fa per dire) di alzare il livello di escalation verbale. “La Nato è di fatto pienamente coinvolta nel conflitto attorno all’Ucraina” ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ripreso dalla Tass. “Abbiamo a che fare con un’alleanza molto potente di Stati che persegue una politica ostile nei confronti della Russia e non la nasconde”, ha aggiunto prima di sottolineare che la dichiarazione dell’Alleanza Atlantica rappresenta “una seria minaccia per la sicurezza della Federazione Russa” e che per questo in risposta saranno “necessarie misure ponderate, coordinate ed efficaci per contenere la Nato”. Il Cremlino, inoltre, ha criticato il fatto che gli alleati della Nato abbiano concordato sul termine “irreversibile” per definire il percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’alleanza e ha inoltre accusato la Nato di spostare “progressivamente” proprie “infrastrutture militari” verso i confini russi. “Se semplifichiamo un po’ la formulazione della decisione della Nato secondo cui l’Ucraina diventerà definitivamente membro dell’alleanza nel tempo – è il ragionamento di Peskov – allora è ovvio che l’alleanza sta perseguendo uno dei suoi obiettivi principali: la soppressione della Russia, l’inflizione di una sconfitta strategica alla Russia”. Da qui la considerazione finale: “Vediamo che i nostri opponenti in Europa e negli Stati Uniti non sono sostenitori del dialogo, a giudicare dai documenti adottati al vertice della Nato, non sono sostenitori della pace”, definendo infine la Nato “un’alleanza creata in un’epoca di conflittualità con l’obiettivo di mantenere la conflittualità”.
La risposta della Cina – Pe quanto riguarda le accuse a Pechino, invece, la Nato ha sottolineato che l’intensificarsi dei legami tra Cina e Russia sono motivo di “profonda preoccupazione” sottolineando che il Paese è diventato “una facilitatrice decisiva della guerra della Russia contro l’Ucraina, attraverso la cosiddetta partnership ‘senza limiti’ e il sostegno su vasta scala alla base industriale militare” di Mosca. Le prese di posizione dei leader occidentali hanno portato a una reazione dura da parte di Pechino che definisce il comunicato “provocatorio” e pieno di “evidenti bugie e calunnie”. Un portavoce della missione cinese presso l’Ue afferma: “Respingiamo fermamente e deploriamo le accuse e abbiamo presentato una forte rimostranza all’Alleanza”. Il riferimento di Pechino è in particolare ai paragrafi della dichiarazione nella quale si accusa la Cina di “ambizioni e politiche coercitive” che sfidano gli interessi, la sicurezza ed i valori della Nato e si denuncia il rapporto con la Russia e il sostegno che da a Mosca nella guerra in Ucraina. In proposito, il portavoce afferma: “La crisi ucraina si protrae da lungo tempo. Ma chi sta aggiungendo benzina sul fuoco? Chi sta alimentando le fiamme? E chi sta cercando di ottenere guadagni per se stessi? La risposta è chiara a tutti”.
E ancora, dopo aver puntato l’indice contro “la mentalità da Guerra fredda” e la “retorica belligerante” degli alleati riuniti a Washington per il summit del 75esimo anniversario, la rappresentanza cinese a Bruxelles esorta ancora: “Invece di usare gli altri come capro espiatorio, la Nato dovrebbe riflettere su se stessa e prendere azioni vere per disinnescare la situazione e risolvere i problemi”. Infine, il monito a stare fuori dalla regione dell’Indo-Pacifico, un’area di sviluppo pacifico e non di competizione geopolitica: “La Nato – conclude il portavoce – mantenga il suo ruolo come organizzazione difensiva regionale nel Nord atlantico”.