Recentemente, ho assistito a notizie che mi hanno lasciato un profondo senso di disgusto e rabbia. I casi di maltrattamento di animali sembrano diventare sempre più frequenti, segnalando una preoccupante tendenza. Il giovane che prende un piccolo e indifeso gattino, lo lancia da un ponte e filma tutto per poi diffondere il video sui social media. Questo atto, oltre a essere estremamente crudele, solleva domande inquietanti sulla nostra società.

Vedere ragazzi che deliberatamente feriscono i gabbiani per il puro piacere di farlo e per guadagnare qualche “like” sui social è un segnale allarmante del degrado etico che stiamo vivendo. È inaccettabile come la ricerca di attenzione e approvazione sui social media possa spingere giovani individui a compiere atti così barbarici.

Questi giovani non solo mostrano una mancanza totale di empatia, ma rappresentano anche un pericolo reale per la nostra società. Per comprendere meglio questi fenomeni, ho parlato con lo psicoterapeuta, il dottor Alfonso Sottile, la sua analisi è stata illuminante quanto preoccupante: “Simili atti possiamo considerarli segni chiari della deriva narcisistica che informa in modo sempre più incisivo le nostre organizzazioni sociali, relazionali e personologiche. L’alterità, di qualunque natura, viene ‘neutralizzata’ riducendola ad oggetto da usare e sfruttare secondo istanze di potere e di controllo”.

Le parole del dottor Sottile mettono in luce una verità amara. Viviamo in una società dove l’attenzione e la visibilità sono diventate le nuove monete di scambio. In questo contesto, il rispetto per gli esseri viventi viene spesso sacrificato sull’altare della notorietà. La sofferenza degli animali diventa un mezzo per un fine egoistico, un modo per ottenere un effimero momento di celebrità sui social media.

Ma il problema non si ferma qui. Le piattaforme sociali hanno una responsabilità enorme in questo contesto. È inaccettabile che i social media permettano il caricamento e la diffusione di video che glorificano la violenza contro gli animali. Questi video non solo violano qualsiasi principio di decenza e umanità, ma contribuiscono a fomentare comportamenti ripugnanti. Le piattaforme devono adottare politiche di tolleranza zero, rimuovendo immediatamente tali contenuti e penalizzando severamente chi li carica. Inoltre, è necessario rivedere chi può accedere ai social media. Le piattaforme dovrebbero essere riservate ai maggiorenni, e ogni utente dovrebbe essere obbligato a registrarsi con un documento di identità valido. Questo non solo aiuterebbe a prevenire la diffusione di contenuti dannosi, ma responsabilizzerebbe gli utenti, riducendo il fenomeno degli abusi online.

La tendenza alla spettacolarizzazione della crudeltà è un chiaro segnale di una crisi più profonda. È il sintomo di una società che sta perdendo il senso dell’empatia e del rispetto per l’altro, chiunque esso sia. La violenza contro gli animali è solo una manifestazione di una cultura più ampia di insensibilità e indifferenza. Come possiamo contrastare questa deriva? La risposta non è semplice, ma sicuramente inizia dall’educazione. Dobbiamo insegnare ai giovani il valore del rispetto per ogni forma di vita, l’importanza dell’empatia e della compassione. I social media, con tutta la loro potenza, possono e devono essere utilizzati per diffondere messaggi positivi, per educare e sensibilizzare. Inoltre, è cruciale che gli atti di violenza contro gli animali vengano puniti con severità. Solo attraverso un sistema di conseguenze chiare e rigorose possiamo sperare di scoraggiare comportamenti simili in futuro.

Non possiamo permetterci di rimanere indifferenti di fronte a questi atti di barbarie. Ogni vita ha un valore intrinseco e merita di essere rispettata. Dobbiamo lavorare insieme per costruire una società più empatica, dove la violenza contro gli animali non abbia più spazio. In questo percorso, ogni piccolo gesto conta. Denunciare gli abusi, sostenere le associazioni che si battono per i diritti degli animali, educare i giovani: tutte queste azioni possono fare la differenza. Solo così potremo sperare in un futuro dove la crudeltà venga estirpata e sostituita dalla compassione e dal rispetto per tutte le creature viventi!

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