Giacomo Bozzoli, ricercato dopo la conferma della Cassazione dell’ergastolo per omicidio, è stato arrestato. I carabinieri lo hanno scovato nella sua villa a Soiano del Garda. Era latitante da 10 giorni. Il 39enne è stato condannato in via definitiva per l’omicidio dello zio Mario e la distruzione del suo cadavere nel forno della fonderia a Marcheno in provincia di Brescia l’8 ottobre 2015. Alle 17,45 di oggi i carabinieri del comando provinciale di Brescia hanno dato esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dalla procura della Repubblica di Brescia a carico dell’imprenditore, che si era dato alla fuga e aveva fatto perdere le proprie tracce.

Il nascondiglio – L’uomo era nascosto nella sua camera da letto della villa di Soiano del Garda quando i carabinieri lo hanno trovato e arrestato. I militari avevano visto dei movimenti sospetti e sono entrati nell’abitazione tra l’altro imbottita di cimici. “Abbiamo capito che era nella villa di Soiano e lo abbiamo trovato nascosto in un cassettone del letto matrimoniale. In un borsello aveva 50mila euro” ha detto il procuratore di Brescia, Francesco Prete, nella conferenza stampa in cui sta raccontando i dettagli dell’arresto di Giacomo Bozzoli. “Sappiamo che si è recato con compagna e figlio in Spagna poi ha fatto rientro in Italia con mezzi di fortuna”. “Riteniamo che non avesse intenzione di costituirsi. Lo dimostra il ritrovamento nel cassettone del letto matrimoniale – ha detto il magistrato – Sì è proclamato innocente. E ha detto che vorrà dimostrarlo”. Non si trova la Maserati Levante utilizzata presumibilmente per lasciare l’Italia e resta un mistero su come il 31enne, condannato all’ergastolo, sia rientrato in provincia di Brescia.

L’audizione del figlio – Proprio oggi dopo l’audizione della compagna, è stato ascoltato il figlio di Bozzoli, 9 anni compiuti da poco, che era con i genitori fino al primo luglio quando il padre Giacomo è scappato. Secondo quanto ricostruito il bambino, sentito in audizione protetta, avrebbe sostanzialmente ripetuto la versione fornita agli acquirenti dalla madre circa il viaggio in Spagna con tappa in precedenza in Costa azzurra, poi all’acquario di Valencia e infine a Marbella, dove il padre lo avrebbe salutato per poi continuare da solo la fuga. Le ricerche dell’uomo erano state estese a livello internazionale.

“Durante il processo di primo e secondo grado non erano emerse le necessarie esigenze cautelari richieste dalla legge. Tanto è vero che neppure la polizia ha mai avanzato alcuna richiesta in tal senso” aveva detto il procuratore generale di Brescia Guido Rispoli in un’intervista al Giornale di Brescia. La magistratura requirente e la polizia giudiziaria daranno la caccia senza allentamenti di tensione. Non avrà vita facile. Se gli interessa veramente il bene del figlio dovrebbe costituirsi. Solo così la vicenda non sarà più una notizia e la sua famiglia potrà ritrovare un po’ di tranquillità”.

La fuga – Bozzoli con la famiglia era stato in Costa Azzurra e poi in Spagna, a Marbella. Dal sud della Spagna la polizia iberica aveva fatto sapere alle autorità italiane che le telecamere del resort Hard Rock avevano ripreso il 39enne il 30 giugno, un giorno prima della sentenza definitiva. Nelle immagini si vede il bresciano con il figlioletto. Non solo: una receptionist dell’albergo di lusso lo avrebbe riconosciuto tra i clienti. Il documento del bresciano – la carta di identità – sarebbe stato registrato proprio il 30 giugno. Poi il vuoto assoluto. La compagna e il figlio erano poi rientrati in Spagna. “Siamo stati insieme in Spagna fino al momento della sentenza” aveva raccontato la donna. Bozzoli aveva raggiunto la Spagna con la sua Maserati Levante, L’ipotesi è che fosse fuggito verso un paradiso fiscale: da Capo Verde, all’Africa fino alla vicina Svizzera. Ma invece era a casa.

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