Il tribunale del Riesame di Genova ha rigettato l’istanza di revoca dei domiciliari per il governatore Giovanni Toti, ristretto ai domiciliari dallo scorso 7 maggio con le accuse di corruzione, voto di scambio e falso.


“Leggendo l’istanza – ha commentato il legale del presidente sospeso della Regione Liguria – si capisce che la Procura (per consentire revoca domiciliari, ndr) voglia le dimissioni”. Ma “il solo fatto che ci sia un provvedimento almeno in parte atteso non costituisce di per sé automaticamente alcun presupposto per cambiare qualsiasi cosa”.

Così per ora Giovanni Toti, già delfino di Berlusconi e poi fondatore di diversi partiti di centro, sembra intenzionato a mantenere l’incarico malgrado la conferma dei domiciliari, forte del timore delle elezioni in autunno da parte dei suoi alleati, che manifestano massima fiducia nella capacità di proseguire nell’amministrazione della Regione senza di lui.
“Presenteremo il ricorso in Cassazione – prosegue il suo legale – e valuterà le scelte politiche da fare, che non sono di natura personale ma collettive. Questo provvedimento pesa, ma può essere impugnato”. Per quanto riguarda i tempi, è improbabile aspettarsi una pronuncia della Cassazione prima di settembre. Se non emergeranno cambiamenti sostanziali, come la consegna delle proprie dimissioni, è poco plausibile aspettarsi la liberazione di Giovanni Toti dalla custodia cautelare ai domiciliari nella sua residenza ad Ameglia.