Un’escursione nel bosco con 21 sconosciuti nudi: “Quanto è liberatoria”. Megan Ulu-Lani Boyanton, una giornalista del Denver Post, ha raccontato in un lungo reportage sul suo giornale di aver provato una nuova tipologia di “desiderio” nell’occupazione del proprio tempo libero. Dopo il parapendio in Perù, il cliff jumping a Kauai, eccola all’Iron Aspen Ranch, nella contea di Boulder nel nord del Colorado. 30 splendidi acri di bosco dove vige la nudità. Perlomeno è obbligatoria quella maschile, mentre quella femminile è consigliata anche se, appunto, facoltativa. La Boyanton si è quindi unita al Rocky Mountain Naturist Club (naturista è il termine utilizzato per indicare un nudista senza esplicite intenzioni sessuali) per un’escursione domenicale a fine giugno. Prima di prenotare la donna ha chiesto ad amici e parenti, tra cui il proprio fidanzato che è una guardia forestale, di partecipare con lei, ma ha ricevuto parecchi rifiuti tra cui proprio quel del fidanzato preoccupato per zecche e rami taglienti sulla carne viva delle scoperte parti intime.
Preoccupazioni che non sfiorano minimamente i membri del club e il proprietario del ranch, Mickey Haggerty, un signore che sostiene di “aver indossato i pantaloni cinque volte negli ultimi due anni”. L’idea di Iron Aspen Ranch senza veli ad Haggerty è venuta sette anni fa: ha acquistato la proprietà, poi ha iniziato a costruire la sua casa a mano nel 2011 (non è ancora finita ndr), poi ha pubblicato online la sua proposta di campo per nudisti ricevendo feedback positivi. “Il posto è piccolo e rimarrà così. Non costruirò piscine o vasche idromassaggio”. Haggerty sostiene di non ripulire alcun sentiero perché non vuole che gli escursionisti esterni si aggirino nella sua proprietà. Inoltre ha imposto il divieto di accendere fuochi ed ai campeggiatori chiede di dotarsi di fornelli da campeggio a gas. Gli uomini sono tenuti a spogliarsi completamente, mentre la nudità è facoltativa per le donne: “Questo serve a tenere lontani i curiosi per la sicurezza e la cortesia dei nostri membri”, ha scritto Haggerty sul suo sito web dove viene segnalato pure che le “armi da fuoco sono ammesse”.
Insomma, all’Iron Aspen Ranch girellano solo piccoli gruppi che partecipano ad alcuni eventi per qualche giorni consecutivo, ma non in modo permanente in quanto le piazzole dove piantare tende devono essere ancora ultimate. Quando i lavori minimi saranno ultimati il ranch ospiterà tra i 100 e 150 visitatori l’anno. La biografia di Haggerty è curiosa. Da bambino, racconta, che spesso i genitori gli dicevano di stare attento a non sporcarsi i vestiti tanto che per lo zelo lui addirittura se li toglieva e quindi si è abituato a vivere senza. “Tutti sono belli una volta che si sono tolti tutti i vestiti. Non importa più il tipo di corpo che uno ha. Del resto, andare a fare un’escursione senza vestiti addosso è semplicemente liberatorio”. Boyanton ha spiegato che la mattina dell’escursione la svegli ha suonato alle 6 e che la classica domanda davanti allo specchio (che lì nel ranch non c’è) “cosa mi metto” è diventata superflua. Altro dato non da poco.
Haggerty preferisce che per ora, e forse per sempre, il suo ranch non sia individuabile né su Maps né su qualsiasi app o sito web, per non avere allupati che si intrufolano per guardare corpi nudi. Regola che ben si sposa al fatto che il ranch non è coperto da segnale per cellulari. Ma andiamo al sodo. Quando costa accedere al ranch naturista? Da giugno a settembre i campeggiatori singoli pagano 30 dollari di abbonamento e le coppie 45. Un pass giornaliero per i non membri costa 10 dollari con un supplemento di 5 dollari in più per il pernottamento. Insomma, conviene abbonarsi.
Boyanton ricorda che Haggerty ha raggiunto lei e la fotografa del Denver Post in jeep indossando solo un kilt. Gonnella che poi si è tolto rimanendo con un cappello da cowboy al momento dell’escursione. “Ciò che mi ha colpito dei partecipanti è stata la diversità di età, corporatura, etnia e genere. Ho visto tatuaggi, piercing, smagliature e cicatrici chirurgiche. Un uomo fumava una sigaretta, nudo tranne che per il cappello in testa e la borsa a tracolla. Un altro, nudo come il giorno in cui è nato, ha parlato con me dello stato attuale del giornalismo cartaceo”. Altro dato che emerge dal reportage: nonostante i partecipanti evochino sentimenti di libertà o ritorno alla natura oppure si presentino al ranch per guarigione da traumi o problemi di immagine a livello corporeo, molti di loro rifiutano di essere identificata e non raccontano questa esperienza o a familiari o a colleghi di lavoro. “Essere circondata da così tanti corpi nudi mi sembrava surreale, ma ero sentimentalmente toccata dal senso di comunità”. Per Boyanton (che ha compiuto l’escursione in topless) c’è stato quindi il classico bagno nudi nello stagno: “da un lato l’anticonformismo mi ha colto di sorpresa (..) dall’altro la mia convinzione è rimasta salda: i naturisti che ho incontrato sono persone normali che amano il sole e la brezza sulla pelle”.