Tennis

Wimbledon, Jasmine Paolini da sogno: batte Vekic al tie-break del terzo set. Prima italiana in finale nello Slam su erba

Un diritto in corridoio seguito da una ragazza di 28 anni che saltella sul prato più famoso del mondo. Attorno a lei l’apoteosi. Jasmine Paolini è sempre più nella storia del tennis italiano. Dopo la finale al Roland Garros, arriva quella più incredibile di tutte, a Wimbledon. L’azzurra in semifinale piega con il punteggio di […]

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Un diritto in corridoio seguito da una ragazza di 28 anni che saltella sul prato più famoso del mondo. Attorno a lei l’apoteosi. Jasmine Paolini è sempre più nella storia del tennis italiano. Dopo la finale al Roland Garros, arriva quella più incredibile di tutte, a Wimbledon. L’azzurra in semifinale piega con il punteggio di 2-6 6-4 7-6 la croata Donna Vekic al termine di una battaglia di quasi tre ore, e sabato 13 luglio si giocherà nuovamente la chance di alzare il suo primo torneo del Grande Slam contro Barbora Krejcikova che ha battuto in rimonta la kazaka Elena Rybakina, numero 4 al mondo e vincitrice a Wimbledon nel 2022, con il punteggio di 6-3, 3-6, 4-6 in due ore e nove minuti di gioco. In attesa del grande appuntamento della carriera, questa vittoria si accompagna a una serie di record nel quadro del tennis femminile azzurro. Paolini centra la seconda finale Slam della carriera, agganciando Francesca Schiavone (Roland Garros 2010 e 2011), ma soprattutto diventa la prima italiana, tra maschile e femminile, a conquistare due finali consecutive nei Major. Un traguardo incredibile che significa il rafforzamento del numero 5 del mondo e la terza posizione nella Race per le Wta Finals, davanti ad Aryna Sabalenka.

Una vittoria prima di testa e poi di tennis. Degna di una giocatrice ormai consapevole di appartenere a un’altro livello, quasi abituata a questi palcoscenici. Paolini per due set sembrava essere imprigionata in una buca emotiva, attanagliata dalla tensione del momento e dal ruolo di favorita di turno. Poi è stata costretta ad inseguire per gran parte del set decisivo. Sembrava destinata alla sconfitta, ne è uscita vincitrice. L’azzurra ha saputo stringere i denti, contenere l’avversaria, mettere davanti a tutto la personalità, leggere i veri momenti chiave della semifinale, come la fine del secondo set e il 4-3 (servizio Vekic) nel terzo. Mai arrendevole, anche in uno dei pomeriggi più difficili degli ultimi tre mesi, e forse anche più. Brava a non farsi investire totalmente dalla pressione che ha coperto il Centrale nel terzo set, generando una marea di break e controbreak. Questa vittoria e questo traguardo storico non devono però cancellare le mancanze di questa partita. In vista della finale, indipendentemente dalla rivale, ci sarà necessità di analizzare le cose che non hanno funzionato e alzare nuovamente il livello. Solo così potrà esserci la speranza di raggiungere un risultato inimmaginabile e irreale.

Primo set – Partenza contratta da parte dell’azzurra, che prima sale 40-15, poi subisce le risposte della Vekic fino alla palla break. Questa viene annullata da un errore con il diritto della croata. Più solido e sciolto l’inizio della Vekic, molto concentrata al servizio e aggressiva in risposta. E questo dà subito i suoi frutti. È lei infatti la prima a trovare il break: 3-2. Allo svantaggio non segue una reazione, anzi. La prima di servizio entra poche volte, mentre la croata continua a spingere da fondo campo. Arrivano così altre tre palle break consecutive. Sulle prime due Paolini si salva, ma sulla terza arriva in ritardo nel recupero della palla corta: 5-2 Vekic. Nessun problema poi per chiudere il parziale. Ennesima prima di servizio vincente e 6-2.

Secondo set – La pressione della Vekic continua anche all’inizio del secondo set, si porta sul 15-30 sul servizio della Paolini, ma a questo punto arriva la reazione dell’azzurra che parte così avanti nel punteggio grazie a tre punti consecutivi: 1-0. Lo scampato pericolo non dirada la tensione sul volto della lucchese, non sblocca i colpi. Sull’1-1 Vekic ha una palla break per rompere l’equilibrio. Paolini si salva e poi tiene la testa avanti: 2-1. Un salvataggio che disunisce un pò la Vekic, costretta a regalare la prima chance di break per l’italiana. Annullata con il servizio. L’altalena tra le due prosegue. Da palla break Paolini a palla break Vekic. Anzi, due. L’azzurra soffre ma tiene, salendo sul 3-2. Si entra nella fase calda, dove la tensione aumenta sempre di più, sia da una parte che dall’altra. Sul 5-4 la croata sente il momento e concede due set-point per Paolini. È il primo quello giusto, quello accompagnato da un urlo liberatorio lasciato a lungo sopito: 6-4.

Terzo set – Subito due palle break. Donna Vekic reagisce al meglio, e concretizza la seconda. Il diritto della Paolini termina a mezza rete. La situazione ideale per la croata, rimessa subita in fiducia dopo il colpo del secondo set perso. Sul 2-0 l’azzurra concede ancora una chance delicatissima, che potrebbe segnare il match, ma si salva. La risposta di Vekic è lunga. Sul 3-2 arrivano le chance per il controbreak. Nello specifico due. Alla risposta larga di Paolini ne segue una più aggressiva, che induce all’errore la croata: 3-3. La rimonta dura poco, pochissimo. Il recupero dell’azzurra sul diritto della Vekic viene respinto dal nastro. Break, 4-3. L’andamento ormai segue l’emotività del momento. Tradotto: 15-40 Paolini, due palle break, diritto lungo della croata, 4-4 sul Centrale. Sul 5-4 per l’azzurra ecco un match point. Vekic ritrova il servizio e annulla. Da un’occasione all’altra. Palla break Vekic, servizio Paolini, risposta larga di Vekic. La croata però insiste e se ne crea una seconda. Altra risposta sbagliata. È 6-5. Qui Paolini si guadagna un nuovo match point, ma Vekic tira fuori uno dei migliori punto della sua partita e con un diritto lungolinea annulla ancora una volta. Tie-break. La prima ad allungare è la croata, con un doppio fallo della Paolini: 3-1. Il recupero arriva e con un ace l’azzurra sale 5-4. L’andamento dei servizi viene tenuto in un’atmosfera sempre più asfissiante, fino al 9-8 Paolini. Terzo match point per l’azzurra. Il diritto della Vekic è in corridoio, ma finisce nella storia del tennis italiano.