E se Autobianchi e Innocenti risorgessero? L’ipotesi, riportata dal il Sole 24 Ore, sembra realizzabile. A sponsorizzare il loro ritorno alle attività produttive sarebbe il governo stesso, che avrebbe messo i due marchi sul piatto delle trattative in corso (da mesi) con alcuni costruttori automobilistici cinesi – fra cui BYD, Great Wall Motors, Chery, Dongfeng e Jac – potenzialmente interessati ad aprire delle fabbriche nel nostro Paese.

Attualmente i due brand sono sotto il controllo di Stellantis con cui, ormai da mesi, l’Esecutivo è ai ferri corti: la multinazionale chiede incentivi ed agevolazioni fiscali per mantenere ed eventualmente intensificare la produzione in Italia. Il Governo, invece, vorrebbe riportare la produzione automobilistica nostrana ad almeno un milione di vetture l’anno, impedendo contestualmente al gruppo guidato da Carlos Tavares di utilizzare riferimenti all’Italia per promuovere i modelli che non sono assemblati sul territorio nazionale.

Tuttavia, il sodalizio franco-italiano ha già espresso al Governo la sua contrarietà allo sbarco in Italia di un costruttore straniero, che potrebbe acuire la concorrenza sul mercato (incluso quello europeo), costringendo il colosso italo-francese a un progressivo disimpegno dall’Italia. Una tendenza peraltro già in essere, come dimostrano gli ultimi dati: nel primo semestre del 2024, le fabbriche hanno “sfornato” 303.510 veicoli contro i 405.870 dello stesso periodo del 2023, con un calo di oltre il 25%. Andando più nel dettaglio, la produzione di automobili segna un -35,9%, pari a 186.510; mentre quella relativa ai veicoli commerciali evidenzia una crescita del 2% raggiungendo una quota di 117.000 unità. Stando alle stime delle sigle sindacali, il 2024 dovrebbe chiudersi a quota 500.000 unità, al di sotto delle 751.000 vetture del 2023 e molto distante dall’obiettivo del milione di vetture prodotte in Italia auspicato dal Governo.

Già, ma come farebbe il Governo a far usufruire dei suddetti marchi i potenziali costruttori terzi senza l’avallo di chi ne detiene la titolarità, ovvero Stellantis? Attraverso nuove norme inserite nella legge per il Made in Italy, grazie a cui lo Stato potrebbe assumere la proprietà di un marchio e concederne il diritto di utilizzo a titolo gratuito. Ciò subordinatamente al fatto che l’impresa che detiene il brand intenda cessare o, scrive il Sole 24 Ore, che per i marchi candidati a essere nazionalizzati “si presume il non utilizzo da almeno cinque anni e che risultino di particolare interesse e valenza nazionale”. A titolo di cronaca, Autobianchi e Innocenti hanno concluso le attività rispettivamente nel 1995 e nel 1993 (nel 1997 l’utilizzo del brand).

Qualora si verificassero le suddette condizioni, il ministero del Made in Italy potrebbe inoltrare istanza di decadenza del brand all’Ufficio brevetti e marchi e, se la domanda fosse accolta, registrare nuovamente il marchio e offrirlo a imprese intenzionate a investire in Italia, purché il progetto garantisca consistenti ricadute occupazionali. Riconosciuto il diritto di utilizzo, la licenza del marchio sarebbe ceduta per almeno 10 anni e sciolta automaticamente in caso di cessazione dell’attività o di delocalizzazione.

Di fatto, secondo il quotidiano economico, l’Esecutivo avrebbe già fatto le sue mosse: il ministero delle Imprese e del made in Italy, infatti, avrebbe ottenuto la registrazione da parte dell’Ufficio brevetti dei marchi Innocenti e Autobianchi “con caratteristiche grafiche diverse da quelli di proprietà di FCA Italy”, cioè di Stellantis; “Entrambi i marchi sono stati registrati con titolarità Mimit il 28 marzo 2024, dopo domanda depositata il 10 novembre 2023”, continua il quotidiano economico, chiosando che “resta da scoprire se resteranno lì nel cassetto, oppure, al netto di possibili contestazioni, se torneranno utili nei negoziati in corso con i costruttori cinesi”. O con la medesima Stellantis che, molto probabilmente, non resterà a guardare quella che si potrebbe definire come una sorta di operazione di esproprio.

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