La ferita più grave l’ha rimediata il parlamentare dell’Italia dei Valori Franco Barbato: “Trauma contusivo della regione zigomatica e all’occhio destro”. Ambulanza e 15 giorni di prognosi. In un intervento alla Camera, nel 2010, aveva attaccato una giovane ministra della Gioventù di nome Giorgia Meloni, accusandola di stanziare fondi per favorire l’assessore regionale del Lazio Francesco Lollobrigida, “suo parente”. Dai banchi della destra su scatena un reazione furibonda e il deputato Pdl (ex Alleanza nazionale) Carlo Nola stende il collega con un pugno.
FQ MillenniuM, il mensile diretto da Peter Gomez, nel nuovo numero in edicola da sabato 13 luglio ricostruisce la storie delle risse parlamentari italiane (ma il genere va forte anche all’estero, dal regno Unito all’Albania) dal dopoguerra a oggi. Lo spunto è la recente aggressione, il 12 giugno, contro il deputato M5S Leonardo Donno, che aveva cercato di portare un ironico tricolore al leghista Roberto Calderoli, relatore della legge sull’Autonomia differenziata.
Violenza e politica sono un’accoppiata che ci rimanda alle piazze e ad anni lontani, benché l’attualità inizi a lanciare segnali preoccupanti. Ma come la mettiamo se gli scontri avvengono nel tempio della democrazia, il Parlamento, e non hanno bilanci più seri solo per il tempestivo intervento dei commessi? FQ MillenniuM ne ha ragionato con Mario Capanna, già parlamentare di sinistra ma soprattutto leader del Movimento studentesco nel ’68 (qui un estratto).
Dalla ricostruzione firmata da Roberto Casalini emerge come a violenza parlamentare rispecchi le tensioni del Paese: l’adesione alla Nato e la “legge truffa” nel Dopoguerra, poi Tangentopoli che rompe la relativa calma degli anni del pentapartito e del consociativismo, con gli animi degli “onorevoli” che si esasperano sempre più con l’avvento di Silvio Berlusconi e l’avvento della destra.
Qualche esempio? Nel’49 Giuliano Pajetta (Pci, fratello di Giancarlo) si catapulta sui banchi del governo contro l’adesione dell’Italia alla Nato. Nel’53 gli scontri sulla “legge truffa” coinvolgono anche De Gasperi, fra botte, lanci di oggetti, e persino un morso a un parlamentare Dc. E negli anni Novanta in Parlamento si vede di tutto: cappi, mortadelle, catini di alghe, lanci di monetine… Non viene risparmiata neanche la “terza Camera”, cioè Porta a porta di Bruno Vespa. Nel 2001, la ministra alle Pari opportunità Katia Bellillo lancia un microfono in faccia ad Alessandra Mussolini, che ricambia con un calcio all’inguine. La storia finisce in prima pagina sul New York Times.
FQ Millennium di luglio vi offre anche una serie di inchieste e approfondimenti sull’adattamento climatico. Vi racconta cioè come si stanno attrezzando le città (e non solo) di tutto il mondo per affrontare le ondate di calore, i nubifragi, la siccità. Ecco qualche esempio dei moltissimi che troverete nel long form firmato da Luisiana Gaita e in altri articoli. Si va da interventi relativamente semplici, come dipingere le strade urbane di bianco (a Los Angeles) o riesumare il terreno sotto l’asfalto per rimetterlo a verde (a Madrid), a normative stringenti contro il consumo di suolo, come le “cinture verdi” obbligatorie intorno alle città del Canada o dei Paesi Bassi. Intanto nel Nord Europa spopolano le piazze d’acqua, che in caso di nubifragi diventano bacini di raccolta che alleggeriscono la pressione sulla rete fognaria.
E in campagna? Nel pavese molti agricoltori stanno passando dal riso all’orzo, che richiede una minore irrigazione, in Valle d’Aosta si cambiano i disciplinari dei vino Doc per poter vendemmiare a quote sempre più alte (e fresche). Mentre al Sud si mettono a profitto colture un tempo solo tropicali, comprese banane e canna da zucchero.
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