Dimissioni in arrivo? Il giorno dopo la conferma da parte del Riesame degli arresti domiciliari, Giovanni Toti sembra pensare al passo indietro e lo fa attaccando la magistratura dopo aver chiesto un incontro con il vice premier Matteo Salvini.
“Le scelte per il bene della Liguria” – “È chiaro che oggi per me la poltrona di Presidente è maggiormente un peso che un onore. Forse sarebbe stato più facile, fin da subito, sbattere la porta, con indignazione, al solo sospetto…Non mi spaventa rinunciare ad un ruolo a cui pure sono legato… – scrive il presidente della Liguria arrestato in una lettera all’avvocato Savi -. Vedo come una liberazione poter ridare la parola agli elettori.… ma la Presidenza non è un bene personale…Nei prossimi giorni, con il permesso dei magistrati, tornerò ad incontrarmi con gli amici del movimento politico, gli alleati… E le scelte che faremo saranno per il bene della Liguria”.
Il leader della Lega a Genova lunedì – Oggi l’esponente di Noi moderati ha chiesto di incontrare il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e i due assessori regionali Giacomo Giampedrone e Marco Scajola. L’istanza è stata depositata al giudice dal legale. Il leader della Lega sarà a Genova lunedì ma non è detto che l’incontro possa avvenire già quel giorno. I confronti serviranno in prima battuta a fissare la linea da seguire per mandare avanti la Regione dopo la decisione del Riesame.
Toti, ai domiciliari dal 7 maggio per corruzione, nelle scorse settimane aveva già incontrato il presidente facente funzioni Alessandro Piana e i sue due assessori fedelissimi, ma anche il deputato e coordinatore ligure di Fratelli d’Italia Matteo Rosso, il viceministro e segretario della Lega Liguria Edoardo Rixi e il coordinatore regionale di Forza Italia Carlo Bagnasco. A chiudere i summit erano stati Maurizio Lupi e Pino Bicchielli, rispettivamente leader e deputato di Noi Moderati.
Il Riesame – Gli stessi giudici del Riesame, nel provvedimento con cui hanno rigettato l’istanza di revoca dei domiciliari, hanno sottolineato come fosse corretto chiedere nuovi incontri de visu con esponenti politici. I giudici hanno anche sottolineato, nell’ordinanza, che i finanziamenti ricevuti dal presidente “non sono tutti regolarmente tracciati”, contrariamente a quanto da lui sostenuto anche nell’interrogatorio. Per il Riesame, Toti non avrebbe capito le accuse e per questo potrebbe reiterare il reato.
L’attacco agli inquirenti – “Ora, per tranquillizzare i giudici del Riesame, che ritengono io non abbia capito il reato commesso e dunque lo possa reiterare, vorrei essere chiaro: ho capito benissimo cosa mi viene addebitato. Per i magistrati sarebbe reato essermi interessato ad un pratica, pure se regolare, perché interessava ad un soggetto che ha versato soldi al nostro movimento politico, pure se regolarmente – scrive il governatore – Che, per paradosso, vuol dire che se mi fossi interessato alla stessa pratica di un imprenditore che non ci ha mai sostenuto, non sarei stato corrotto. E se l’imprenditore avesse finanziato un movimento politico di cui così poco stimava la politica e i leader, tanto da non parlargli neppure dei suoi progetti, non sarebbe stato un corruttore. Mi si perdoni, ma pur capendo, non sono d’accordo. Pur avendo confermato ai magistrati punto per punto quanto accaduto, senza nascondere nulla. E tuttavia la reiterazione di quel reato resta impossibile“.
“Spinelli? Non un’attenzione particolare” – “Non scrive la verità chi sostiene una nostra attenzione particolare per Aldo Spinelli e le sue imprese. Gli stessi pranzi, le stesse telefonate, gli stessi viaggi per incontrarli, gli stessi interessamenti sono stati riservati a tutti coloro che lavoravano ed investivano nel nostro territorio. A prescindere che fossero finanziatori o meno, sostenitori politici o meno. A prescindere da tutto, tranne la loro volontà di investire – scrive il presidente attualmente sospeso – Il materiale raccolto in quattro anni lo potrà ben dimostrare, ma sfido a trovare un imprenditore che lamenti la nostra mancata attenzione o sollecitudine per un suo problema. Le pratiche in particolare oggi al centro delle accuse, riguardavano un finanziatore del nostro movimento politico. – dichiara il governatore riferendosi all’imprenditore portuale Aldo Spinelli – Un finanziatore da sempre, da prima che diventassi governatore, da nove anni. Ci ha sostenuto, come molte altre migliaia di persone in questi anni, quando era convinto delle nostre scelte e quando lo era meno, quando aveva pratiche aperte con la pubblica amministrazione e quando non le aveva. Sempre. Lo ha sempre fatto perché riteneva, fortunatamente come molti altri, che la nostra politica fosse migliore delle alternative, che la nostra attenzione e sensibilità verso il mondo dell’impresa fosse di vantaggio a chi investe. A lui, e non solo a lui”.