“Tutte puttanate”: è la sentenza di Adriano Panatta. Come le sue stop volley spegnavano tra le corde l’inerzia della pallina, così le sue parole stroncano sul nascere le illazioni che da giorni aleggiano intorno a Jannik Sinner. Dopo la sua sconfitta contro Medvedev ai quarti di Wimbledon, sui social e pure sulla stampa è partita la caccia: mirino puntato sulla relazione con la tennista russa Anna Kalinskaja. Qualcuno le ha persino attribuito l’origine del malore che ha debilitato Sinner prima e durante il match. Quasi come se la colpa del numero 1 al mondo sia quella di avere una vita privata e una fidanzata. Panatta di questo tipo di critiche ne sa qualcosa. Ilfattoquotidiano.it lo ha intervistato poco dopo la splendida vittoria di Jasmine Paolini, prima italiana in finale a Wimbledon – “Un match molto complicato, ha vinto con la grinta e con la voglia di non arrendersi mai” – e alla vigilia della semifinale di Lorenzo Musetti contro Novak Djokovic: “Non parte assolutamente battuto, è al massimo della sua condizione”. Il ragionamento però riguarda appunto le critiche e le illazioni piovute addosso a Sinner. E il monito di Panatta va oltre il gossip e l’attualità: “È un grandissimo campione ma non pretendiamo che vinca tutto. I tennisti sono persone normalissime, sono le loro fragilità a renderli affascinanti. La perfezione è noiosa“.
Come in tutti gli sport, anche nel tennis non esiste l’imbattibilità. Sinner è un giocatore che oggi perde molto poco e solitamente può perdere solo con giocatori nei primi cinque al mondo. Però la gente si era abituata al livello di Sinner degli ultimi mesi dell’anno scorso e dei primi di quest’anno. Invece non può essere sempre così, perché uno può star bene o può star male, può giocare bene o male. Può succedere che qualche cosa non vada a livello fisico o psicologico, è normale. È per tutti così anche nella vita, anche chi non fa Sinner può essere al massimo oppure certe volte esprimersi un pochino meno. Tutto qui.
È difficile accettare che Sinner è una persona e non un robot?
Basta saperlo. Ovviamente non si deve pretendere la perfezione da questo ragazzo. Abbiamo un grandissimo campione, un ragazzo eccezionale che ogni volta che apre bocca dice sempre cose sensate e intelligenti. Non sarebbe neanche giusto.
Lei ha scritto appunto in un suo corsivo sul Corriere che la perfezione è noiosa.
La perfezione è noiosa, è vero e lo ribadisco. Sono i difetti che sono affascinanti, sono quelli che danno fascino ai personaggi. Le loro piccole debolezze, le fragilità.
Secondo lei le prestazioni di Federer, Nadal e Djokovic hanno un po’ distorto la visione del tennis, facendo credere che fosse normale vincere Slam e tornei a ripetizione?
Ma comunque erano in tre-quattro a vincere, ci metto anche Murray. Ora si pretende che Sinner da solo vinca tutto quello che hanno vinto Federer e Nadal. Invece si profila un dualismo simile tra lui e Alcaraz. Auguro a entrambi di vincere gli stessi Slam di quei tre, ma credo sia molto difficile battere i loro record. Poi magari un giorno l’intelligenza artificiale creerà un tennista che vincerà tutti gli Slam. Ma a quel punto che due palle. Lo sport è bello perché ci sono anche la sfortuna e la fortuna.
In questo senso, Sinner ha avuto la sfortuna di accusare un malore. Se non avesse avuto di fronte Medvedev, avrebbe potuto vincere comunque?
A mio parere sì. Medvedev ha giocato da vero numero 5 del mondo, forse anche qualcosa in più. Insomma ha giocato proprio bene: era tanto tempo che non lo vedevo esprimersi così.
Dopo la sconfitta però, soprattutto sui social e anche su una certa stampa, sono iniziati i riferimenti maligni alla fidanzata Kalinskaya.
Sono tutte puttanate.
Non è la prima volta che capita nel tennis. Lo stesso trattamento era già toccato a Berrettini con Melissa Satta.
Aveva una fidanzata che faceva parte del mondo dello spettacolo, che rendeva ancora più rilevante la relazione, ma sono tutte stupidaggini. Da quel che mi ricordo le donne non hanno mai fatto male a nessuno.
Oggi a leggere certi commenti sembra invece che per vincere nel tennis sia necessario essere casti.
Ripeto. Da che io ricordi, se un tennista fa l’amore con la propria compagna non fa male e assolutamente non inficia sui risultati. Ma la gente parla perché non sa. Sinner ha una relazione con una bella ragazza che fa il suo stesso mestiere, è un rapporto molto carino, non credo faccia male a nessuno.
Anche lei è stato vittima delle stesse illazioni mentre giocava. Si sente ti consigliare qualcosa a Sinner?
Meno male che non c’erano i social… E Sinner sa perfettamente quello che deve fare, non ha bisogno di grandi consigli. È un ragazzo intelligente che sa andare avanti e ha un team di professionisti che lo aiuta.
Ora però è un profluvio di articoli sulle sue vacanze in Costa Smeralda con la fidanzata.
E dove doveva andare? A Coccia di Morto? È andato dove il mare è bello.
Forse ci si dimentica che i tennisti sono prima di tutto persone?
Anche i campioni sono persone normalissime, con la loro vita privata. Tutti quanti possono essere contaminati dei sentimenti. In campo poi giochi contro un avversario, per cui è tutto una parabola che inizia dal primo punto fino alla fine e che assomiglia un po’ a quello che può essere la vita comune. C’è anche la sofferenza, come nella vita. Si vince, si perde e si deve andare avanti. Ecco, forse un consiglio a Sinner e a tutti gli altri giovani tennisti lo posso dare.
Prego.
La vita vera inizia quando poi smetti di giocare. Questa qui è una vita privilegiata, fantastica. Giochi a tennis, quello che hai fatto fin da bambino. Ma è bene ricordarsi sempre che poi c’è una seconda vita, che per certi versi è più complicata.