Si è arenata definitivamente la trattativa che, come riportato anche da Ilfattoquotidiano.it, andava avanti da settimane in Ue tra il gruppo dei Socialisti e Smer, il partito del primo ministro slovacco, Robert Fico, per un reintegro dopo la sospensione per l’accordo di governo con l’estrema destra. L’obiettivo era quello di mettere insieme più seggi possibili a sostegno di Ursula von der Leyen e, di conseguenza, al ticket che comprende anche il portoghese Antonio Costa al Consiglio Ue. Ma da quanto risulta a Ilfattoquotidiano.it tutto è naufragato a causa dell’opposizione ferma di un partito in particolare: il Pd.
Già mercoledì la co-fondatrice del partito Smer ed europarlamentare Monika Beňová aveva proposto di interrompere le trattative coi Socialisti: “Ho informato i miei colleghi di Smer-SD che non negozierò più con i Socialisti europei – ha scritto la politica slovacca sul suo profilo Facebook – Dopo tre settimane di dibattiti, è evidente che non sono interessati a nessuna opinione o dibattito sul futuro, ma solo alle loro posizioni e al fatto che Costa diventi presidente del Consiglio per cinque anni”. Il suo appello è stato seguito, venerdì, dal video del premier Fico che confermava la decisione, affermando che le richieste di S&D prevedevano un ritorno sui propri passi su diversi temi cari a Smer, compreso quello del sostegno all’Ucraina: “I socialisti europei probabilmente pensano che avremmo venduto la nostra anima. E che avremmo rinunciato alle nostre posizioni sovrane sull’Ucraina, al diritto di veto, a quelle sulla migrazione o sulle questioni etiche in cambio dell’adesione al loro partito e alla loro fazione – ha detto il premier accusato di aver preso posizioni filo-Putin e di aver approvato leggi liberticide come quella sul controllo della stampa – Se ci si aspetta che andiamo da qualche parte e ci limitiamo a ripetere i desideri degli altri, anche se ciò è in netta contraddizione con gli interessi nazionali slovacchi, allora permettetemi di dire in anticipo: Grazie, ma i nostri eurodeputati preferirebbero rimanere non iscritti“.
Ciò che non viene detto, però, è che margini di contrattazione sembravano esserci, ma non per il Partito Democratico. È stata proprio la delegazione Dem in Europa, apprende Ilfattoquotidiano.it da fonti parlamentari, a rimanere ferma sulle sue posizioni, in particolar modo sulle questioni legate al sostegno all’Ucraina. Un compromesso inaccettabile, per il partito di Elly Schlein, in cambio di voti in più in favore del ticket von der Leyen-Kallas-Costa-Metsola.
Così, per Smer sembravano spalancate le porte dei Patrioti d’Europa guidati da Viktor Orbán. Ma Fico ha smentito: “Smer, come autentica socialdemocrazia slovacca, non può aderire a strutture politiche europee che non hanno nulla a che fare con la sinistra e la socialdemocrazia”, ha dichiarato chiudendo la questione.