Resto candidato, voglio finire il mio lavoro“, ha ripetuto più volte durante l’attesa conferenza stampa di chiusura del vertice Nato a Washington. Confonde Zelensky con “Putin” e Harris con “Trump”, ma Joe Biden non molla. Le acque nel fronte dem, però, sono tutt’altro che calme. I democratici scricchiolano. Il capo dei dem alla Camera, Hakeem Jeffrie, lo scarica subito dopo il summit della Nato. Jeffries giovedì sera ha incontrato in privato il presidente Usa per riferirgli le preoccupazioni del gruppo parlamentare sulla sua ricandidatura alla Casa Bianca. E, secondo quanto riferiscono fonti informate alla Cnn, non avrebbe offerto il suo endorsement a Biden. Si allunga così la lista dei dem contrari alla sua ricandidatura: ieri erano diciassette i deputati e un senatore che si erano già espressi per un suo passo indietro. E mentre il Cremlino fa ironia sulle sue gaffe, tanti donatori hanno congelato i fondi per la campagna elettorale di Biden.

Le olimpiadi e la campagna elettorale – E rischiano di diventare un caso anche i Giochi Olimpici di Parigi. All’inaugurazione il presidente Usa non sarà presente: la Casa Bianca ha riferito che sarà la first lady Jill Biden a guidare la delegazione Usa alla cerimonia inaugurale del 26 luglio. Il second gentleman – Douglas Emhoff, marito della vicepresidente Kamala Harris – sarà invece presente alla cerimonia di chiusura dell’11 agosto. Intanto, sul fronte economico della campagna elettorale del presidente statunitense, le indiscrezioni della stampa diventano ufficiali. Alcuni dei principali donatori democratici hanno annunciato alla più grande organizzazionr per la raccolta pro-Biden (Future Forward) che congeleranno circa 90 milioni di dollari finché il presidente rimane in corsa. Come spiega il New York Times, Future Forward è stato consacrato dalla campagna di Biden come il principale comitato elettorale per la raccolta fondi nelle prime fasi della corsa al 2024, e ha già annunciato di aver investito ben 250 milioni di dollari in pubblicità televisive e online che cominceranno ad essere trasmesse alla fine della Convenzione Nazionale Democratica, prevista il mese prossimo.

Il lavoro “dietro le quinte” dei dem – Una campagna elettorale sempre più in salita: secondo quanto riporta Politico, due esponenti dem del calibro di Barack Obama e Nancy Pelosi (ex Presidente lui ed ex speaker della Camera lei) hanno preso l’iniziativa – dietro le quinte lui, solo un poco più esplicitamente lei – per portare i dem a spingere Joe Biden a rinunciare alla candidatura alle elezioni del 5 novembre. Obama – tra l’altro – non ha incoraggiato o consigliato all’attore George Clooney a fare il suo appello per il ritiro di Biden sul New York Times, ma non ha neanche obiettato, hanno spiegato fonti a conoscenza dei fatti. L’ex Presidente non si è opposto anche se, subito dopo il dibattito con Donald Trump, era intervenuto per difendere Biden mentre molti suoi ex consiglieri sono fra i principali critici. Pelosi è invece impegnata più attivamente. In una intervista mercoledì scorso ha sollecitato il Presidente a decidersi velocemente. Parole usate come “sottile luce verde” per incoraggiare altri esponenti democratici a esprimere apertamente il loro desiderio del candidato, ha spiegato una fonte vicina a Pelosi. L’effetto combinato del suo intervento con quello di Clooney hanno di fatto riaperto il dibattito che sembrava appianato dopo il picco successivo al dibattito Biden-Trump. Axios parla anche di un informale “comitato” nato per scongiurare la ricandidatura di Biden: sarebbe composto da veterani delle amministrazioni Obama e Clinton, ma anche democratici eletti negli Stati a rischio, donatori, star dei programmi serali americani come Stephen Colbert e opinionisti del New York Times.

Mosca infierisce – Intanto mentre Biden ha definito “un successo” l’ultimo vertice Nato sottolineando – in conferenza stampa – che “l’Ucraina è ancora in piedi e l’Alleanza è ancora in piedi, più forte e più grande“, Mosca infierisce: “Tutto il mondo vede le gaffe di Biden ma questi problemi sono una questione interna agli Usa”, ha commentato il portavoce del Cremlino. Dmitri Peskov ha però rifiutato, come riporta Tass, “di valutare le possibilità di Biden nella corsa alle presidenziali”. “Le osservazioni irrispettose di Biden su Putin sono inaccettabili e mettono in cattiva luce il presidente americano“, ha aggiunto il portavoce russo. E mentre lo sfidante repubblicano gongola e ironizza sui lapsus del presidente Usa in conferenza stampa, in un sondaggio di Pew Research Center emerge che per il 63% degli elettori Donald Trump e Joe Biden sono “imbarazzanti”. Una campagna elettorale sempre più complessa.

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