Stop ai cellulari in classe e ai compiti assegnati solo sul registro elettronico. Dopo l’annuncio dei giorni scorsi, in queste ore il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha scritto una circolare rivolta a tutti i presidi in cui detta le direttive per il nuovo anno scolastico. Da settembre gli smartphone saranno banditi dalle aule a partire dalla scuola dell’infanzia e fino alle medie (superiori escluse) anche a fini educativi, salvo i casi in cui il loro uso “sia previsto dal piano educativo individualizzato o dal piano didattico personalizzato, come supporto rispettivamente agli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento ovvero per documentate e oggettive condizioni personali”. Chi disobbedirà rischierà una sospensione: “Le istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione provvederanno ad aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa, anche prevedendo, nella scuola secondaria di primo grado, specifiche sanzioni disciplinari per gli alunni che dovessero contravvenire al divieto di utilizzo in classe dello smartphone”, scrive il ministro leghista. Potranno invece essere utilizzati a fini didattici altri dispositivi digitali, quali pc e tablet, sotto la guida dei docenti: si tratta di un passo indietro rispetto a quanto Valditara aveva annunciato nei mesi scorsi, chiedendo a maestri e professori di abbandonare anche questi device.

Per giustificare la stretta, nella nota si citano alcuni studi internazionali: “In 14 Paesi è stato riscontrato che la semplice vicinanza a un dispositivo mobile distrae gli studenti provocando un impatto negativo sull’apprendimento. Più nello specifico, nel Rapporto Ocse-Pisa 2022 Learning during – and from – disruption, si evidenzia come gli smartphone siano fonte di distrazione per gli studenti che lo usano con maggior frequenza a scuola, facendo diminuire il livello di attenzione in particolare durante le lezioni di matematica e, quindi, mettendo a rischio il rendimento nella materia”.

Cambiano le regole anche nell’assegnazione dei compiti. La circolare firmata da Valditara “raccomanda di accompagnare la notazione sul registro elettronico delle attività da svolgere a casa con la notazione giornaliera su diari/agende personali”: “Com’è noto”, si legge, negli ultimi anni si è diffusa al consuetudine, tra i docenti, di assegnare i compiti da svolgere a casa esclusivamente mediante notazione sul registro elettronico. Tale modalità comporta, di fatto, che gli alunni consultino sistematicamente il registro elettronico attraverso dispositivi tecnologici, pc, smartphone e tablet, per verificare quali attività debbano essere svolte a casa e per quale giorno, spesso con la mediazione dei genitori, titolari delle password di accesso”. Una modalità che non piace al ministro, convinto invece che il ritorno del caro vecchio diario sia utile allo “sviluppo della responsabilità degli alunni nella gestione dei propri compiti dosando, al contempo, il ricorso alla tecnologia”. A differenza della direttiva sui cellulari, ove si parla esplicitamente di “divieto”, questa è però solo una “raccomandazione”.

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