Dopo una sperimentazione durata quasi un mese, concentrata soprattutto nei fine settimana e nelle giornate di maggior afflusso turistico, il Comune di Venezia è orientato a raddoppiare il ticket di ingresso dal prossimo anno. Nel 2024 è stata avviata la prima fase di prova, con una tariffa di cinque euro al giorno per ogni persona che non sia residente in Veneto o non sia alloggiata presso qualche struttura alberghiera. In futuro si partirebbe come tariffa base da tre euro, più bassa rispetto a quella odierna, ma solo per chi prenoterà in anticipo. Nei giorni più frequentati, invece, il prezzo salirà a dieci euro, così da evitare che si superino i livelli massimi di afflusso.

Da alcuni giorni l’amministrazione comunale guidata da Luigi Brugnaro sta lanciando messaggi. Ha cominciato l’assessore al turismo Simone Venturini che, partecipando a un incontro sul Giubileo 2025, ha detto: “Venezia è ancora troppo a buon mercato. Pensiamo a un contributo d’accesso rafforzato per mettere un freno all’eccesso di turismo”. Qual è la considerazione che sta all’origine? “Il bene Venezia non è illimitato, bisogna cominciare a considerarlo un bene scarso, di cui non tutti possono usufruire e che perciò assume un valore maggiore. Venezia non può contenere tutte le persone del mondo e dobbiamo scegliere che tipo di gente vogliamo portare in una città che offre un’esperienza unica al mondo, ma all’interno di uno spazio finito”. Subito a ruota l’assessore al Bilancio, Michele Zuin, che ha spiegato l’obiettivo del raddoppio del ticket: “In questo modo contiamo di scoraggiare gli arrivi. La prima fase sperimentale non ha mostrato grandi effetti disincentivanti, ma non ce li aspettavamo. La situazione muterà quando il ticket massimo sarà portato a dieci euro”. Di fronte a una spesa del genere, è il ragionamento, il visitatore sarà indotto a scegliere altri giorni. “È un tentativo di inversione di tendenza. Bisogna adeguare le disponibilità della gente ai luoghi, non si viene a Venezia quando si hanno le ferie, ma si prendono le ferie per andare a Venezia quando è possibile farlo”. E sarà possibile farlo, nelle intenzioni, quando il numero dei visitatori non raggiungerà livelli da collasso. È la chimera di poter gestire i flussi turistici. La sperimentazione di 29 giorni con il ticket si concluderà con l’ultimo weekend del 13-14 luglio. In 27 giorni i visitatori paganti sono stati circa 425.270. Così il Comune ha incassato due milioni e 126 mila euro, circa tre volte quanto l’amministrazione aveva previsto a bilancio per tutti i 29 giorni.

Il ticket da dieci euro è il massimo consentito dalla legge: per fissare un prezzo maggiore servirebbe una modifica delle norme. Adesso il Comune studierà i flussi dei mesi di sperimentazione per capire qual è la soglia di presenze massima per non far entrare in collasso il sistema. Il dibattito sull’over-tourism si è riacceso dopo le proteste dei residenti in Spagna, a cominciare da Barcellona: nella città lagunare l’analisi dei numeri ha mostrato che nelle strutture alberghiere ci sono ogni giorno tante persone quanti sono i residenti. Nei primi tre mesi del 2024 l’aumento di arrivi è stato del 12% rispetto allo stesso periodo del 2003: i visitatori sono stati un milione e 257mila, con il 63 per cento di camere occupate in media nei primi cinque mesi dell’anno. Per promuovere un confronto, il consigliere comunale di opposizione Giovanni Andrea Martini ha proposto addirittura una manifestazione con pistole ad acqua da usare contro i visitatori. Le istituzioni veneziane si sono però schierate contro, a cominciare dal sindaco Brugnaro: “Si sta superando il limite della decenza, Martini chieda scusa”. Critico anche l’assessore Zuin: “Martini mette in campo la “maleducazione pacifica” e non propone soluzioni”.

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