Dopo l’intemerata del leader di Azione Carlo Calenda, a In Onda (La7) è il turno di Stefano Bonaccini, presidente dimissionario della Regione Emilia Romagna, ora europarlamentare.
La miccia è l’invio di aiuti militari in Ucraina, a proposito del quale Luca Telese rivolge la stessa domanda al politico del Pd, che poco prima aveva denunciato la mancanza di aiuti, pur promessi, da parte del governo Meloni per i danni dell’alluvione: “Non è stato un inganno nei confronti dell’opinione pubblica dire che avremmo fatto piccoli invii di armi e poi pian piano siamo arrivati a una escalation, per cui oggi apprendiamo che nel vertice Nato la richiesta di impegno all’Italia, oltre all’aumento del Pil al 2% per le spese militari, è quella di 3 miliardi? Ti credo allora che non ci sono i fondi per l’alluvione e per la sanità. La sua posizione è quella di sostenere questa richiesta del governo americano oppure no? Mi faccia sognare”.

“Adesso discuteremo questa richiesta e vedremo – risponde Bonaccini – Bisogna stare sempre molto attenti quando si parla di incremento di spese militari e bisogna vedere per cosa sono dovute o richieste. Intanto, la posizione del Pd è condivisa e, a mio parere, giusta: dobbiamo sostenere la resistenza ucraina. Gianni Cuperlo, che è un uomo orgogliosamente di sinistra, ha detto una frase molto efficace: se si ferma la Russia, finisce la guerra. Se si fermano gli ucraini, finisce l’Ucraina“.
E aggiunge: “È giusto sostenere e difendere gli ucraini. Lì c’è un aggressore e c’è un aggredito, c’è un invasore e un popolo invaso. Dopodiché, l’Europa purtroppo non sta svolgendo e non ha svolto pienamente una funzione di mediazione per arrivare a una pace giusta. Deve usare la sua forza non solo economica, ma soprattutto politica, per arrivare prima possibile a una pace giusta”.

Sara Menafra, vicedirettrice di Open, chiede al neo-europarlamentare: “Solo una cosa non capisco di questa posizione: che succede invece se Putin va avanti e si stabilizza in Ucraina? Qual è il nostro piano se Putin vince? Che facciamo? Lo bombardiamo? Qual è l’idea? Perché a me non è chiara, veramente”.
E la sua idea quale sarebbe? Dopo magari mi risponde“, insorge Bonaccini.
“Io immagino che siano i giornalisti a fare le domande e che i politici rispondano – replica Menafra – Questa è una vecchia regola ‘old school'”.

La reazione del politico è furibonda: “Ah, ma guardi, lei forse mi conosce poco. Chieda a chi è al suo fianco: io rispondo sempre. Ho detto che se ci fosse una ricetta magica, l’avremmo già utilizzata, perché se guardassimo il mondo con gli occhi dei bambini, noi adulti fermeremmo subito le bombe. Qui – ripete – c’è un aggressore che invade un popolo e mi pare molto chiaro dove stia la responsabilità. L’Europa, tra Cina e Usa, deve giocare una partita importante per arrivare a prima possibile a una mediazione giusta. Questa è molto semplice come risposta. Credevo di aver parlato molto facilmente in italiano“.
“Non è una critica rivolta a solo a lei – risponde la giornalista – Ritengo proprio che questo sia un punto debole”.
“Mi lasci parlare – urla Bonaccini – Io non l’ho interrotta”.
Dopo la fine dell’intervento del politico dem, Menafra, assieme ai conduttori, precisa di non aver interrotto nessuno e che c’era un problema di ritardo nell’audio.

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