Cervelli in fuga

Storia di Domenico: da Bari a Zurigo e Oxford per fondare la sua startup. “Qui contano i voti ma anche il saper lavorare in team”

Secondo i suoi calcoli, Domenico è stato l’unico studente del corso di laurea triennale al Politecnico di Bari ad ottenere la specialistica all’estero. A Zurigo, infatti, c’erano molti studenti in arrivo da Milano e Torino. Nessuno dal Sud. “Questo mi ha fatto capire che nel Nord Italia è molto più comune per gli studenti che si laureano con 110 e lode proseguire gli studi all’estero per la loro formazione specialistica”. Domenico Campanaro è nato a Bari, ha 30 anni ed è doctoral researcher in Ingegneria Aerospaziale presso l’Università di Oxford. Nella sua vita conta un Master all’Università di Cambridge e un exchange all’MIT di Boston: la rivista Forbes l’ha inserito tra gli Under 30 più interessanti per aver fondato una startup che ha l’obiettivo di far migliorare la conoscenza della lingua inglese. E questa è la sua storia.

Domenico lascia l’Italia per la prima volta nel 2016, per la sua laurea specialistica. “Dopo aver completato gli studi a Bari avevo in mente di iscrivermi a Milano o Torino, come la maggior parte dei miei colleghi del Politecnico – ricorda al fattoquotidiano.it –. Quando ho ricevuto la lettera di ammissione dall’ETH e ho scoperto che le tasse universitarie erano meno della metà rispetto a quelle di Torino e Milano, ho deciso di partire”.

Al momento della partenza i genitori erano combattuti: da un lato erano felici per l’opportunità che si stava presentando (l’ETH di Zurigo è riconosciuto tra le prime dieci università al mondo dalle principali riviste di settore) ma naturalmente “a nessun genitore piace l’idea di separarsi dai propri figli”. Gli amici, invece, inizialmente percepivano il trasferimento come qualcosa di temporaneo, probabilmente per un periodo di uno o due anni. Domenico, invece, non è ancora tornato.

Nel 2019 arriva il trasferimento a Oxford, con un posto da dottorando. “La città è cosmopolita, piena di persone provenienti da tutto il mondo”. C’è molta competizione, continua Domenico, anche se è facile fare nuove conoscenze e sentirsi parte di una comunità. Chi arriva qui, precisa, non lo fa con l’intenzione di restarci per sempre, ma solo per costruire al meglio la propria carriera. Certo, non c’è il sole di Bari, perciò “è meno pesante passare la giornata al computer o in call”, sorride lui.

Le differenze principali rispetto all’Italia? Gli stipendi, in primis. E le opportunità di crescita professionale. Un esempio, Domenico? “Chi inizia la sua carriera lavorativa a Basilea – risponde – avrà l’opportunità di essere più esposto allo stato dell’arte della tecnologia e di acquisire più skills rispetto a chi inizia a lavorare a Bari, dove l’ambito di ricerca e sviluppo non è altrettanto sviluppato”.

Nel 2020 insieme ad altri due colleghi, tutti under 30, Domenico ha fondato una startup dal nome Edusogno che ha l’obiettivo di colmare il gap italiano nella conoscenza della lingua inglese. “L’inglese è senza dubbio una competenza fondamentale: potrebbe sembrare ovvio dirlo nel 2024, ma l’Italia si colloca ancora tra i Paesi europei in cui i giovani mostrano una minore padronanza della lingua”. Per rendere l’Italia un polo attrattivo per studenti internazionali, continua, “è fondamentale incrementare il numero di corsi universitari in inglese e migliorare la padronanza della lingua tra i docenti universitari”.

All’estero, spiega Domenico, non è importante solo la preparazione, ma anche la persona che sei. Nel processo di ammissione nelle università, insomma, le attività extracurriculari e il comportamento durante il colloquio “sono aspetti importanti quanto il rendimento accademico – continua –. I voti eccellenti non rappresentano l’unico criterio di selezione ai fini dell’ammissione, questo perché, oltre ai voti, le università cercano candidati in grado di dimostrare competenze interpersonali e un impegno in attività che vanno oltre gli studi. Infatti, si possono avere voti molto alti, ma una scarsa capacità di lavorare bene in team”.

E il futuro? A Domenico piacerebbe molto tornare in Italia. Nei prossimi dieci anni sogna di sviluppare la sua startup. In Europa e, magari, a Bari. “Il Sud Italia è uno dei luoghi più belli al mondo. Gli amici che ho incontrato all’estero e che sono venuti a trovarmi al Sud mi hanno ripetutamente espresso quanto sia fortunato ad essere nato lì. Certo – conclude – se avessi trovato a Bari le stesse opportunità professionali che ho scoperto all’estero, non avrei mai lasciato la mia città”.