L’odio verbale usato troppo spesso in politica per attaccare gli avversari, certo. Ma alla base dell’attentato a Donald Trump c’è anche la plateale facilità dell’acquisto e dell’uso delle armi, questione annosa negli Stati Uniti. Il fucile utilizzato da Thomas Matthews Crooks – che apparentemente era fan di canali social che parlavano solo di armi – è un Ar-15: è considerata l’arma nazionale in America, la più diffusa in tutto il Paese, con una stima di oltre 40 milioni di pezzi venduti. E’ proprio l’Ar-15 il protagonista di gran parte delle stragi di massa che insanguinano gli Usa. Quasi un simbolo di quella parte degli Stati Uniti che si schiera a favore della libera vendita delle armi. E’ lo stesso fucile che – stilizzato – comparve come spilla su baveri e cravatte di alcuni membri repubblicani del Congresso proprio per rilanciare il diritto degli americani a poter portare armi.
Prodotto per la prima volta alla fine degli anni Cinquanta, il fucile semiautomatico ha avuto un uso militare per poi diventare il più diffuso per uso civile. Il nome deriva dall’azienda produttrice – ArmaLite – mentre il 15 sta ad indicare il numero del modello di carabina, il quindicesimo per l’appunto. Il progetto venne venduto negli anni alla Colt – l’unica ad oggi che può produrre questo specifico modello – mentre le altre aziende realizzano i cosiddetti “Ar-15 style” come pare essere quello utilizzato dall’attentatore della Pennsylvania. È tanto diffuso negli Usa da trovarne di modelli e prezzi di tutti i tipi, con tanto di associazione dedicata, la Ar-15 Owners of America. “La gente pensa che sia come una Barbie per uomini – commentò alla Bbc il presidente Christ Waltz -. E così come per le Barbie, anche gli Ar-15 possono avere differenti outfit“.
L’arma d’assalto compare tra quelle più usate nelle stragi di massa negli Stati Uniti. Sia perché ha la possibilità di avere caricatori molto capienti – fino anche a 100 proiettili – sia per la sua ampia diffusione nel Paese, dove è possibile acquistarlo per poco più di mille dollari. Il fucile, a colpo singolo, può sparare fino a 60 colpi al minuto, essendo in tutto e per tutto molto simile a quelli in dotazione alle forze armate. Lo scorso marzo la 28enne Audrey Elizabeth Hale utilizzò proprio un Ar-15 per uccidere tre bambini, la preside, il custode e una supplente del Convent School di Nashville. Ma la stessa arma è stata utilizzata anche nella strage alla scuola elementare di Sandy Hook, nel Connecticut, nel 2012 (28 morti) o nella sparatoria di Las Vegas nel 2017, costata la vita a 60 persone. Il nome dell’arma compare in tante altre mass-shooting in America, tanto che per dieci anni, dal 1994 al 2004, la sua vendita venne messa al bando dalla presidenza Clinton. Il divieto, però, non è stato rinnovato, facendo impennare le vendite negli ultimi 20 anni.