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Colombia: i sessant’anni dell’ELN, la guerriglia più longeva dell’America Latina

Il 4 luglio scorso si sono computi 60 anni dalla conformazione dell’Esercito di Liberazione Nazionale – ELN, definito da Insight Crime come l’ultimo vero gruppo insorgente della Colombia: una delle organizzazioni criminali più potenti dell’America Latina. Dopo gli accordi di Pace del 2016 tra le Farc (l’altra guerriglia del paese sudamericano) il governo colombiano guidato da Juan Manuel Santos, l’ELN è cresciuto in termini di controllo territoriale arrivando a contare oggi più di 6000 integranti. Inoltre con la sua recente espansione e rafforzamento anche in Venezuela, è considerata oggi una guerriglia binazionale. Gli obiettivi dell’ELN in Colombia e Venezuela sono però differenti, infatti mentre nel primo caso si tratta di una lotta politica nata al calore della rivoluzione cubana, nel secondo agisce più come forza paramilitare a sostegno del governo di Nicolás Maduro.

Per comprendere a fondo questo gruppo armato dobbiamo ritornare ai suoi albori, quando cioè negli anni 60, ispirandosi alla forza e al successo della rivoluzione cubana e in piena Guerra Fredda, nelle zone contadine delle Colombia giovani idealisti imbracciarono le armi. Negli stessi anni nei quali si conformavano le Farc, anche l’Esercito di Liberazione Nazionale mise le basi per la creazione di un’organizzazione nazionale, basata sull’ideologia marxista-leninista e aderente alla teologia della liberazione (per questo all’inizio alcuni dei suoi membri erano legati alla chiesa cattolica). Il primo grande attacco perpetrato dall’ELN avvenne a poco più di sei mesi dalla sua conformazione, il 7 gennaio 1965. Quel giorno i guerriglieri dell’ELN invasero un piccolo comune chiamato Simacota, nel dipartimento di Santander, dichiarando ufficialmente al mondo la loro esistenza e presentando il loro leader: Fabio Vásquez Castaño.

Gli inizi di questo gruppo guerrigliero però furono tutt’altro che “brillanti” in termini di vittorie e già nel 1973, l’operazione Anori (7 agosto – 18 ottobre) portata avanti dall’esercito colombiano causò la quasi totale distruzione dell’ELN. Quei fatti portarono ad una riorganizzazione territoriale e ad un cambio alla guida del gruppo armato, con l’arrivo al vertice di Manuel Pérez, alias “El Cura” e di Nicolas Rodríguez Bautista, alias “Gabino”. Da quel momento, e nei decenni successivi, le dinamiche dell’organizzazione sono cambiate molto e ben 7 presidenti colombiani (includendo l’attuale, Gustavo Petro) hanno cercato di raggiungere degli accordi di Pace per mettere fine al confronto armato. Sì perché Petro, che non appena proclamato presidente della Colombia (estate 2022) ha reso nota la sua intenzione di cercare un accordo con l’ELN, sta percorrendo un cammino dove in passato hanno già fallito César Gaviria, Ernesto Samper, Andrés Pastrana, Álvaro Uribe, Juan Manuel Santos e Iván Duque.

L’ELN ha basato storicamente il suo finanziamento sull’estorsione, sui sequestri, sul contrabbando transfrontaliero e sul traffico di combustibile, evitando almeno all’inizio di vincolarsi alla droga. Nonostante ciò negli ultimi anni è diventato notorio come questo gruppo guerrigliero, occupando uno spazio lasciato dalla “caduta” dei grandi cartelli della droga colombiani e dallo scioglimento delle Farc (anche se a tutt’oggi operano le chiamate dissidenze di questo storico gruppo guerrigliero) sia considerato come un attore di rilievo del narcotraffico internazionale. Una forza considerevole divisa in blocchi e che opera nei dipartimenti di Arauca, Boyaca, Casanare, Cauca, Chocó, Narino, nella regione del Basso Cauca, nella regione del Catatumbo, Bolivar, Cesar e sulle frontiere con Venezuela, Ecuador e Panama. Pochi giorni prima del sessantesimo anniversario del gruppo armato insorgente (giugno 2024) , lo stesso ELN ha celebrato il suo VI Congresso, confermano l’intenzione di proseguire il dialogo con il governo di Petro e ratificando la guida del Comando Centrale, dove spicca la figura di Eliécer Erlinto Chamorro, alias “Antonio García”. Lo stesso comandante che proprio in occasione del 4 di luglio ha condiviso attraverso i suoi canali social (molto attivi) un manifesto nel quale ricorda la storia dell’ELN e traccia i contorni di un presente incerto.

Questo gruppo armato insorgente è oggi la guerriglia più longeva dell’America Latina ma la sua lettura come agente rivoluzionario belligerante oppure come gruppo terrorista, varia a seconda degli attori del quadro geopolitico. Negli anni 90 il massacro di Machuca (84 morti il 18 ottobre 1998), il dirottamento del volo 9463 di Avianca (41 passeggeri il 12 aprile 1999) e il rapimento di 194 fedeli in una chiesa di Cali (30 maggio 1999) ne hanno marcato la traiettoria e l’immagine sia interna alla Colombia che a livello internazionale. Anche negli anni 2000 l’ELN, mentre si scontrava con l’esercito e con gli altri gruppi armati per il controllo del territorio (ad esempio con il Clan del Golfo), ha optato per attentati e sequestri, arrivando al suo apice nel 2019, con una autobomba nella scuola per cadetti della polizia di Bogotá, che ha prodotto 22 morti e quasi 70 feriti. Ad oggi dunque l’ELN è considerato come gruppo terrorista in Colombia, in Perù, negli Stati Uniti d’America, in Canada e nella Ue, posizione non condivisa però dai governi di Brasile, Nicaragua e Argentina.

Con Petro la situazione sembrava promettere un cambio radicale, però dopo gli inizi delle negoziazioni (facilitate dal governo di Caracas), si è arrivati ad accuse reciproche di rottura degli accordi e nuove ondate di violenza, come il sequestro il 28 ottobre 2023 del Luis Manuel Díaz, padre del calciatore Luis Díaz (liberato dopo 12 giorni). Il 4 luglio, in occasione del 60 anniversario dalla nascita dell’organizzazione, bandiere rossonere con la scritta ELN sono apparse in diversi punti del paese, come atto di propaganda e orgoglio. Dall’altro lato di questi atti di esibizionismo rimane però ciò che dice il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), che pubblicando il 3 luglio un aggiornamento del suo rapporto sulla situazione umanitaria in Colombia, ha rivelato che la violenza nelle aree controllate da gruppi armati illegali, come l’ELN, continua a peggiorare.