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Detriti spaziali diretti verso la Terra: in caduta i 20 satelliti Starlink di Elon Musk, sono stati rilasciati sull’orbita sbagliata

Una pioggia di detriti spaziali è diretta verso il pianeta Terra. In arrivo tutti e 20 i satelliti della costellazione Starlink – appartenente a SpaceX per le connessioni internet globali – che lo scorso 12 luglio sono stati rilasciati su un’orbita sbagliata per un guasto al motore dello stadio superiore del lanciatore Falcon 9, sempre dell’azienda di Elon Musk. Dei 20 rilasciati, già 2 sono rientrati come indicato dalle informazioni e dai dati del Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America (Norad): per i 18 rimanenti, il rientro nell’atmosfera è previsto nelle prossime ore. Il sospetto (maturato dall’astrofisico Jonathan McDowell, dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics), però, è che siano già rientrati senza tuttavia essere stati catalogati. Alcuni frammenti sono stati avvistati nei cieli di Cile e Argentina, come riferiscono alcune testimonianze su X.

In ogni caso, non c’è alcun allarme e non è previsto alcun tipo di rischio.

Non solo i 20 satelliti Starlink
Non solo Starlink. Nel frattempo, stanno rientrando in modo controllato (i frammenti cadranno in luoghi non popolati come l’oceano Pacifico) il grande cargo Cygnus della Northrop Grumman, che ha terminato la missione sulla Stazione Spaziale Internazionale per la Nasa. In modo non controllato nel nord della Thailandia, invece, è rientrato lo stadio superiore del lanciatore cinese Lunga Marcia. In discesa verso l’atmosfera, in un rientro controllato, il cargo Cygnus della Northrop Grumman sganciato il 12 luglio dalla Stazione Spaziale a conclusione della missione condotta per la Nasa.

Parla l’esperto
I 20 Starlink arriveranno verso l’atmosfera terrestre tutti insieme? “Plausibile, perché quando questi satelliti vengono immessi in un’orbita sbagliata, la procedura da seguire, già applicata per gli stessi motivi in passato, è quella di farli rientrare al più presto” ha dichiarato l’esperto di dinamica spaziale Luciano Anselmo – dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche – ai microfoni dell’Ansa. “Attualmente, il rientro controllato non è prescritto perché SpaceX certifica alle autorità regolatorie americane che il rischio è al di sotto della soglia di attenzione di una vittima su 10mila”. Dall’inizio del 2024 i rientri più seguiti sono stati quelli di Peregrine, trattasi della sonda dell’azienda americana Astrobotic che avrebbe dovuto raggiungere, secondo i piani, la Luna ma per un problema tecnico è stata costretta a tornare indietro il 18 gennaio, con un impatto nell’atmosfera avvenuto sui cieli del Pacifico. Nel mese di febbraio (il giorno 21), è stata la volta del rientro incontrollato del satellite europeo per l’osservazione della Terra Ers-2, sempre sul Pacifico (ma settentrionale), fra l’Alaska e le Hawaii.