Il sequel di Jack Frusciante è uscito dal gruppo si intitolerà Due. Lo ha svelato Enrico Brizzi su Instagram provocando una soave e composta reazione tra fan generazionali e geografici (si sprecano i “vez”). Sarà HarperCollins Italia, la casa editrice che ha pubblicato l’ultimo romanzo brizziano nel 2021, La primavera perfetta, a riportare in libreria trent’anni dopo il lascito clamoroso dell’exploit letterario del 1994 con un seguito che a quanto pare si svolgerebbe, lo scrive Brizzi su Instagram “nell’anno domini uno nove nove due”.
Due finirà dritto negli scaffali delle librerie italiane nel settembre 2024 mentre il mondo editoriale rispetto all’epoca si è culturalmente trasformato, pressappoco dall’evo dei “cannibali” all’evo dell’ “autofiction eticamente impegnata”. Così come oggi sulla quarta di copertina del “giallo” della Valerio scorgiamo gli elogi di Manzini e Malvaldi, direttamente dalla copertina del volume originale di Jack Frusciante di allora, targata Transeuropa, scorgiamo una presentazione di Silvia Ballestra di rara sintesi e maestria: “Questo libro racconta con sorprendente ironia e intelligenza il mondo sommerso e inquieto dei ragazzi nati nella seconda metà dei Settanta, ed è, nel contempo, un piccolo affresco “italiano” sul passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Ha per protagonista un diciassettenne che ama i Pistols, i Red hot chili peppers e soprattutto una ragazza che frequenta il suo stesso liceo. La loro storia d’amore “tardoadolescenziale” è forse la più bella che mi sia capitato di leggere”.
Due, invece, spiega Brizzi a mezzo busto con addosso una maglia del West Ham nel video su Instagram, si intitola così perché “è il secondo volume di una storia, due come Alex e Aidi, due le voci che si alternano in tutto il libro”. Insomma sembra non ci sarà più il narratore onnisciente che ci aveva abituato ad una pittoresca descrizione di sentimenti adolescenziali rockeggianti e all’illustrazione divertita di un progressismo borghese alla bolognese tutto liceo “Caimani”, biciclettate sui colli (antesignano della Vespa special di Cremonini) e quotidianità pedecollinare (il Cancelliere e la mutter in Saragozza).
Per chi avesse perso di vista il bolognese Brizzi negli recenti trent’anni basta ricordare che provò a ri-esplodere subito dopo Jack Frusciante nel 1996 con Bastogne (Baldini &Castoldi), un romanzo tra Celine, Malet e appunto qualche morso cannibale, e ancora nel 1997 con la chiusura della trilogia sulla giovinezza con Tra ragazzi immaginari. E invece nulla. Jack Frusciante rimase, ed è rimasto ì, inchiodato nella memoria di una città intera e di mezza Italia. Non servono le collaborazioni altissime con i quotidiani, le decine di pubblicazioni su viaggi a piedi e in bicicletta che Brizzi scrive per almeno vent’anni alternandosi al vizietto di qualche incursione calcistica. Poi chissà, forse proprio perché l’amato Bologna F.C. ha dato un colpo di coda finendo in Champions League, ed ecco il vecchio Alex, pardon Enrico di nuovo sulla tastiera. “Un’eventualità che ho negato a me stesso per 29 anni si è manifestata inattesa 12 mesi fa”, ha scritto sempre su Instagram il 30 giugno scorso. “Ho cominciato a scrivere un capitolo perché ne avevo sentito l’estro, ne ho aggiunti in segreto due o tre, e tanto bastò perché il vecchio Alex e la soave Adelaide tornassero a prendermi al laccio. Spero li troverete bene come li ho trovati io”.