La divisione tedesca del Wwf, la seconda più grande all’interno della rete dell’organizzazione, è in crisi. Il consiglio aziendale starebbe trattando da mesi a porte chiuse con la direzione la ristrutturazione e riduzione dei posti di lavoro. In una comunicazione interna, inviata ai dipendenti a fine giugno, si annuncia che per l’aumento dei costi e la sempre maggiore scarsità di risorse occorre “garantire la stabilità economica di Wwf Germania nel breve termine”. Lo cita un’indagine di Wdr, Ndr e Sz secondo cui almeno 80 dei quasi 500 dipendenti perderanno l’impiego per poter garantire risparmi pari a 4,5 milioni di euro all’anno.

Da oltre 60 anni il Wwf si promuove come difensore della Natura. L’organizzazione non governativa si finanzia in primo luogo con offerte e donazioni. Secondo il rapporto annuale 2022/23 l’anno scorso hanno contribuito in circa 350mila, garantendo entrate poco oltre i 56 milioni di euro, che con eredità ed altre elargizioni hanno superato i 64 milioni. Una grossa parte la fanno però anche contratti pubblici e cooperazioni aziendali che hanno portato così le entrate della Ong complessivamente a 124,7 milioni. Il bilancio ha chiuso però con una perdita di 1,9 milioni, coperta con delle riserve. La situazione quest’anno si sarebbe aggravata -indicano le tre testate giornalistiche tedesche- ed il passivo potrebbe salire a 5 milioni di euro e, senza interventi, nel 2025 addirittura a 9.

L’ente è perciò costretto a tirare il freno a mano. Oltre al licenziamento di dozzine di dipendenti sarebbero previsti anche la riduzione dei dipartimenti ed il passaggio della gestione di aree protette ad altre organizzazioni per la conservazione della natura. Attualmente il Wwf Germania, direttamente o con partner, cura circa 38mila ettari di aree tutelate. I problemi peraltro sarebbero stati già noti da tempo, ricostruisce la ricerca delle testate tedesche, la precedente direzione avrebbe affidato un’analisi sulle strutture di costo ad una società di consulenza esterna, senza però poi recepire rapidamente i suoi esiti, anzi avrebbe fatto ulteriori assunzioni. Con uno scambio di comunicazioni, 299 dipendenti accusano i piani di consolidamento della nuova direzione in carica dal novembre 2023 “come un attacco all’identità stessa del WWF” -riportano ancora Wdr, Ndr e Sz- sottolineando che l’azione sulle aree selezionate “indebolisce l’organizzazione fino al nucleo”.

Secondo i piani di ristrutturazione il dipartimento “per la difesa delle specie” in seno all’organizzazione dovrebbe essere sciolto e resterebbero solo quattro persone assegnate ad altri. Un comunicato stampa dello stesso Wwf l’11 luglio specifica che pure i dipartimenti “agricoltura”, nonostante l’importanza per il clima, ed “istruzione”, verranno smantellati. Il Wwf assicura che non cesserà l’impegno in questi ambiti ma “lo scopo è quello di rafforzare l’integrazione dell’impegno nei paesaggi meritevoli di tutela e nei settori economici rilevanti” e “l’obiettivo è poter continuare a lavorare in un ambiente in evoluzione con le risorse disponibili in modo efficiente e responsabile”. La nuova direzione giustifica la sua strategia affermando che mira ad allontanarsi dalla ricerca della massima crescita, finora garantita dalla forte espansione di progetti finanziati con fondi pubblici che però hanno comportato anche forti costi, per muoversi verso una prospettiva di sviluppo a lungo termine, tenendo conto che sta diminuendo la disponibilità alle donazioni, ma al contempo aumenta l’attenzione verso progetti concreti e comprensibili.

La rinuncia a progetti pubblici però per aumentare le entrate costringerà la nuova direzione ad allargare la ricerca di collaborazioni aziendali. Nel 2023 l’ente ha goduto già di questi accordi per il 14% del suo attivo, dando consulenza su temi ambientali e conferendo poi in licenza l’uso del logo del panda per fini pubblicitari. Tra i partner la catena di supermercati Edeka, Pepsi e Procter & Gamble. I dipendenti censurano che una più stretta vicinanza al mondo economico può mettere in pericolo l’indipendenza dell’organizzazione ed a repentaglio la sua credibilità e reputazione. In una seconda lettera di inizio luglio -viene citato- ammoniscono i cinque membri del nuovo consiglio direttivo “sarete responsabili per le conseguenze che ne derivano!”.

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