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Lino Banfi: “Mi hanno puntato una pistola in faccia per prendersi l’orologio. Malpensa a Silvio Berlusconi? Il minimo, a me a Canosa intestano un foyer”

L'attore 88enne si è raccontato in una lunga intervista a Fanpage: "Sono diventato più popolare di prima. Sono diventato pure amico del Papa, mi sto togliendo grandissime soddisfazioni"

“Questa Banfi-rigeneration che si è creata da pochi anni è sorprendente. Non si è capito per quale fenomeno, sono diventato più popolare di prima. Sono diventato pure amico del Papa, mi sto togliendo grandissime soddisfazioni”: Lino Banfi, 88 anni, si è raccontato a Fanpage. Sorpreso di questa nuova ondata di successo, a Duello ha confessato: “Io, però, non ci credevo più a Banfi. Da una trentina d’anni non lo amavo più, non lo guardavo più, non vedevo più niente. Quando giravo le ultime puntate del Medico (in Famiglia) che ho fatto, quando mi dicevano ‘Vuoi rivedere le scene, Lino?’. Io rispondevo ‘Non voglio vedere un c…'”. Ed è stata quella che lui definisce “quartà età portata bene” a ridargli fiducia. Dalla campagna con i Carabinieri e contro le truffe agli anziani di cui è tesimonial (“Abbiamo trovato la via mezzo per comunicare con le persone anziane, ‘Non vi dovete vergognare’, dico a loro in uno di questi spot), a un’esperienza vissuta da lui stesso “più grave” di una truffa digitale: “Mi puntarono una pistola in faccia per prendersi l’orologio. Truffe, mai. Anche perché se dovesse succedere, trufferei io loro”. Un racconto della carriera di Banfi, dal Commissario Lo Gatto di Risi a Vieni avanti cretino, all’affermazione di essere d’accordo su Malpensa che porterà il nome Aeroporto Silvio Berlusconi: “È il minimo. A me, adesso a Canosa, intestano un foyer di un teatro e figurati a Berlusconi quante cose dovrebbero intestargli. Sono più che favorevole al fatto che adesso Malpensa porti il suo nome”. Tra l’altro, Banfi conferma che gli manca l’amico Berlusconi: “Mi manca la telefonata che ogni anno mi faceva l’11 luglio. Da quarant’anni mi chiamava e mi diceva ‘Ciao vecchio!’, perché io avevo tre, quattro mesi più di lui”.