Un ventenne che spara diversi colpi da una “posizione elevata” con un fucile d’assalto semiautomatico e ferisce all’orecchio l’ex presidente degli Stati Uniti d’America in corsa con i repubblicani per le prossime elezioni presidenziali. Sono questi, al momento, i punti fermi dell’attentato a Donald Trump durante il suo comizio a Butler, in Pennsylvania. La guida delle indagini è stata assunta dall’Fbi ma rimangono ancora tanti punti da chiarire: in primis, cosa non ha funzionato nella pianificazione della sicurezza. Due ex agenti dell’Fbi, sentiti dalla Cnn, hanno espresso stupore per il fatto che il tetto dal quale l’uomo armato ha sparato diversi colpi durante il comizio di Trump non sia stato messo in sicurezza, data la vicinanza al palco. Nella sparatoria ha perso la vita un partecipante al comizio, mentre alte due persone sono rimaste ferite. Secondo diverse fonti citate dai media statunitensi, l’attentatore aveva anche degli ordigni esplosivi a bordo della sua auto e altri ne sono stati trovati nella sua abitazione.

“Sono scioccato che non ci fosse nessun cecchino su quel tetto” – Secondo un’analisi dell’emittente statunitense, infatti, l’attentatore (identificato come il ventenne Thomas Matthew Crooks) si trovava a una distanza compresa tra 120 e 150 metri dal palco di Trump al Butler Farm Show Grounds. L’edificio si trovava appena fuori dal luogo del raduno repubblicano. Le immagini mostrano numerosi cecchini appostati nei dintorni del palco. Steve Moore, un agente speciale dell’Fbi in pensione – che ha lavorato come cecchino per due anni – ha dichiarato alla Cnn che quel tetto sarebbe dovuto essere sorvegliato. Un altro ex agente, Bobby Chacon, ha sottolineato di essere sorpreso che non vi fossero cecchini su quella struttura, vicinissima al palco. “Quell’edificio, è la struttura più vicino con una visuale chiara sul palco. Sono scioccato che non avessero nessuno su quel tetto”, ha detto Chacon. Moore ha aggiunto che “il fatto che qualcuno abbia permesso che quel tetto non fosse monitorato e sorvegliato” potrebbe essere stato una grave falla di pianificazione.

Le procedure – Quel tetto rimane, infatti, libero e lì si posizionerà l’attentatore. Gli ex agenti aggiungono che, anche se gli agenti dei servizi segreti fossero stati avvisati della posizione di un uomo su quell’edificio, avrebbero potuto avere una “visuale ostruita“. “Non puoi semplicemente dire ‘Oh, c’è qualcuno laggiù su un tetto’ e sparargli“, ha spiegato Moore. “Quello che fanno è guardare, aspettare, finché non vedono un’arma. Il problema è che, in quella zona sul tetto, potrebbe esserci stato un piccolo muro che lo copriva, nascondendolo”. Per questo in tanti chiedono adesso cambiamenti drastici sulle procedure di sicurezza, come già annunciato dalla campagna di Trump. Alcuni video sui social mostrano i cecchini che puntano le loro armi in direzione dell’edificio dove si trova l’attentatore ma che vengono colti di sorpresa dagli spari, rispondendo al fuoco solo qualche secondo dopo. Possibile che la loro visuale fosse ostruita da un albero.

L’attentatore visto sul tetto – Un partecipante al comizio di Trump afferma di aver visto il presunto tiratore “spostarsi da un tetto all’altro” prima del tentativo di assassinio e di aver avvisato la polizia. Ben Macer ha raccontato a Kdka News che si trovava lungo la recinzione e ha “visto l’uomo spostarsi da un tetto all’altro. Ho detto a un agente che il presunto tiratore era sul tetto”. “Quando mi sono girato per tornare dove ero, è stato allora che sono iniziati gli spari e poi è stato il caos, e siamo tutti scappati via”, ha aggiunto. In un video pubblicato dal sito Tmz l’attentatore viene ripreso mentre, sdraiato a pancia in giù, prende la mira e spara.

Trump scoperto e ben visibile dopo gli spari – Riflettori puntati anche sugli istanti immediatamente successivi alla sparatoria. Gli agenti del Secret Service hanno fatto scudo sull’ex presidente. Poi però, dopo averlo aiutato a rialzarsi, si sono fermati al “Wait, wait, wait”, di Trump. Qui il tycoon ha mostrato il suo volto insanguinato e ha alzato il pugno e urlato per tre volte “fight, fight, fight”. In quel momento Trump era totalmente scoperto e ben visibile, una situazione molto rischiosa se fosse stato presente un potenziale secondo attentatore. Anche in questo caso una modalità lontana dai protocolli. Solo dopo diversi secondi è stato accompagnato dagli agenti della sicurezza verso il van blindato.

Convocata la direttrice del Secret Service – Intanto il comitato di vigilanza della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, guidata dai repubblicani, ha convocato la direttrice del Secret Service, Kimberly Cheatle, per testimoniare in un’udienza prevista per il 22 luglio. “Gli americani chiedono risposte sul tentato assassinio del presidente Trump”, ha affermato il comitato in una dichiarazione su X. L’attentato ha sollevato interrogativi sulle carenze in materia di sicurezza da parte del Secret Service, che fornisce agli ex presidenti, tra cui Trump, una protezione a vita. Intanto come fa saperela Casa Bianca il presidente Joe Biden e la vice Kamala Harris riceveranno nelle prossime ore un briefing dal Dipartimento per la sicurezza interna e dalle forze dell’ordine. Un report che sarà chiuso ai media.

Le verifiche su “eventuali fallimenti” – Già nel corso della conferenza stampa di Kevin Rojek, agente speciale dell’Fbi responsabile dell’ufficio di Pittsburgh, erano venuti fuori i primi dubbi. Rojek ha definito “sorprendente” che l’uomo armato sia riuscito a sparare più colpi durante la manifestazione per Trump. “Stiamo ancora lavorando sull’apparato di sicurezza messo in atto dai servizi segreti per scoprire cosa potrebbe essere successo”, ha detto. Il tenente colonnello George Bivens della polizia di stato della Pennsylvania ha aggiunto che l’indagine consentirà alle autorità di “dare un’occhiata a dove si sono verificati eventuali fallimenti e cosa si può fare meglio in futuro”. “A loro difesa”, ha aggiunto Bivens, “è incredibilmente difficile avere un luogo aperto al pubblico e proteggerlo da qualsiasi possibile minaccia contro un aggressore molto determinato”.

“Secret Service era preparato?” – Stephen Moore, consigliere senior della campagna di Donald Trump, ha espresso dubbi sulla preparazione del Security Service. “Dal video – ha detto alla Bbc– sembrava che Trump fosse stato solo sfiorato dal proiettile ma ciò che spaventa tutti noi è che se il proiettile fosse arrivato ad un pollice più in là rispetto alla sua testa, si sarebbe trattato di un assassinio. Di sicuro Trump ha bisogno di maggiore protezione: ora ci si chiede molto se il Secret Service fosse completamente preparato“.

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