L’attesa era tanta, tredici anni dall’ultimo concerto in Italia. C’è chi si è accampato letteralmente fuori dallo Stadio San Siro di Milano da settimane, gli “swifties” sono un popolo fedele, anche solo per accaparrarsi già dal giorno prima del concerto il prezioso cimelio in vendita al merchandising dalle magliette alle felpe fino a 140 euro. Per non contare poi chi è venuto direttamente dall’America, almeno il 14% dei presenti erano fan d’oltreoceano. Poi è scattata l’ora X di The Eras Tour (il tour mondiale con il più alto incasso di tutti i tempi) ed è così che è apparsa sul palco di San Siro a Milano lei Taylor Swift tra urla infinite e ovazioni a prova di decibel. Basti pensare che a Zurigo l’entusiasmo ha provocato vibrazioni sismiche misurabili fino a una distanza di 6 km.
Lei che tutto può e ha addirittura cambiato la posizione del palco, capovolgendo la naturale disposizione della visuale a San Siro, installandosi nel “braccio corto” dello stadio e dare così spazio alla lunghissima passerella a T. Un colpo d’occhio importante per tutti i 128mila spettatori, radunati tra ieri e stasera. La dimostrazione palese che Taylor Swift è letteralmente la macchina da guerra del pop, potente non solo per i primati da Guinness sul versante discografico, ma anche per il valore artistico che la rende solida e forte, destinata a durare nel tempo, proprio come la regina di tutti i tempi Madonna. Ad applaudirla c’erano tra gli altri: Elodie, Pierre Gasly, Charles LeClerc, Pierpaolo Piccioli, Francesca Michielin, Michele Bravi, Kiernan Shipka e Paolo Maldini.
UNO SHOW SPETTACOLARE, ALIENO – Solo Taylor può imbastire uno show mastodontico, spettacolare e anche sin troppo perfetto (proprio come i suoi capelli lisci o mossi con la frangia immobile e in ordine nonostante i balletti) di circa tre ore e 15 minuti con 46 brani suddivisi in dieci atti. Taylor, in fondo, si sa è una aliena ma ha regalato momenti anche di umanità come quando durante il momento acustico si è dovuta fermare per qualche colpo di tosse mentre cantava. L’unico stop in 2 ore e 45 di esibizioni ininterrotte. È umana anche lei. Questo è stato il miglior modo per celebrare al meglio 18 anni di carriera e recuperare il tempo perduto, a causa del Covid. Infatti il Lover Fest Tour previsto per il 2020, a causa delle misure restrittive sanitarie è stato cancellato. Ma Taylor ha continuato a sfornare altri album come “Folklore”, “Evermore” e “Midnights”, oltre alle re-incisioni di “Fearless” e “Red” fino all’ultimo “The Tortured Poets Department”, uscito il 19 aprile, trainato dal singolo “I Can Do It With a Broken Heart”. Da qui la decisione di mettere assieme tutto il materiale possibile in The Eras Tour (iniziato a Glendale il 17 marzo 2023 per concludersi a Vancouver in Canada l’8 dicembre) e celebrare se stessa e i fan, al meglio.
10 ATTI, 46 BRANI E 13 CAMBI D’ABITO E 1 “COL CA**O” – Dunque sono 13 i cambi di look che Taylor affronta sul palco di San Siro per il suo show. Gli abiti sono stati ideati per rappresentare ciascuna epoca della carriera di Taylor. Tra lustrini, strass e pietre preziose, abiti e calzature tutt’altro che banali , ogni outfit è stato curato senza trascurare alcun dettaglio. Un orologio sullo schermo per il conto alla rovescia mentre risuona “You Don’t Own Me” di Lesley Gore. Inizia così il primo atto “Lover” con l’artista che appare a metà del palco con un body luccicante e stivali fino al ginocchio. Pioggia di scintille elettriche e dorate per il secondo atto “Fearless” con la cantautrice in un abito con frange dorate e stivali country. D’un tratto lo spettacolo si tinge tutto di rosso per “Red” in cui l’artista appare con t-shirt con paillettes bianchi e la scritta “I Bet You Think About Me” e capellino nero che poi donerà, come da prassi, a una piccola fan scelta tra il pubblico. Durante l’esecuzione “We Are Never Ever Getting Back Together” è intervenuto il ballerino Kam, come accade in ogni tappa nella lingua del Paese ospitante “traduce” la frase “But we are never, ever, ever, ever getting back together. Like, ever” con un laconico “col cazzo”. “Speak Now” riproduce un mosaico astratto di luci viola sul palco. Appare la Swift in abito da ballo sulle note “Enchanted”. Ovazioni sui serpenti (tratto caratteristico del simbolismo della Swift) e luci soffuse per “Reputation”. La cantante è in tuta asimmetrica nera e rossa a ricordare, appunto, il serpente. Poi ci sono i blocchi “Evermore” a riprodurre la foresta, concept del disco, mentre con “Folklore” ci si immerge nella vita rurale. D’un tratto Milano sembra essersi annullata come coordinata geografica, grazie alla riproduzione di una atmosfera totalmente bucolica e refrigerante, in una serata caratterizzata dal caldo afoso e dalle zanzare. “1989” vede al centro lo skyline di una città illuminato al neon. Non poteva mancare la novità per la leg europea del tour “The Tortured Poets Department”. L’artista appare in un abito bianco con la citazione della frase “I love you, it’s ruining my life” dal brano “Fortnight”. Al via poi l’atteso set acustico con brani scelti a sorpresa in abito lungo arancione. Prima con la chitarra esegue un mash-up di “The 1” da “Folklore” e “Wonderland” da “1989 – Taylor’s Version”. Poi al piano “I Almost Do” da “Red” e nel bel mezzo di ferma per alcuni colpi di tosse a dimostrazione che è umana dopo 2 ore e 45 di show ininterrotto, per poi concludere con spettacolare e bellissimo finto tuffo finale nell’acqua, riprodotta sul palco a T. Lo show si chiude con l’onda d’urto di “Midnights” che si schianta contro lo schermo principale, svegliando così Swift che sale su una nuvola. Le note finali di “Karma” vengono accompagnate da fuochi d’artificio, coriandoli e colori. Un finale degno di uno spettacolo di questa portata.
“NON È IMPORTANTE ESSERE SEXY” – Il motivo di questo successo enorme? Lo spiega la stessa Taylor in una sua dichiarazione: “Non mi sono mai sentita sofisticata, cool o sexy. Non una sola volta. Per una ragazza non sono aspetti importanti. È importante essere creative, intelligenti, lavorare sodo, essere forti, brillanti e affascinanti”. Una piccola curiosità: c’è anche un po’ di Italia nel sangue dell’artista. Sembrerebbe che gli antenati di Taylor Swift siano originari di Castelnuovo Cilento, in provincia di Salerno. Il papà di Taylor sarebbe figlio di una giovane donna arrivata negli States con la famiglia, che nel 1920 sposò il tenente colonnello Archie Dean Swift. Buon sangue non mente.
L’ONDATA SWIFT TRA EDITORIA E STREAMING – Per cavalcare l’ondata Taylor Swift in Italia fioccano diverse iniziative tra tv ed editoria. Due su tutte l’arrivo il primo di agosto sulla piattaforma Warner Bros. Discovery, discovery+, “Taylor Swift Vs Scooter Braun: Bad Blood”. Golia contro Golia: lo scontro da 300 milioni di dollari che ha diviso l’industria musicale. Nel 2019, l’imprenditore americano e talent manager, Scooter Braun, ha acquistato l’etichetta discografica Big Machine Records e con essa i primi sei album di Taylor Swift. La storia si è trasformata in quello che alcuni sostengono essere un tipico esempio di sfruttamento delle donne nell’industria dell’intrattenimento. Disponibile in libreria invece “Taylor Swift – La Biografia (100% Unofficial)”, scritta da Chas Newkey-Burden, la storia di giovane promessa della musica country che diventa star mondiale. “Non importa quante canzoni scrivi su una rottura, non importa quante volte stai male – si legge nel volume – ti innamorerai sempre di nuovo. Credo che, a volte, quando scrivi canzoni d’amore, non le scrivi su ciò che stai vivendo in quel momento, ma su ciò che avresti voluto vivere”.
BENEDETTO DAL BRACCIALETTO DELL’AMICIZIA – Qui si apre una breve e inedita parentesi in prima persona. Appena seduto sugli spalti ho iniziato a chiacchierare con un paio di Swifties. Ho fatto delle foto alle loro braccia perché pieni di braccialetti dell’amicizia. Il vero tratto distintivo del fan. Tutto nasce nel 2022 quando esce il disco “Midnights”, dove in “You’re on Your Own, Kid”, Taylor dice: “Quindi, crea i braccialetti dell’amicizia, cogli l’attimo e assaporalo”. Da qui la decisione dei fan di iniziare a produrre artigianalmente i braccialetti e di scambiarseli prima del concerto come pretesto anche per fare amicizia. Ed è così che d’un tratto da una dei due fan che ho conosciuto ho ricevuto il braccialetto con scritto “Never Grow Up”, una delle canzoni di Taylor: “Tieni te lo regalo”. E io: “Ma non ho come ricambiare”, la risposta è stata “va bene così”. Chiunque tu sia, grazie.