“Io muoio per il calcio e mi piace la tensione dei rigori. E questo, che amo tanto, mi permette di portare da mangiare ai miei due figli. Non ho un lavoro e i rigori mi salvano“. Tornei e scommesse clandestine che valgono un piatto caldo per la propria famiglia. Segnare un calcio di rigore in cambio di soldi. Questo è quanto accade nei quartieri emarginati La Matanza e Laferrere di Buenos Aires. Alejandro Di Giacomo lo ha raccontato in un reportage per Ansa che testimonia le condizioni di vita di alcune famiglie argentine. Una porta da calcio e un pallone: chi vince la sfida ai calci di rigore si guadagna da vivere.

Nel cuore dei quartieri di Buenos Aires
“A volte finiamo per darcele di santa ragione. Una volta ho visto una rissa a colpi di coltello. Ma non è sempre così. Ad ogni rigore mettiamo in gioco molto”. Queste le parole di coloro che partecipano abitudinariamente alle sfide clandestine. Si tratta di una partita tutti contro tutti: i partecipanti possono iscriversi da soli oppure in coppia. Tre serie di tre rigori: dunque, nove totali. In caso di pareggio, il lancio di una moneta decreta il vincitore. Il torneo costa circa 1500 pesos a persona (1,5 dollari), lo stesso accade anche agli spettatori che devono spendere almeno 1000 pesos per quello che a tutti gli effetti è considerato uno spettacolo.

La cifra in palio varia, non è sempre la stessa. Da qui, entrano in gioco le scommesse clandestine: “Ho visto un ragazzo vincere 700mila pesos in un pomeriggio (circa 700 dollari)”. Lo spazio utilizzato viene definito dai locali portrero, letteralmente una zona aperta in mezzo alla città dove viene improvvisato un campo da calcio. Alcuni calciatori professionisti hanno ammesso di aver partecipato a queste scommesse, tra cui il paraguaiano Néstor Ortigoza, ex centrocampista del San Lorenzo.

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