È James David Vance il designato da Donald Trump per ricoprire la carica di vicepresidente in caso di un ritorno alla Casa Bianca. Vance ha 39 anni (quasi 40 meno di Trump) ed è attualmente senatore repubblicano dell’Ohio che, in passato, era stato tra i critici di Trump (nel 2016 arrivò a definirlo un potenziale Hitler americano). Vance è noto anche per il suo il suo memoir bestseller del 2016 “Hillbilly Elegy” (“Elegia americana” nella versione italiana) che racconta la crisi di una famiglia e di una cultura (quella degli Appalachi). Dal libro è stato tratto un film diretto da Ron Howard.

Il (giovane) senatore è un ex venture capitalist e la scelta sarebbe ricaduta su di lui per la capacità di mobilitare gli elettori della Rust Belt (la regione compresa tra i monti Appalachi settentrionali e i Grandi Laghi, cuore industriale degli Usa duramente colpita dalle delocalizzazioni). Ma Vance, che ha prestato servizio nei marines e si è laureato in legge a Yale, vanta anche legami con ricchi donatori della Silicon Valley. Ha infatti svolto l’attività di venture capitalist a San Francisco (nella società di Peter Thiel), coltivando relazione con imprenditori locali della tecnologia. Vance era nella rosa dei favoriti per la scelta finale insieme al governatore del Nord Dakota Doug Burgum e il senatore Marco Rubio della Florida.

Vista l’età e il tipo di carriera, Vance non ha una grandissima esperienza politica. Siede al Congresso da soli due anni. Tuttavia Trump vede in lui un genuino sostenitore della visione “America First” che si traduce in politiche commerciali a tutela dell’industria nazionale. Gli osservatori ritengono che Vance possa portare voti attingendo soprattutto al bacino di elettori bianchi della classe operaia. In primo luogo in stati come Wisconsin, Michigan e Pennsylvania, che nel 2020 contribuirono alla vittoria di Biden.

In passato Vance ha anche appoggiato mobilitazioni e rivendicazioni operaie. Il senatore è stato anche uno dei principali oppositori dei finanziamenti statunitensi all’Ucraina, affermando di recente che l’attacco all’ ospedale pediatrico di Kiev, pur essendo una cosa terribile, non ha cambiato la sua valutazione. Afferma di aver maturato un avversione al coinvolgimento in conflitti tra paesi esteri durante la sua esperienza nei marines. La sua scelta sarebbe stata caldeggiata anche dal figlio dell’ex presidente Donald Trump Jr.

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