A maggio le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono ammontate a 43,3 miliardi: un aumento del 7,1% (2,9 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2023. Nei primi cinque mesi del 2024, stando alle statistiche di Bankitalia, gli incassi sono saliti a 206,8 miliardi, in salita del 7,1% pari a 13,7 miliardi. Il bollettino delle entrate diffuso dieci giorni fa dal dipartimento Finanze del Mef calcolava un gettito lievemente superiore: 210,7 miliardi in cinque mesi tra imposte dirette e indirette, contro i 192 dello stesso periodo del 2023: +9,7%. Merito soprattutto del buon andamento delle ritenute sul lavoro dipendente e delle ritenute sugli interessi e premi corrisposti da istituti di credito. Buone notizie comunque per il ministro Giancarlo Giorgetti, alle prese con la preparazione del piano strutturale di bilancio da presentare a settembre alla Commissione Ue – che chiede all’Italia di ridurre il deficit per uscire dalla procedura di infrazione – e con la messa a punto della manovra per il 2025.

Il bollettino Finanza pubblica: fabbisogno e debito di via Nazionale rileva in compenso che a maggio il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 13,3 miliardi rispetto al mese precedente, salendo a 2.918,9 miliardi. L’aumento è dovuto al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche, pari a 11,5 miliardi, e all’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio, per 2,1 miliardi. In senso opposto ha agito la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (0,3 miliardi, a 31,9).

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