Mondo

Iran, Sharifeh Mohammadi non ha mai impugnato armi ma rischia l’impiccagione per ribellione armata

Venerdì 12 luglio, trascorsi 3000 giorni dall’arresto di Ahmadreza Djajali, scongiurata per il momento l’esecuzione del rapper Toomaj Salehi, c’è una nuova agghiacciante storia di pena di morte che arriva dall’Iran. Il 4 luglio, alla vigilia del secondo turno delle elezioni presidenziali, la sindacalista indipendente Sharifeh Mohammadi è stata condannata a morte dal tribunale rivoluzionario della città di Rasht per il reato di “baghy”, ribellione armata, secondo l’articolo 187 del codice penale islamico.

Sharifeh Mohammadi, 45 anni, esponente del Comitato di coordinamento per l’aiuto alla formazione dei sindacati in Iran, nata a Mianah – nella provincia dell’Azerbaigian orientale – e poi trasferitasi a Rasht, non ha mai preso un’arma in mano in vita sua ma rischia di essere punita nel modo più atroce solo per aver difeso i diritti dei lavoratori.


Arrestata il 5 dicembre 2023, è stata tenuta in isolamento per mesi senza poter ricevere visite né fare telefonate ed è stata sottoposta a torture perché firmasse una “confessione” di appartenenza al gruppo separatista curdo Komala.

Secondo l’Unione libera dei lavoratori dell’Iran, “la condanna a morte di Sharifeh Mohammadi è un atto intenzionale delle strutture di sicurezza per seminare il terrore nei movimenti sociali e nei gruppi marginalizzati. La lotta per l’abolizione della pena di morte e la scarcerazione di Sharifeh Mohammadi e degli altri prigionieri politici è un aspetto fondamentale della nostra lotta, come lavoratori e popolo iraniano, per una società libera, uguale e prospera”.

Amnesty International, le organizzazioni per i diritti umani e i sindacati indipendenti iraniani stanno sollecitando le unioni sindacali di ogni parte del mondo e l’Organizzazione internazionale del lavoro a premere sulle autorità iraniane perché annullino le accuse nei confronti di Sharifeh Mohammadi e la scarcerino immediatamente.

Le esecuzioni di donne in Iran sono in aumento: secondo l’ong Iran Human Rights sono state almeno 220 dal 2010 ma ben più del dieci per cento, almeno 32, hanno avuto luogo nell’ultimo anno e mezzo.