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Perché l’attentato a Trump dimostra che gli Stati Uniti sono alla frutta

La tradizione statunitense di attentati ai Presidenti in carica o candidati presidenziali si arricchisce di un nuovo episodio, pieno, come sempre, di risvolti oscuri che forniranno ghiotte occasioni di intrattenimento ed esibizione a complottisti e profittatori di ogni risma. In particolare nell’Italia provincia dell’Impero assistiamo a una gara di fedeltà e sottomissione al nuovo imperatore annunciato, che vede al momento vincente il solito grottesco Salvini col suo improponibile paragone tra l’attentato a Trump e l’aggressione subita a suo tempo da Berlusconi e l’immancabile riferimento all’odio della sinistra.

Parlando invece di cose serie, è certamente molto bizzarro che l’attentatore abbia potuto avvicinarsi a distanza di tiro dal candidato presidenziale , che avrebbe dovuto essere tutelato da un poderoso Servizio di sorveglianza. Così come lo è il fatto che Trump sia rimasto illeso, è proprio il caso di dirlo, per il rotto della cuffia.

In attesa di ulteriori rivelazioni sulle effettive affiliazioni del giovane che ha sparato e sulle motivazioni effettive delle inescusabili lacune del servizio di protezione, occorre fare talune considerazioni di carattere generale, evitando di confondere la luna col dito, come è purtroppo abitudine consolidata dei sedicenti giornalisti e commentatori italici che tendono spesso a scambiare la competizione elettorale statunitense per il campionato europeo di calcio e un attentato fallito per un rigore mancato.

Occorre quindi delineare lo scenario di fondo di quanto accaduto ieri a Butler. Si tratta della crisi terminale del Paese più armato e più violento del mondo che detiene il record delle stragi domestiche, che avvengono con frequenza crescente negli ultimi anni, e sparge micidiali armamenti di ogni genere nel mondo alimentando fra l’altro il criminale genocidio del popolo palestinese e l’insensato massacro della gioventù russa e ucraina.

Come un mostruoso Moloch, il sistema capitalistico e imperialistico che domina gli Stati Uniti e parte (fortunatamente sempre più piccola) del pianeta, ha bisogno di sacrifici umani per restare in piedi e si avvia a regalarci quello definitivo e totale coll’Olocausto altomico propiziato dal riarmo incessante decretato dalla Nato il cui ultimo vertice svoltosi proprio a Washington nei giorni scorsi ha confermato che dobbiamo entrare in rotta di collisione frontale con Russia, Cina, Iran ed altri. La sodale di Biden e Stoltenberg (o domani di Trump e Rutte) che risponde al nome di Giorgia Meloni, e che disgraziatamente è assurta al ruolo di rappresentante della Repubblica italiana più che altro per la criminale incapacità di chi avrebbe dovuto contrastarla, si è limitata come al solito ad approvazione incondizionata.

Non mancano altri campioni di atlantismo fra i mediamente pessimi esponenti della nostra classe politica, tra i quali una tale Raffaella Paita che recentemente in un dibattito televisivo ha riaffermato la sua decisione di combattere fino alla morte per impedire la vittoria dei regimi autoritari che costituirebbero l’inaccettabile negazione dei valori occidentali da difendere fino alla morte, secondo costei e gli altri politici che vogliono liquidare la nostra sovranità nazionale e i principi fondamentali della Costituzione repubblicana.

Quali siano in realtà questi valori lo possiamo constatare vedendo quanto prontamente il leader di riferimento della parlamentare citata, ovvero Matteo Renzi, si sia messo a disposizione della macchina di propaganda dell’autocrate saudita in cambio di ingenti pagamenti. Oppure, ed è infinitamente più grave, abbiamo visto questi valori all’opera quotidiana coi massacri quotidiani compiuti da Netanyahu che persegue il suo disegno genocida col consenso e le armi provenienti da Stati Uniti, Germania, Italia ed altri Stati occidentali. O infine, si parva licet, lo vediamo collo show a lieto fine allestito a ulteriore beneficio della candidatura Trump a Butler.

Ulteriori dettagli emergeranno, anche se ovviamente i tutori del sistema che hanno tenuto Assange in galera per molti anni perché temono la verità come la peste, faranno di tutto per inpedirlo. Ma per dare una corretta lettura di quanto accaduto si deve oggi sottolineare che il potenziale di frustrazione, distruzione e violenza del Moloch capitalista e imperialista che risponde al nome di Stati Uniti è divenuto talmente grande e incontenibile da minacciare i suoi figli prediletti.

Oggi Trump, fortunatamente scampato per un pelo alla morte, domani tutta l’America popolazione statunitense, sempre più avviata verso la guerra civile e il massacro intestino, ovvero verso la dittatura orwelliana del grande capitale. Occorre evitare che la valanga di merda, sangue e morte che ne scaturisce ci coinvolga, neutralizzando i nemici della sovranità nazionale e popolare italiana e avviando un percorso di sganciamento definitivo del nostro Paese e dell’Europa dalla Nato, verso un nuovo ordine multipolare pacifico basato sul rispetto reciproco, la pace, la cooperazione e la promozione effettiva dei valori universali.