L’area verrà recintata ad agosto e mentre è previsto il primo incontro tra gli enti che vi hanno aderito, 70 docenti hanno inviato una lettera a UEFA, FIFA e FIGC per esprimere tutto il proprio disappunto per le criticità dal punto di vista ambientale. Il progetto per il nuovo stadio del Milan in zona San Donato prosegue, tra relative certezze e molte polemiche. I lavori nell’area San Francesco dovranno terminare entro la fine del mese di settembre come comunicato dalla società SportLifeCity: come ricordato da Il Cittadino, la barriera circonderà l’area per circa 1.500 metri con recinzioni di metallo. “Dopo le opere di pulizia, il Milan ha confermato e ha già dato avvio ai preparativi, la volontà di dare seguito alla posa della recinzione che si tratta di un’opera importante per tutto il territorio con la messa in sicurezza di una zona che versava in condizioni di degrado”, ha commentato l’assessore Massimiliano Mistretta. Nel frattempo, in settimana è previsto il primo tavolo di lavoro tra il Comune di San Donato e gli organismi che hanno già accettato la proposta.
Prosegue l’iter dello stadio
Dopo Regione e FS Sistemi urbani, arriva anche l’adesione dalla Città metropolitana di Milano vagliata dal sindaco Sala: la richiesta era stata inviata lo scorso 19 aprile. Oltre all’aspetto pratico relativo alla bonifica dello spazio adiacente, prosegue il processo burocratico. Nel corso della settimana è previsto il primo e vero proprio incontro tra i vari enti per poter discutere di temi riguardanti la viabilità, mobilità e impatto ambientale del futuro stadio. Tra i presenti, ovviamente, ci sarà anche un portavoce della dirigenza rossonera.
La lettera inviata a Uefa, Fifa e Figc
Non tutti, però, sono d’accordo circa la creazione di un nuovo stadio per il Milan nell’area “San Francesco”, 249.562 mq di verde a San Donato Milanese. Come riportato da Il Corriere della Sera, oltre 70 docenti del Politecnico di Milano, dell’Università Statale e della Cattolica hanno scritto ai presidenti di FIFA, UEFA e FIGC (Gianni Infantino, Aleksander Ceferin e Gabriele Gravina) ribandendo con una lettera la loro presa di posizione: “Riteniamo encomiabile il vostro riconoscimento dell’importanza di promuovere la sostenibilità nel settore calcistico ma portiamo alla vostra attenzione la problematicità di costruire nuove infrastrutture in aree non edificate”. Elevate emissioni di CO2 e coinvolgimento di un’ampia porzione di territorio: “Il nuovo stadio del Milan comporterebbe la trasformazione di circa 30 ettari di terreno mai urbanizzato, senza contare che nelle immediate vicinanze del sito proposto per l’impianto si trova l’abbazia di Chiaravalle”. Quindi, prosegue la lettera, “sarebbe necessario piantare 19 ettari di bosco e 32mila alberi per arrivare in 20 anni a compensare quanto perduto a causa del consumo di suolo che comprende anche diverse aree del Parco Agricolo Sud Milano, l’importante riserva naturale dedicata alla protezione di boschi, terreni agricoli e corsi d’acqua”. I docenti si augurano che “le federazioni calcistiche assumano una posizione netta contro la costruzione di nuove infrastrutture su terreni non urbanizzati al fine di non compromettere quei principi di sostenibilità che ispirano le strategie globali di contrasto al cambiamento climatico, incoraggiando il recupero delle strutture esistenti”.