Sarà il senatore dell’Ohio James DavidJ. D.Vance, 38 anni, il running mate di Donald Trump, cioè il candidato vicepresidente per i repubblicani alle elezioni di novembre. Lo ha annunciato il tycoon sul suo social Truth mentre era il corso la convention del partito a Milwaukee, nel Wisconsin, che lo ha incoronato per la terza corsa consecutiva come candidato alla Casa Bianca. Prima dell’inizio dei lavori, i candidati più accreditati della vigilia insieme a Vance, cioè il senatore della Florida Marco Rubio – sconfitto da Trump alle primarie del 2016 – e il governatore del North Dakota Doug Burgum, erano già stati informati di non essere stati scelti. Vance, ex marine, laureato in legge a Yale e autore del memoir bestseller Elegia americana – che lo ha accreditato come portavoce dei bianchi impoveriti del Midwest – per anni è stato un fiero oppositore interno di Trump, avvicinandosi all’ex presidente solo dopo aver annunciato la propria candidatura al Senato alle elezioni di midterm del 2022. Tra i tre papabili, era di gran lunga quello con meno esperienza politica.

“Dopo lunghe riflessioni, e avendo considerato le incredibili doti di tanti altri, ho deciso che la persona più adatta a ricoprire il ruolo di vicepresidente è il senatore J.D. Vance”, ha scritto Trump su Truth. “J.D. ha servito con onore il nostro Paese nei marines, si è laureato all’Università dell’Ohio in due anni con lode, ed è laureato in legge a Yale, dov’è stato direttore dello Yale Law Journal. Il suo libro, Elegia americana, è diventato un bestseller e un film (prodotto da Netflix, ndr), avendo celebrato gli uomini e le donne che lavorano duro nel nostro Paese. J.D. ha avuto una carriera imprenditoriale di grande successo nel campo della tecnologia e della finanza e ora, durante la campagna, si concentrerà fortemente sulle persone per cui ha combattuto in modo così brillante, i lavoratori e gli agricoltori americani in Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Ohio, Minnesota e ben oltre…”, si legge nel post. Il presidente Joe Biden, sfidante di Trump alle elezioni, ha attaccato la scelta con un post su X, definendo Vance un candidato “pro-ricchi”: “Vogliono aumentare le tasse al ceto medio tagliandole ai più ricchi. Non glielo permetterò”, ha scritto.

La quattro giorni repubblicana si è aperta con un minuto di silenzio per la vittima dell’attentato diretto al tycoon durante il comizio a Butler, in Pennsylvania, e con l’inno nazionale: la folla ha intonato “Fight! Fight! Fight!“, il grido lanciato da Trump col pugno alzato dopo essere stato ferito dal proiettile. Durante la convention, i delegati hanno anche approvato una nuova piattaforma del partito allineata con le posizioni politiche di Trump, con un approccio che lascia ai singoli Stati ogni decisione sulle restrizioni all’aborto, abbandonando la posizione di lunga data del partito a favore di un divieto dell’interruzione di gravidanza a livello federale. Una svolta adottata per non favorire i dem su un tema elettorale cruciale, ma che ha fatto infuriare l’ala anti-abortista.

Intanto lunedì mattina Trump ha incontrato a Milwaukee Robert F. Kennedy Jr, nipote dell’ex presidente John Fitzgerald Kennedy candidato indipendente alla Casa Bianca (noto per le sue teorie del complotto) per convincerlo a ritirarsi e appoggiarlo alla presidenza. “Sì, il signor Kennedy ha incontrato oggi il presidente Trump per discutere di unità nazionale, e spera di incontrare anche i leader del Partito Democratico”, ha riferito in una nota la portavoce della campagna di Kennedy, Stefanie Spear, spiegando però che il candidato “non abbandonerà la gara“.

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