Le chiamano risorse "non legnose": si tratta di funghi, tartufi, sughero, piccoli frutti, erbe, resine, miele e tanti altri. Piccola guida al raccolto consapevole
Vengono chiamate, come se fossero cosa meno nobile, produzioni “non legnose”, ad indicare tutto ciò che la foresta offre ma che non sia legname. Eppure tutto ciò che si raccoglie nel bosco ha un valore prezioso, anche di tipo commerciale. Ci sono tuttavia norme e pratiche precise per la raccolta in foresta, come ci spiega il volume a cura di Giuseppe Bonanno e Alberto Pauletto, La Bottega della foresta (Altreconomia editore).
Le foreste crescono. Ma sono abbandonate e mal sfruttate
Ma i fondi per la gestione forestale sono spesso insufficienti e si arriva al paradosso per cui l’utilizzo del legname è un’economia secondaria ed è destinato soprattutto all’energia, mentre il nostro Paese importa più dell’80% del legno per l’industria del mobile, la nautica e il packaging, con il rischio di importare legno da aree deforestate o a rischio.
Eppure, oltre al legno, le foreste italiane offrono una ricca gamma di risorse “non legnose”, come funghi spontanei, tartufi, sughero, castagne, nocciole, pinoli, piccoli frutti (come lamponi, mirtilli, fragole, ribes, ecc.), erbe medicinali e aromatiche, resine ed estratti, tannini, cortecce, lettiera, miele, selvaggina e altro ancora. Si tratta di prodotti, spiegano gli autori, che hanno un valore culturale e relazionale ancora più che materiale, attivando e offrendo opportunità ricreative che alimentano importanti reti di indotto per le economie territoriali.
Dai tesserini ai tributi: le norme che regolano la raccolta
La raccolta di alcuni di questi prodotti in Italia è soggetta a restrizioni o richiede l’ottenimento di permessi specifici. È il caso, in particolare, dei funghi e dei tartufi per i quali sono richiesti permessi di raccolta (tesserini) rilasciati, secondo i casi, dalle Regioni o altri enti locali.
Oggi i raccoglitori occasionali di prodotti selvatici come funghi, tartufi, erbe officinali, bacche, resine, sughero e frutta in guscio sono autorizzati a vendere tali prodotti per un valore massimo di 7mila euro, non cumulabili con i redditi della persona fisica.
Il bosco non è un supermercato: come raccogliere
Infine, nel libro si spiega il modo in cui occorre raccogliere i prodotti della foresta, rispettando l’ambiente circostante. Il primo consiglio è: conosci le specie. Prima di raccogliere qualsiasi bacca, radice o frutto, assicurati di sapere che cosa stai facendo, identificando quello che è commestibile e ciò che, invece, potrebbe essere tossico. In caso di incertezza, è sempre meglio consultare guide o personale specializzato. Fondamentale rispettare le leggi locali rispetto alla modalità, quantità, specie e stagioni di raccolta.
Bisogna poi utilizzare attrezzature adeguate, come guanti, cestini, contenitori o piccoli attrezzi. Per la raccolta dei funghi, va evitato l’uso di sacchetti di plastica. I prodotti vanno raccolti con delicatezza, evitando di danneggiare la piante, le radici e l’habitat circostanze. Vanno evitati inoltre rumori molesti, danneggiamenti alla flora e disturbo alla fauna selvatica, senza lasciare rifiuti, anche se biodegradabili.
Ancora: il bosco non è un supermercato, le risorse non vanno esaurite. Per questo è meglio raccogliere quantità eccessive in una stessa area. Nel caso dei funghi, alcuni esemplari sul terreno vanno lasciati per consentirne la riproduzione. Infine: nel bosco si va preparati, dopo essersi informati sulle caratteristiche vegetali e animali, camminando solo sui sentieri segnalati, senza mai avvicinarsi agli animali selvatici, prestando attenzione agli avvisi, con smartphone carico, acqua e cibo. E se si ha un cane, va tenuto sempre al guinzaglio.