Politica

Decreto casa, salta il salva-Milano. Il governo sdogana i micro monolocali da 20 mq e il recupero dei sottotetti senza rispetto delle distanze minime

La sanatoria edilizia voluta dal vicepremier Matteo Salvini fa passi avanti in Parlamento ma perde uno dei “pezzi” più discussi, il cosiddetto salva-Milano sulle autorizzazioni edilizie per i casi dei grattacieli e degli altri edifici finiti nel mirino della procura come presunti abusi. Nei giorni scorsi oltre 50 tra urbanisti e giuristi avevano sottoscritto un appello al legislatore per scongiurare quello che hanno definito “un precedente normativo grave”. La commissione Ambiente della Camera ha dato via libera al decreto salva-casa, atteso domani in aula a Montecitorio, votando il mandato ai relatori Dario Iaia (FdI) ed Erica Mazzetti (Fi), ma nel testo approvato non compare al momento la norma pensata per firmare le inchieste dei pm milanesi. Gli emendamenti dell’opposizione sono stati respinti, quelli della maggioranza accantonati e ritirati. Ma il sottosegretario Alessandro Morelli spiega che l’intenzione è quella di infilarla nel decreto Infrastrutture dopo aver valutato “le nuove ulteriori proposte giunte stamattina dal Comune di Milano”.

In compenso sono passate altre norme molto criticate dalle opposizioni a partire da quella che sdogana i micro monolocali, ampiamente rivendicata dal leader della Lega secondo cui è “una promessa mantenuta” e “va incontro alle necessità di studenti e lavoratori – specialmente nelle grandi città – oltre a favorire la riduzione del consumo del suolo”. Via libera poi a un allargamento delle maglie dei cambi di destinazione d’uso e – scrive in una nota il vicecapogruppo M5s alla camera Agostino Santillo – al “superamento della doppia conformità anche per le variazioni essenziali”, il che trasforma il decreto in un “condono sfacciato“.

Sdoganati i monolocali da 20 mq – Sono passate invece le nuove norme sui micro-appartamenti che superano la legislazione risalente al 1975. I monolocali potranno avere l’abitabilità con una superficie minima di 20 metri quadrati per una persona (dagli attuali 28) e di 28 metri quadrati per due persone, mentre ora ne servono 38. L’altezza minima dei locali interni passa dai 2,7 metri al limite di 2,4 metri. È prevista la condizione che gli edifici siano sottoposti a ristrutturazioni per garantire idonee condizioni igienico-sanitarie. “Salvini sdogana la ‘casetta dei sette nani‘ e decide di ridurre le dimensioni minime per l’abitabilità dei monolocali a 20 metri quadri”, il commento di Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati. “E intanto riduce anche l’altezza minima dei locali abitabili. Una scelta scellerata che aprirà la strada ad alloggi sempre meno vivibili e sempre più costosi. Un governo che è pronto a fare favori alla rendita immobiliare ma non fa nulla per sostenere gli affitti, non vede l’emergenza abitativa, né la carenza di case per studenti che saranno i più penalizzati da questa pessima norma”.

Tolleranze costruttive fino al 6% – In aggiunta, le tolleranze costruttive, cioè le differenze consentite tra quanto autorizzato e quanto effettivamente realizzato, vengono portate fino al 6% per i mini appartamenti con superficie inferiore ai 60 metri quadrati. Per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024, il mancato rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni altro parametro delle singole unità immobiliari non costituisce violazione edilizia se contenuto entro i limiti del 6% delle misure previste nel titolo abilitativo. La tolleranza si aggiunge a quelle, già contenute nell’emendamento, del 2% per le unite immobiliari con superficie utile superiore ai 500 metri quadrati, del 3% tra i 300 e i 500 metri quadrati, del 4% tra i 100 e i 300 metri quadrati e del 5% fino ai 100 metri quadrati.

Recupero dei sottotetti senza rispetto delle distanze minime – Un’altra riformulazione prevede che per “incentivare l’ampliamento dell’offerta abitativa limitando il consumo di nuovo suolo”, il recupero dei sottotetti è “comunque consentito”, nei limiti e secondo le procedure previste dalla legge regionale, anche “quando l’intervento di recupero non consenta il rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini”. La proposta di modifica, approvata, specifica che il recupero è consentito “a condizione che siano rispettati i limiti di distanza vigenti all’epoca della realizzazione dell’edificio, che non siano apportate modifiche, nella forma e nella superficie, all’area del sottotetto come delimitata dalle pareti perimetrali e che sia rispettata l’altezza massima dell’edificio assentita dal titolo che ha previsto la costruzione del medesimo. Resta fermo quanto previsto dalle leggi regionali più favorevoli”.

Deregulation sui cambi di destinazione d’uso – I dem denunciano anche il via libera, sempre per il tramite di una riformulazione del governo, a una “totale deregulation per i cambi di destinazione d’uso, con o senza opere. Senza obbligo di reperire gli standard per i servizi pubblici e la dotazione minima di parcheggi“. In questo modo si decide “sulla testa dei Comuni, a cui viene sottratta la possibilità di regolare con i propri strumenti di pianificazione persino il fenomeno degli affitti brevi che impatta sulla qualità della vita di tantissime aree urbane e centri storici. Ecco il vero obiettivo – concludono i democratici componenti della commissione ambiente – di Salvini e della destra: cancellare tutte le regole che disciplinano il cambio di destinazione d’uso e consentire lo stravolgimento di interi quartieri e città”.

Sanatoria anche per immobili sottoposti a vincolo – Si prevede una sanatoria anche per gli interventi soggetti a vincoli che, prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice dei beni culturali del 2006, pur essendo stati autorizzati dal Comune, non avevano il preventivo accertamento della compatibilità paesaggistica. “Per il governo Meloni gli impianti di energie rinnovabili sfregiano il paesaggio, ma gli edifici che non rispettano i vincoli no. Le riformulazioni agli emendamenti portate in commissione dalla maggioranza sono folli e allarmanti: in parole povere, la sanatoria tanto rivendicata da Salvini vale anche per gli immobili sottoposti a vincolo storico, artistico e archeologico“, commenta in una nota la capogruppo M5s in commissione Ilaria Fontana. “E anche per quegli immobili che non rispettano le norme anti-sismiche: a questo punto, parlare di deregulation è persino riduttivo. Il leader della Lega, che per mesi ha inquadrato il decreto in uno scenario da “Hansel e Gretel” parlando di “camerette” o “paretine”, oggi getta la maschera. Nel silenzio totale della premier Meloni e del suo fidato ministro Sangiuliano, da oggi di fatto privato delle deleghe sulla tutela del paesaggio”. Anche per la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, “Sangiuliano commissariato accetta in silenzio lo sfregio al patrimonio culturale”.

Abusi in appartamento sanabili se ce ne sono nel condominio – Nei giorni scorsi erano stati approvati altri emendamenti in base ai quali se ci sono abusi nel condominio si potrà comunque procedere con i lavori di riqualificazione in un singolo appartamento e viceversa: se l’abuso è nel singolo appartamento si potrà comunque procedere ai lavori nelle parti comuni. Una modifica riguarda anche i porticati: si parla infatti “di logge rientranti all’interno dell’edificio o di porticati, a eccezione dei porticati gravati, in tutto o in parte, da diritti di uso pubblico o collocati nei fronti esterni dell’edificio prospicienti aree pubbliche”.