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In Sicilia una deputata di Forza Italia vuole istituire il “reddito regionale di cittadinanza”. Schifani: “Proposta personale, non del partito”

Il reddito di cittadinanza è stata una misura “che, in una delle fasi più difficili della storia recente, ha garantito la dignità delle fasce sociali maggiormente vulnerabili del Paese”. Lo scrive – nero su bianco – la deputata Luisa Lantieri che ha presentato un disegno di legge all’Ars per istituire in Sicilia il “reddito regionale […]

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Il reddito di cittadinanza è stata una misura “che, in una delle fasi più difficili della storia recente, ha garantito la dignità delle fasce sociali maggiormente vulnerabili del Paese”. Lo scrive – nero su bianco – la deputata Luisa Lantieri che ha presentato un disegno di legge all’Ars per istituire in Sicilia il “reddito regionale di cittadinanza“. La particolarità di questa proposta è che arriva proprio da Lantieri che è una dei 12 deputati regionali di Forza Italia: lo stesso partito – componente del governo Meloni – che a Roma ha votato a favore della cancellazione della misura. “Meglio tardi che mai“, è il commento del leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. Ma subito arriva la replica del governatore Renato Schifani: quella di Lantieri “è un’iniziativa del tutto personale, non concordata col partito“.

Il ddl – presentato il 6 giugno scorso e rivelato da Domani – vede la deputata azzurra unica firmataria e, al momento, rappresenta un voce fuori dal coro all’interno di Forza Italia. Un’iniziativa “lontana dalle posizioni espresse da Forza Italia su questa misura che non ha dato alcuna risposta sull’avvio al lavoro dei cittadini”, la definisce Schifani. A fine maggio – pochi giorni prima del deposito della proposta- lo stesso governato (che del partito fondato da Berlusconi è presidente del Consiglio nazionale) elogiava gli interventi del governo Meloni sottolineando che “la fine del reddito di cittadinanza ha chiuso l’epoca dei sussidi a pioggia” mentre “l’investimento mirato alla formazione e alla riqualificazione professionale, ha creato nuove opportunità occupazionali e portato all’emersione di quel lavoro nero che si associava all’assistenzialismo fine a se stesso“.

Argomentazioni, però, totalmente distanti da quelle della deputata del suo partito: per Lantieri le soluzioni trovate dal centrodestra a livello nazionale non sono sufficienti e per questo ritiene necessario correre ai ripari con il reddito regionale di cittadinanza. L’assegno di inclusione – con il quale il governo Meloni ha sostituito il rdc – ha causato, scrive Lantieri, un “forte restringimento della platea dei beneficiari“. In più, aggiunge la deputata regionale di Fi, il Supporto per la formazione e il lavoro (previsto per i cosiddetti “occupabili”, esclusi dall’assegno di inclusione) è una misura con “scarsa attrattività ed efficacia“: dopo avere segnalato diverse criticità Lantieri sottolinea che “si prevede che nei prossimi mesi decine di migliaia di persone in difficoltà saranno prive di qualsiasi forma di sostegno al reddito“.

Al contrario di chi punta il dito contro il reddito di cittadinanza, la deputato azzurra precisa che “nel valutare l’efficacia dimostrata finora del Rdc, occorre considerare che l’attuazione della misura ha inevitabilmente risentito della crisi pandemica“. Ricorda anche che si tratta di un intervento che “risponde a diversi principi consacrati a livello internazionale“: cita così la Carta sociale europea del Consiglio d’Europa; l’articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali; il Pilastro europeo dei diritti sociali (che al principio 14 prevede che “chiunque non disponga di risorse sufficienti ha diritto a un adeguato reddito minimo che garantisca una vita dignitosa in tutte le fasi della vita e l’accesso a beni e servizi”); e le raccomandazioni del Consiglio europeo e le risoluzioni del Parlamento Ue. “L’introduzione del Rdc ha avuto l’innegabile merito di dare rilievo a detta tematica anche in Italia, dato che in precedenza le misure di contrasto alla povertà erano rimaste a uno stadio pressoché embrionale“, scrive nella sua relazione Lantieri.

“In Sicilia la vicepresidente dell’Assemblea regionale di Forza Italia ha presentato un disegno di legge per introdurre il Reddito di cittadinanza regionale! Avete letto bene. Il partito del ministro Tajani ammette in sostanza che è stato un errore smantellare il Rdc, una misura che per l’Istat ha permesso a quasi 2 milioni di persone di uscire dalla povertà assoluta“, ha scritto su Facebook il leader del M5s Giuseppe Conte. “Meglio tardi che mai. Farebbero bene – ha aggiunto – a chiedere scusa per le scelte fatte, per le menzogne dette e per una campagna diffamatoria a reti unificate contro gli italiani in difficoltà”.

Ispettore del lavoro di professione e attuale vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana, Luisa Lantieri è alla sua terza legislatura a Palazzo dei Normanni. Entra nel parlamento siciliano nel 2012, eletta con Grande Sud (movimento fondato dall’ex delfino di Berlusconi, Gianfranco Miccichè). Nel 2015 diventa assessora regionale alle autonomie locali e della funzione pubblica con il governatore di centrosinistra Rosario Crocetta. Dopo avere aderito al gruppo fondato proprio da Crocetta, nel 2017 viene rieletta nella lista del Partito democratico. Meno di due anni dopo, però, aderisce al neonato gruppo all’Ars “Ora Sicilia” e sostiene il governatore di centrodestra Nello Musumeci. L’adesione a Forza Italia arriva a marzo del 2021 e poco più di un anno dopo viene riconfermata deputata regionale con gli azzurri.

E adesso arriva questa proposta in controtendenza con la linea ufficiale del partito. Lantieri spiega anche la scelta di riprendere il nome del Reddito di cittadinanza è finalizzata a “rivendicare la continuità con la misura nazionale che, in una delle fasi più difficili della storia recente, ha garantito la dignità delle fasce sociali maggiormente vulnerabili del Paese”. Previste però delle novità come un “percorso regionale di inclusione attiva da svolgersi presso una delle imprese aderenti ai protocolli d’intesa“, si legge nella proposta. “Senza alcuna pretesa che la Regione Sicilia si sostituisca allo Stato nell’affrontare quella che è a tutti gli effetti un’emergenza nazionale, la proposta prevede che l’amministrazione regionale garantisca, malgrado i limiti delle proprie disponibilità finanziarie, un sostegno ai nuclei familiari che, tra tutti quelli esclusi dall’Assegno di inclusione in forza dell’assenza di componenti tutelati, versano nelle condizioni di maggiore difficoltà”, sottolinea la deputata regionale.