“Mi sono fatto tanto male per questo sport e adesso semplicemente non sono più disposto a farlo. I Campionati Italiani Assoluti saranno la mia ultima competizione da atleta“. Una storia di pregiudizi e rivincite destinata a terminare presto, per evitare ulteriori sofferenze. Giorgio Minisini dice addio allo sport che l’ha reso unico nella storia e che ha permesso di rendere inclusiva una disciplina piena di stereotipi: dopo 10 medaglie mondiali con 4 ori e 9 medaglie europee con altri 4 ori, Minisini termina la sua carriera – all’età di 28 anni – nel nuoto sincronizzato. Tra i primi tre uomini al mondo a gareggiare in solitaria in una disciplina che viene immediatamente collegata all’universo femminile: la sua storia agonistica comincia da lontano, ma la consacrazione vera arriva nell’estate del 2022, ai Mondiali di Budapest, con il doppio oro nel Duo Misto con Lucrezia Ruggiero e, poco dopo, agli Europei di Roma con il trionfo anche nel Solo, aperto – appunto – per la prima volta agli uomini. La carriera di Minisimi si conclude nella maniera forse più inaspettata, con una mancata convocazione alle Olimpiadi. Ma i motivi legati al ritiro sono ben altri. E non sono di natura prettamente sportiva.

L’esclusione alle Olimpiadi: i motivi
Una carriera da plurimedagliato che si conclude senza partecipare alle Olimpiadi, questo il paradosso di Giorgio Minisini. Il suo nome, infatti, non compare tra i nove convocati che proseguiranno gli allenamenti a Roma verso Parigi 2024, ma solo in quelli che si apprestano a preparare gli Europei. Il motivo è semplice: il Comitato Olimpico Internazionale (Cio) non ha inserito nel programma la sua specialità (duo misto, libero e tecnico). Il direttore tecnico della team azzurro, Patrizia Giallombardo, ha quindi deciso di portare alle Olimpiadi una squadra interamente femminile. Una decisione che è stata anche contestata da alcuni addetti ai lavori, ma mai dal diretto interessato.

“Il mio malessere è stato causato soprattutto da questo sport”
Volevo davvero l’Olimpiade, e la volevo così tanto da essere disposto a continuare a praticare un’attività che non mi dava ormai nessun piacere se non quello di sapere che forse, alla fine del tunnel, ci sarebbero stati cinque cerchi a dare un senso a tutto”. Esprime così Giorgio Minisini – in conferenza stampa – il proprio disappunto e dispiacere verso uno sport che non l’ha fatto più sentire a suo agio nell’ultimo periodo. “Io non sono stato bene in questi ultimi anni. E la ragione del mio malessere sta quasi tutta in questo sport. Ho iniziato a nuotare perché farlo mi faceva sentire vivo: era una cosa divertente. Nuoterò unicamente nel singolo. Porterò un nuovo esercizio, su una musica che mi ero ripromesso sarebbe stata la mia ultima colonna sonora. Anche se non pensavo l’avrei usata così presto. Sarà l’occasione per chiudere il cerchio di queste due decadi, e per farlo in un modo che lasci a me un bel ricordo di questo viaggio che abbiamo fatto insieme”. Il campione di nuoto sincronizzato ha poi proseguito: “È diventata una missione quando buona parte del mio mondo si è messa contro questo gioco, e senza accorgermene, stagione dopo stagione, la missione si è trasformata in ossessione. Sono anni che non provo più soddisfazione nel fare questo sport, ma non potevo rinunciare alla mia ossessione, nemmeno a costo del mio stesso benessere: ho preferito starci male piuttosto che darmi per vinto. Ma ora non più. Non voglio più barattare il mio benessere per un’ossessione. Mi sono fatto tanto male per questo sport e adesso semplicemente non sono più disposto a farlo”. Un malessere che lo ha logorato nel profondo. La decisione del ritiro? La mancata partecipazione alle Olimpiadi non ha inciso sulla sua scelta. “L’esclusione dalle Olimpiadi non ha avuto alcun impatto nella scelta. Se avessi fatto l’Olimpiade magari non mi sarei fatto certe domande e sarei arrivato a questo stesso punto chissà quando e soffrendoci di più”.

E sulla scelta della dt, Patrizia Giallombardo ha spiegato: “Immagino quanto sia stato difficile per Patrizia chi si è presa tutta la responsabilità. Lei mi è stata tanto vicino. Abbiamo parlato, non sono d’accordo su molte cose, ma è giusto così. Lei mi è stata tanto vicino come persona, mentre come atleta mi ha dato quello di cui avevo bisogno. Ci tengo che lei sappia che ha la mia vicinanza“.

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