Il Partito democratico ha beneficiato della rottamazione quater – una delle sanatorie varate dal governo Meloni con la sua prima legge di Bilancio – per debiti contributivi non pagati. La notizia, scrive Open, emerge dalla nota integrativa al bilancio 2023 del partito guidato da Elly Schlein. “Il Partito, nell’anno 2023, ha ricevuto l’accoglimento della domanda presentata per l’adesione alla Definizione agevolata, prevista della Legge n. 197/2022”, si legge. “Conseguentemente, con riferimento ai Debiti verso Istituti di Previdenza, procederà a versare entro il 30/11/2027 le minori somme dovute“, visto che la rateizzazione prevede l’abbuono degli interessi e dell’aggio. Diversi esponenti dem, ricorda il quotidiano online, al momento del varo della norma criticarono il condono: il responsabile economico Antonio Misiani parlò di “schiaffo a chi è in regola” e il capogruppo in commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano, chiese di smetterla di “favorire gli evasori” e “aiutare dei criminali”. Anche Schlein ha attaccato il governo per le “sberle ai contribuenti onesti”.
Una notizia che ha scatenato la reazione di Fratelli d’Italia, compresa quella della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che sui suoi account social ha scritto: “Ricordate quando il Pd, commentando la prima legge di bilancio del Governo che introduceva la rottamazione quater, definiva quest’ultima un ‘favore a evasori e criminali‘? Tramite un’inchiesta di Open, scopriamo oggi che proprio loro ne avrebbero beneficiato. Prendiamo atto che per la sinistra i cittadini bisognosi sono evasori e criminali, mentre in casa Pd si può tranquillamente usare la stessa misura che tanto hanno criticato”.
Anche Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, non ha mancato di sottolineare l’incoerenza: “Il condono ‘favorisce evasori e criminali’. Così tuonavano dal Pd commentando la prima legge di bilancio del Governo Meloni che introduceva la rottamazione quater. Peccato che a beneficiare del condono definito dal responsabile economico del Partito democratico, Antonio Misiani, come uno ‘schiaffo a chi è in regola’ sia stato proprio il partito dei ‘duri e puri’. Nulla di cui stupirsi. Siamo abituati ad avere a che fare con gli esponenti di un partito che da sempre predica bene e razzola male, chiede il rispetto di regole che puntualmente viola ed è avvezzo all’uso della doppia morale: quella che vale per i propri adepti- che in quanto illuminati tutto possono- e quella che può essere applicata come metro di giudizio per tutti gli altri ‘comuni mortali'”.