L’attentato a Donald Trump può aver portato beneficio in parte anche a Joe Biden, offrendogli l’occasione per mettere a tacere la fronda interna al partito che, dopo il confronto televisivo disastroso del 27 giugno con lo sfidante repubblicano, chiede al presidente di farsi da parte e lasciare spazio a un altro candidato per le presidenziali di novembre.

Finita la breve tregua politica dopo l’attentato di sabato contro Donald Trump, Joe Biden lunedì è tornato in modalità campagna elettorale, ribadendo la decisione di restare candidato per presidenziali di novembre nonostante i dubbi emersi nelle scorse settimane in seno al partito Democratico sulla sua età e la sua capacità di affrontare altri 4 mesi di duro scontro elettorale, ed eventualmente altri 4 anni di presidenza. Timori che, nel nuovo scenario determinato dopo l’attentato a Trump, sono stati sedati

Biden: “Sono vecchio, ma posso farcela. Pronto a un altro dibattito” – Mentre a Milwaukee si concludeva la prima giornata della Convention dei Repubblicani, lunedì sera su Nbc News è andata in onda un’intervista registrata di Biden con il conduttore Lester Holt, in cui il presidente ha detto che non lascerà la corsa. Joe si è detto pronto a sfidare il tycoon repubblicano in un nuovo dibattito.

“Sono vecchio. Ma ho solo tre anni in più di Trump. E la mia acutezza mentale è dannatamente buona. In tre anni e mezzo ho fatto più cose di qualsiasi altro presidente da molto tempo a questa parte. Quindi sono disposto a essere giudicato per questo”, ha detto Biden con tono combattivo. La sfida è rivolta ormai più al suo stesso partito che a Trump, però.

Il comitato Democratico accelera: forse la nomination tra una settimana – In un contesto favorevole per il presidente 81enne, i leader del Democratic National Committee (Dnc) puntano a confermare Joe Biden come candidato ufficiale alla presidenza entro la fine del mese, prima della Convention di agosto. Il Dnc è il comitato principale nel partito e ha il compito di organizzare le Convention e gestire la campagna elettorale dei candidati. La notizia è del New York Times che cita alcune fonti, secondo cui alcuni delegati premono per mettere fine al dibattito in corso sulla candidatura di Biden e lavorano per confermare il presidente in tempi stretti. Venerdì il comitato si riunirà in videoconferenza per stabilire le regole della Convention. Un altro gruppo di partito si riunirà domenica. Da lunedì i delegati inizieranno a votare, poi ci sarà il conteggio virtuale e la nomina ufficiale, probabilmente alla fine della prossima settimana.

“Ci siamo rassegnati alla vittoria di Trump” – Sono una ventina i rappresentanti democratici che hanno chiesto pubblicamente a Biden di ritirarsi (mentre volti importanti della sinistra Usa come Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Sanders hanno rinnovato il loro endorsement per il presidente). Ma come ha rilevato un retroscena del sito americano Axios, ormai i democratici più critici con Biden sarebbero “rassegnati a una seconda presidenza Trump”.

Eppure, solo sabato pomeriggio, prima della sparatoria di Butler, Biden aveva incontrato la sinistra dem del Congressional Progressive Caucus e la New Democrat Coalition (centro-sinistra) e la riunione era stata descritta come “disastrosa”, con molte tensioni e l’insoddisfazione dei delegati dem di fronte all’ostinazione del presidente a negare di essere mentalmente stanco.

Poi è arrivata la sparatoria di Butler. “Un americano è morto, un ex presidente e altri sono rimasti feriti. Sarebbe antipatriottico e privo di principi dirigere le energie nei prossimi giorni verso qualcosa di diverso dalla tragedia nazionale. L’unica conversazione sul Presidente Biden dovrebbe riguardare il modo in cui può consolare il nostro Paese, affrontare la rabbia e il momento”, ha detto ad Axios il democratico Dean Phillips, che ha corso contro Biden alle primarie del Minnesota.

Cnn: “La fronda che chiede un passo indietro continua a lavorare” – La Cnn, però, martedì assicurava che gli sforzi dietro le quinte per spronare il Presidente e i suoi principali collaboratori a fare un passo indietro non si sono fermati. In particolare verrebbero citate le analisi del sondaggista democratico Stanley Greenberg, secondo cui Biden è sulla buona strada per perdere le elezioni. Greenberg è stato per decenni uno dei principali sondaggisti democratici e ha servito durante le due campagne presidenziali di Bill Clinton. Anche se ha rifiutato di commentare direttamente, dal partito democratico si fa sapere che le sue analisi danno una prospettiva “devastante” rispetto al voto di novembre.

La fronda che chiede il ritiro di Biden resterà silente fino alla fine della Convention repubblicana, prevede Cnn, ma potrebbe tornare farsi sentire quando usciranno i prossimi sondaggi, in cui il distacco da Trump potrebbe essere di molto superiore ai 3 punti attuali.

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