L’infettivologo Massimo Galli, ex primario dell’ospedale Sacco di Milano e tra i professori più noti durante la pandemia Covid, è stato condannato a Milano a 1 anno e 4 mesi per falso, con pena sospesa e non menzione. Lo scienziato, che fu in prima linea durante le fasi più drammatiche della pandemia di Covid e ora in pensione, era stato rinviato a giudizio lo scorso 3 ottobre. Assolto “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di turbativa d’asta o in alternativa dall’abuso di ufficio.
La sentenza è stata emessa dalla X decima sezione penale del Tribunale, che ha anche assolto Agostino Riva, ai tempi suo stretto collaboratore. Il processo per turbativa d’asta – o in alternativa abuso d’ufficio – e per falso riguarda un filone dell’inchiesta milanese su presunti concorsi pilotati per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina dell’Università Statale di Milano.
“Sul falso l’unica cosa che mi sento di ammettere è di aver dimenticato di correggere un orario” ha detto il medico commentando il verdetto. Il professore, che ha detto di essere “assolutamente sereno“, ha aggiunto: “Se per chiudere la questione bisognava avere una condanna per qualcosa, evidentemente restava solo la possibilità del falso”. L’infettivologo ha annunciato che presenterà ricorso in appello.
La commissione di cui Galli ha fatto parte nel 2020, oltre a essere membro dell’Università interessata dal posto bandito, avrebbe preferito un candidato rispetto a un altro. Il 10 luglio la difesa Galli aveva presentato un’ultima memoria. “Essendo membro di una comunità scientifica fatta da poco più di un centinaio di persone che si vedono più spesso dei parenti stretti conoscevo bene entrambi i candidati”, aveva dichiarato Galli in aula il giorno del suo esame a marzo, negando ogni addebito.