“Il decreto sulle liste d’attesa? Un provvedimento vuoto, un decreto fuffa perché non si può pensare di abbattere le liste d’attesa senza aggiungere un euro a un sistema già sottofinanziato”. Ad attaccare l’esecutivo è la segretaria del Pd Elly Schlein, nel corso di una conferenza stampa al Senato sulla sanità.
“Il decreto fuffa è ora diventato un decreto zuffa, perché la maggioranza litiga al proprio interno e con le Regioni. C’è qualcosa che non funziona e le Regioni lo hanno detto chiaramente”, ha continuato la segretaria dem. Secondo cui “è un decreto sbagliato anche perché non prevede un piano straordinario di assunzioni, ma prevede un impianto inquisitorio e sanzionatorio contro le Regioni, quasi a crearsi un alibi”. E ancora· “Il governo si deve fermare e dare ascolto al mondo della sanità e al territorio e anche a noi che restiamo disponibili a dialogare in Parlamento. Ma la premier Meloni sembra più preoccupata di tenere buono Salvini, piuttosto che intervenire sulla sanità”.
Ma se da una parte il Pd e Schlein attaccano più volte il governo per non aver messo risorse sulla sanità pubblica, nessun affondo è rivolto invece alle promesse della premier Giorgia Meloni agli alleati nell’ultimo vertice Nato, rispetto al maggior impegno di risorse verso il raggiungimento del 2% del Pil in spese militari (al di là della deroga chiesta dal ministro Guido Crosetto, sullo scorporo delle stesse spese dal Patto di stabilità).
“Non commentiamo gli annunci, aspettiamo di vedere i fatti“, taglia corto la segretaria dem, rispetto all’intenzione politica del governo di portare già le spese per la Difesa all’1,6 per cento del Pil. “Non mi convincerebbe alcuna altra scelta che non implicasse di mettere risorse sulla sanità pubblica. Oggi al governo ci sono loro, è il caso che Meloni se lo ricordi, trovi quelle coperture, non è vero che le risorse non ci sono. Non ci sono se non c’è la volontà di trovarle”, si limita ad aggiungere, senza affondare sul tema del riarmo. Anche perché la questione in casa Pd resta divisiva, già tema di scontro, soprattutto con la minoranza legata all’ex ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.