“Sarà un parlamento per tutti in Europa. Voglio che le persone continuino a credere nel nostro progetto. Dobbiamo rendere il nostro spazio comune più equo“. Così Roberta Metsola ha cominciato il discorso davanti al Parlamento europeo dopo essere stata riconfermata alla guida dell’Eurocamera per un secondo mandato.

“Deve essere un’Europa che ricorda. Che riconosce la battaglia di tanti che hanno difeso gli ideali che a volte noi diamo per scontati. Per tutti coloro che sono stati sfollati, che sono scomparsi, per coloro che si sono trovati di fronte a carri armati e proiettili nel percorso di allontanamento dai regimi totalitari, che ha occupato così a lungo gran parte dell’Europa. Per tutti coloro che hanno creduto in un futuro migliore e che hanno osato sognare”, ha sottolineato, ricordando che deve essere un’Ue di cui “Adenauer, Mitterand, Walesa, Fenech Adami, Havel, Veil, Falcone, Borsellino” possono essere orgogliosi.

Quindi Metsola ha parlato di pensioni e salari, che devono “andare incontro alle aspettative sociali”. E ha dedicato una parte del suo discorso alla violenza sulle donne: “Se troppe donne sono ancora vittime di abusi, picchiate, uccise e lottano per rivendicare i propri diritti, non possiamo rendere l’Europa migliore“. “Possiamo costruire l’Europa sognata da Simon Weil e Nicole Fontaine. Un’Europa che Giulia, Vanessa e Daphne non potranno mai vedere ma che costruiremo anche per loro”, ha proseguito la presidente dell’Eurocamera, riferendosi al caso italiano di femminicidio di Giulia Cecchettin, a quello spagnolo di Ana Vanessa, e all’assassinio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia.

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